In questa città… che non ho visto mai!
@ Anna Di Mauro (06-11-2019)
Catania – Prova d’autore per Turi Zinna, sulla scia del suo talentuoso percorso, “Shock in my town”, saggio post-drammatico sull’inganno della rappresentazione sociale. L’ultimo lavoro del nostro sperimentatore in translation, per la rassegna AltreScene, copre la distanza tra attore e spettatore, infrangendo le regole e ossequiandone le fondamenta. Apprezzato dagli addetti ai lavori e da chi va a teatro con curiosità, lo spettacolo ignora i compiacimenti della drammaturgia consacrata e gettonata per comodità, e per ignavia, aggiungerei. Lo “shock” è sicuramente per gli spettatori pigri, se non hanno frequentazione con questo originale interprete del teatro contemporaneo.
L’apporto tecnologico del fondale virtuale è unicamente impostato su video in formato pellicola che fungono da piattaforma scenografica, riproducendo la stessa immagine dell’autore e attore del denso monologo, provocando e invitando a una visione multiprospettica, dove la parola e l’immagine si sfaccettano in iterazioni blandamente umoristiche, lasciando dipanare il percorso narrativo in una direzione imprevedibile. Un happening /racconto in prima persona di un testimone oculare per miracolo scampato a una pallottola vagante durante un’azione di polizia, contro la mafia in via Etnea, l’arteria centrale della città: metafora della ferita inferta al tessuto umano di una Sicilia che chiede verità. I poliziotti erano travestiti da mafiosi, ma alcuni di loro, appartenenti a Cosa nostra, fingevano di essere quello che realmente erano: mafiosi. Una farsa. La farsa può essere l’unico contenitore di Catania, una città in cui i fatti sono degni di un teatrino, dove i poliziotti, i mafiosi, i cittadini, i politici e persino gli spettatori sono gli attori e complici di quella che Zinna definisce una “pochade autistica”. Impossibile la sua rappresentazione. Da qui il paradosso di un teatro che non può rappresentare. Raffinato esempio di metateatro di una falsa coscienza sociale.
Ancora una volta il rasoio del nostro performer ritaglia una piattaforma di riflessione/rispecchiamento dove non c’è salvezza se non nel ghigno che la sottende. Il monologo, come un uncino, tira fuori lentamente, ma inesorabilmente le sporcizie e i filamenti marcescenti di un paese allo sbando, corrotto, colluso, finto, dove la deflagrazione del polo industriale di Priolo fa da contraltare a eventi luttuosi in inquietante coincidenza.
Con la lente del ricercatore Zinna svela i dettagli, mescolando i piani, i fonemi, in un andamento che sfiora la partitura musicale. Un’antitesi del teatro di tradizione che ne onora le radici.
SHOCK IN MY TOWN
di Turi Zinna
Regia Federico Magnano di San Lio
Con Turi Zinna
Sound signal GiancarloTrimarchi e Fabio Grasso
Video signal LucaPulvirenti/ Mammasonica
Produzione Retablo
Al Centro Zo di Catania