“Scarrozzanti e spiritelli”, film documentario per i cinquant’anni di vita del teatro Franco Parenti

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Come gli Ebrei obbediscono al comando divino di celebrare lo Shabbat ricordando – e di rappresentare la rammemorazione accendendo due candele -, così Andrée Ruth Shammah, Anima e Nume tutelare del Teatro Franco Parenti, osserva e custodisce quanto di Sacro vi è nell’azione teatrale creando un fuoco circolare al centro della Sala, generatore di Parola e quindi di Vita. Questa luce, amplificata da sei lampadari assimilabili alle lampade pensili delle Sinagoghe e dalle fiammelle di una moltitudine di candele, da cinquant’anni rende meno fitta la tenebra dei nostri giorni, poiché, secondo il filosofo Abraham Joshua Heschel, l‘atto di portare il mondo in essere è un processo continuo. Il respiro si ferma, sopraffatto da un sentimento di devozione, mentre affluiscono in scena, vivissime, le memorie, accompagnate dal violoncello di Sonia Wieder-Atherton che evoca la voce degli Erranti, dei caparbi fecondatori di deserti, di coloro che conversano incessantemente con Dio, dei contadini visionari sopravvissuti ai massacri dell’atamano Chmel’nitskij, dei sommersi e dei salvati dalla notte dei tempi a oggi (nota del direttore Lucia Tempestini).

Scarrozzanti e spiritelli, film documentario per i cinquant’anni di vita del teatro Franco Parenti. Ideazione e creazione di Andrée Ruth Shammah, regia Michele Mally

@ Rinaldo Caddeo, 27 marzo 2023

Un fuoco a legna acceso in mezzo a un palcoscenico. I presenti, disposti in cerchio, dietro a un gruppo di candele accese: i cinquant’anni di storia del teatro Franco Parenti.
Un’atmosfera guizzante di luci e ombre che provoca una reazione a catena in cui si espandono testimonianze di autori, attori, registi, musicisti, tecnici, costumisti, sarte.
Da Ornella Vanoni a Isabella Ferrari, da Lucia Mascino a Silvio Orlando, da Carlo Cecchi a Mario Martone, da Filippo Timi a Vittorio Sgarbi, per fare solo qualche nome, si sdipana la vita di un teatro e il teatro di molte vite. L’elenco è lungo e nessuno degli elencabili è meno prezioso dell’altro.
Esordisce Massimo Recalcati con la consueta perspicuità: ci sono due forme di nostalgia. La nostalgia melancolica: rimpianto, struggimento, afflizione.
La nostalgia come gratitudine: memoria feconda del passato. Luce che dal passato ci visita e ci parla. Rischiara e guida il presente verso il futuro, come la luce delle stelle che, arrivando a noi dal buio di distanze siderali di milioni o miliardi di anni luce, avendo impiegato milioni o miliardi di anni-luce per venire a trovarci, è luce di stelle defunte.
È questa la luce memoriale, vitale e fruttuosa, che illumina il presente con le parole più vivide di ricordi e con gli spezzoni mnestici più baluginanti, giunti dagli archivi dello spazio/tempo: interviste, recite, film, battute, parole, brani musicali, registrazioni vocali, fotogrammi degli spettacoli e fotografie dei protagonisti e degli ambienti del teatro, dei suoi elementi architettonici, esterni (la facciata ma anche i dechirichiani/saviniani Bagni Misteriosi) e interni (le Sale, persino gli spaziosi e luminosi camerini degli attori).
Tratti da spettacoli di Franco Parenti medesimo (l’Ambleto, il Macbetto, Il Misantropo e molti altri) e di molti altri autori e registi, vivi e morti (non dimentichiamoci di Giovanni Testori), che si sono succeduti e cimentati fino ai nostri giorni nella lunga storia di questo teatro milanese, italiano, europeo, dipingono il microcosmo di una città cresciuta a cerchi concentrici, mosaico multisensoriale, teatro totale di rappresentazioni, esperienze, narrazioni. Platonica caverna delle illusioni e delle magie.

È un’idea segreta, profonda, di teatro sperimentale, fomentato dalle tradizioni. È il racconto dell’esistente in una frantumazione di regole fisse e di convenzioni, non fine a se stessa, ma quale ricerca costruttiva di quel confine che supera il confine del visibile e cerca di mostrare quello che non è fuori ma è nascosto in noi, come ci suggerisce in uno dei suoi numerosi, rapidi e fecondi interventi, il nume tutelare e la protagonista, su cui s’impernia il film e la storia del Pier Lombardo/Franco Parenti: Andrée Ruth Shammah.

 

Disponibile su Raiplay:

https://www.raiplay.it/video/2024/03/Scarrozzanti-e-spiritelli-50-anni-di-vita-del-Teatro-Franco-Parenti-67c10051-53ba-469b-ba22-3171605ba01f.html

Author: Rinaldo Caddeo

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