Comicità firmate per il debutto del Brancati a Catania
Due collaudate coppie a braccetto per suscitare risate “facili”: Camilleri-Di Pasquale gli autori, Tuccio Musumeci-Pippo Pattavina gli attori.
Il poker d’assi nasce da un aneddoto. Durante lo spettacolo “La concessione del telefono” di Andrea Camilleri, con la regia di Giuseppe Di Pasquale, i due grandi e collaudati comici, nelle vesti di Don Lollò e Filippo Mancuso, una sera diedero vita a una esilarante scena di durata imprevista, ben 25 minuti, improvvisata a braccio, alterando così la struttura e la durata dello spettacolo. Promisero di non ripetere l’episodio solo se fosse stata scritta e ampliata quella scena esclusivamente per loro in una vera e propria commedia.
Nasce così la commedia “Filippo Mancuso e Don Lollò” divertissement aderente a canoni di una comicità d’altri tempi, cucita sulla bravura dei due protagonisti, dispiegata in oltre due ore di spettacolo. Sullo sfondo della storia de “La concessione del telefono” si delinea un’esile trama di nozze dei loro due rispettivi figli, lui stupido, lei sciancata, pretesto per dare spazio alle doti dei nostri sagaci attori che hanno ripreso a lavorare in coppia, dopo anni di esibizioni solitarie. La caricatura di Mancuso, accuratamente orchestrata dal poliedrico Pattavina in una buffa macchietta demenziale, dispiega la sua stupidità e tirchieria in mossette, battutine di facile presa, sovrapponendosi stridente alla furbesca presenza autorevole di Don Lollò, delineato in pochi tratti asciutti e incisivi dalla naturalezza dell’umorismo di Tuccio Musumeci. Nel fragile tessuto narrativo si intrecciano le trame dell’irresistibile treno di comicità di Margherita Mignemi, cameriera affamatissima, le divertenti caricature di Luciano Fiorello (il figlio di Mancuso) e di Franz Cantalupo (uomo di fiducia di Don Lollò), la grazia speziata di Lorenza Denaro (la figlia di Don Lollò), la furbizia del prete intrigante di Riccardo Maria Tarci, in una pallida evocazione delle nozze contrastate di Romeo e Giulietta di shakespeariana memoria.
Un’occasione per poter ammirare le doti dei nostri intramontabili e inossidabili comici in un duetto dove la parola e il gesto divengono sovrane, riportandoci ai canoni di uno spettacolo all’insegna del puro divertimento, pur se la stupidità dell’uno e l’intelligenza dell’altro a confronto recuperano margini di riflessione sul significato dei rapporti umani, tra sopraffazioni e abusi dei più forti nei confronti dei deboli.
FILIPPO MANCUSO E DON LOLLO’
di Andrea Camilleri e Giuseppe Di Pasquale
Regia e scene di Giuseppe Di Pasquale
Con Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Margherita Mignemi, Riccardo Maria Tarci, Franz Cantalupo, Lorenza Denaro, Luciano Fioretto
Costumi Sorelle Rinaldi
Musiche Matteo Musumeci
Produzione Teatro della Città
Al Teatro Vitaliano Brancati di Catania fino all’11 Novembre