Semplice il Teatro, semplice la vita
@ Loredana Pitino (01-10-2020)
Catania – Sul Palco, a luci spente un guardaroba da camerino di teatro, alcuni abiti, di un candore luminoso, appesi si muovono al vento di una serata fresca di fine settembre, dentro la corte magnifica del Castello Ursino, a Catania.
Il movimento lieve di quei costumi di scena preannuncia l’arrivo dell’attrice, mattatrice che terrà il monologo Semplice, un testo di teatro contemporaneo “pensato e scritto in quest’era in più momenti”.
Un testo che vuole essere una riflessione su cosa sia il teatro, senza alcuna presunzione accademica, senza orpelli di citazioni colte o coltissime, ma come un semplice ragionamento fatto dall’attrice che si presenta nuda, solo con l’intimo addosso, e mima una doccia, un gesto quotidiano che appare finzione, la finzione del teatro. Insieme al racconto quasi didascalico su come si costruisca un personaggio, su come si rivestano i panni di determinati ruoli, mentre l’attrice si veste letteralmente sulla scena, indossando una canotta, poi un pantalone, poi una blusa…emerge una matrice introspettiva. Il ragionamento si amplia, si fa suggestione filosofica, si fa dialogo immaginato col pubblico verso il quale si rivolgono domande sull’esistenza, sulla nostra identità, sul nostro vivere quotidiano che spesso ci porta a non guardare il nostro vicino, a non sfiorarlo mai, a chiuderci in una monade di problemi personali e prigioni mentali. Su questo lo spettatore viene scosso, sollecitato a guardarsi dentro, a guardarsi attorno per capire come funziona il teatro, prima, come funziona la vita, poi.
E così ci si trova tutti davanti a noi stessi, ci interroghiamo sulla necessità di un contatto. Perché “qua, a teatro viviamo un momento privo di tempo e possiamo scompigliare le carte”.
Il regista, a questo punto, sostiene che la scelta vincente è stata quella di Barbara Gallo. Condividiamo, a prodotto finito, questa affermazione perché l’attrice sola sulla scena è capace di mantenere desta l’attenzione in una affabulazione che si fa performance, gioco di ruoli, girotondo di personaggi femminili che rappresentano vari stereotipi di donna.
“Semplice è un testo impegnativo pieno di meccanismi in cui occorre un talento per renderli visibili. Barbara Gallo ha fatto assieme a me un grande lavoro, si è affidata, eliminando ogni aspetto di vizio di forma manieristico, ottocentesco, legato ad un passato per me obsoleto” (note di regia).
L’attrice interagisce con lo spettatore, lo coinvolge nel suo ruolo, gli fa sentire il peso dell’interpretazione, gli dà il là per assumere una posizione di responsabilità anche nella propria vita, anche nel banale (forse) gioco di imitare la doccia. Semplice impara a gestire le reazioni del pubblico e si misura con la sua maturazione.
Il candore degli abiti di scena, il candore della mascherina con cui (ahimè il teatro ai tempi del covid!) la Gallo scende tra il pubblico, è un colore neutro, che rende quegli abiti, indossati e poi smessi, un simbolo chiaro, palese, immediato da decodificare. Un messaggio semplice, anche se lei, l’attrice che ci spinge a pensare, dichiara di non essere affatto semplice, ma “semplice, è una parola che mi piace”.
Lo spettacolo arriva quasi in conclusione della manifestazione Catania SummerFest che ha animato la città etnea in questa difficilissima estate 2020, dove il TEATRO ha voluto dimostrare con l’apporto delle tante compagnie presenti sul territorio, di resistere, di restare, di stringere forte un pubblico appassionato e competente attorno a quella magia che si crea su un palcoscenico o su una pedana.
SEMPLICE, testo e regia di Salvatore Greco, aiuto-regia, Barbara Mileto, costumi di Gabriella Ferrera. In scena Barbara Gallo.