Il coraggio delle donne nel “giornale parlato” di Livia Grossi
@ Anna Di Mauro (28-11-2019)
Catania – Un teatro insolito, di forte impatto, in un fuori programma proposto da Palco Off. La bella iniziativa ci ha offerto l’opportunità di assistere all’interessante performance “Nonostante voi. Storie di donne coraggio”, a cura della giornalista freelance Livia Grossi del Corriere della Sera, viaggiatrice coraggiosa, impegnata in un percorso di ricerca che l’ha condotta in giro per il mondo, a contatto con realtà lontane dalla nostra cultura, dal nostro modo di pensare, dalla nostra civiltà, dandoci opportunità di riflessione profonda per la loro significativa testimonianza. Si tratta di esperienze raccolte e narrate “in diretta” sul palco dalla giornalista che denuncia una situazione a tutt’oggi ancora lontana dall’evoluzione dei diritti umani, nello specifico riguardo alle donne, il cui fragile destino in alcune parti del mondo è ancora terribile.
La formula recitativa di queste storie, dette con semplicità intensa e coinvolgente, fuor di retorica, irrorata da foto e da una chitarra “parlante” in scena, sono gli elementi di questo appassionante reportage che tracima dai buchi di un sipario finalmente strappato, svelando atrocità e misfatti perpetrati ai danni di un universo umano, prima che femminile.
I margini di queste oscure vicende, venuti alla luce grazie alla volontà di una donna che mette al servizio delle donne più sfortunate il suo coraggio e intraprendenza, le sue competenze e la sua grande umanità, mostrano un profilo inedito e stupefacente. Il palco diventa così una pagina di giornale, letto in diretta dalla viva voce della giornalista, corredato da immagini e commento musicale, imprimendosi nella memoria e nel cuore. Livia Grossi dopo lo spettacolo, come è consuetudine di Palco Off, ha dialogato con il pubblico puntualizzando con entusiasmo l’efficacia di questo sistema di informazione, basato sul coinvolgimento diretto, capace di superare l’indifferenza del lettore, ormai sommerso da valanghe di informazioni, a cui sfugge l’aspetto umano delle storie, travolto da numeri e statistiche senz’anima.
La pièce si apre con un ironico monologo sui requisiti necessari per ottenere la Carta d’identità di donna. Quindi le interviste. Da storie di soprusi, dolorosamente vissuti e accettati, si passa alla ribellione di donne stanche di sottomettersi alle violazioni della propria persona.
Dalla sconcertante Albania la realtà inquietante delle “vergini giurate”. Pushka, anni 66, testimonianza di questo incredibile costume, è costretta, per poter vivere in una comunità dove non c’è posto per una donna nubile, a diventare “uomo”. Affronterà e vivrà così il dramma di una identità sessuale dolorosamente negata, diventando maschio, vestiti e comportamenti compresi, per essere accettata.
Il “giornale” prosegue in Sud America con Maria, rifugiata politica, ingiustamente accusata di terrorismo, arrestata e liberata dopo 8 anni di carcere. Una toccante storia di ingiustizia che purtroppo è solo una delle vittime di questa grave, reiterata violazione dei diritti umani.
La “pagina” si conclude con la storia forse più toccante e al tempo stesso più propositiva. Marietu ‘Ndaye, un’analfabeta illuminata di un remoto villaggio del Senegal, con grande coraggio si è fatta portavoce di un movimento contro la mutilazione genitale femminile. Dopo avere perduto due bambine, morte a seguito dell’atroce rito dell’infibulazione, Marietu, disperata, nel dolore assoluto di madre negata, trova la forza di lasciare il marito e il villaggio per ritornare dai genitori che la accoglieranno. Si risposa con un uomo saggio mettendo al mondo (particolare toccante) due figlie che finalmente non saranno sottoposte al trucido rituale. Con grande spirito di solidarietà, a nome di tutte le bambine vittime di questa barbarie, di villaggio in villaggio, Marietu riunirà 5.000 donne che marceranno verso il parlamento di Dakar chiedendo e ottenendo una legge che abolisca e proibisca l’infibulazione.
Nonostante le leggi promulgate ed entrate in vigore in Africa e nel mondo a partire dal 2003, ancora il 28% delle bambine sono sacrificate per non disattendere la tradizione. Bisognerà ancora lottare per sradicare la mentalità retriva, più longeva delle leggi, come già nell’Ottocento attestava il sociologo e antropologo Emile Durkheim nei suoi studi innovativi.
Ascoltando queste storie conoscenza ed emozione vanno di pari passo. Dopo, rimanere gli stessi non è possibile. La formula del “giornale parlato” di Livia Grossi, efficace mezzo di vera informazione, suscita stupore, raccapriccio, indignazione e tanta ammirazione per la forza operativa di queste donne, pur sprovviste di strumenti di cultura e di mezzi, armate del loro coraggio e della loro determinazione, in un mondo ancora assoggettato a iniquità e abusi di potere.
I diritti umani sono la grande conquista di un universo ancora violato, ma che si è rivelato pronto a resistere, senza lamentele, con azioni forti e significative, sulle ali della speranza.
NONOSTANTE VOI. STORIE DI DONNE CORAGGIO
di Livia Grossi
Regia di Gigi Gherzi
Con Livia Grossi
Musiche originali eseguite dal vivo di Andrea Labanca
Palco Off
Al centro Zo di Catania