Una romantica fuga di cervelli in gondola
Cromatismi e decorazioni raffinate delle scene e dei costumi, musicalità garbata del dialetto veneto, cast spumeggiante in sinergica coesione corale, un testo efficace e la rispettosa ed elegante regia di Beppe Navello, sono gli appetibili ingredienti dI “Una delle ultime sere di carnovale”, fortunata commedia di Carlo Goldoni vista al Teatro Stabile di Catania. L’ultima commedia scritta a Venezia e rappresentata nel 1762 prima della sua partenza per Parigi da lui stesso fu definita “allegoria dell’addio”.
Vivace e irriverente affresco di una società che dietro le chiacchiere e i battibecchi, le amicalità e gli erotismi sottesi o palesati nasconde la crisi di un paese che aliena i suoi figli geniali per pochezza, invidia, miopia congenita, l’opera, autobiografica nei suoi tratti essenziali, si muove tra un tentativo di allegria e una strisciante malinconia, ombra di un allontanamento da Venezia che Goldoni fu costretto a lasciare nel 1762 per trasferirsi in Francia, lambito in patria dalle invidie corrosive che la sua Riforma teatrale suscitava.
L’incipit è un cammeo: la voce fuori campo di Eduardo De Filippo che prima della rappresentazione di “Miseria e nobiltà” rassicurava il pubblico che la commedia, pur se nell’idioma partenopeo, era comprensibile. Quindi il sipario si apre sull’ambientazione veneziana della casa di Zamaria, fabbricatore di stoffe. E’ la cornice di una festa organizzata in una delle ultime sere di carnevale dal padrone di casa con l’aiuto della figlia Domenica. Con gli amici invitati, artigiani e mercanti di stoffe con le rispettive mogli, vuole trascorrere una piacevole serata cenando, giocando a carte, ballando, celiando, discorrendo. Trascorrono così le ore in questa quotidianità apparentemente banale dove si decidono tuttavia i loro destini. Le storie dei vari ospiti rispecchiano vizi e virtù del genere umano con vivacità bonaria e spiccata personalizzazione. Amori e gelosie, progetti e sogni si intrecciano in un’atmosfera dove la ricerca dell’allegria si scontra con le contrarietà e gli umori instabili degli invitati.
Su tutti spicca la figura di Anzoletto/Goldoni, giovane e talentuoso disegnatore di stoffe (da notare la congruità dei costumi e delle scene colorati e disegnati, in una evocativa riproduzione del mestiere dei personaggi) che nel suo lavoro si sente inadeguatamente apprezzato nel suo luogo natio. Così ha deciso di esportare in Moscovia la sua creatività. Innamorato, ricambiato, della figlia del padrone, durante la festa chiederà la mano di Domenica che così partirebbe con lui. Ma il padre non vuole perdere la figlia e rifiuta. Sulla scena cala la tristezza di questo amore contrastato, a cui tutti gli amici cercheranno di dare sostegno.
Il lieto fine goldoniano non ci risparmierà quel senso di precarietà, instabilità e perdita affettiva del distacco che l’immagine della nave in proiezione nel finale sottolinea e suggella, anche se spaccando l’immagine di Venezia della proiezione nelle intenzioni registiche questo è un preciso richiamo ai problemi delle navi in laguna. Ci piace pensare a un distacco dalla propria terra. Chi parte… chi resta… sono solo dettagli.
Ci è piaciuta l’attenzione artistica ai costumi e alle scene. Ci ha interessato la scelta del tema e dell’uso del dialetto. Abbiamo goduto dell’interpretazione degli attori, tutti efficacemente caratterizzati. Abbiamo infine apprezzato la fusione di elementi settecenteschi rivisitati ed accostati ad elementi di coeva attualizzazione: una metafora di giovani viaggiatori di ogni tempo per necessità. Oggi a distanza di tre secoli il tema scotta più che mai. La dolcezza e la poesia di questa commedia ci restituiscono per contrasto la crudezza del problema attraverso un cast di attori giovani, con incalzante, coinvolgente identificazione.
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UNA DELLE ULTIME SERE DI CARNOVALE
Di Carlo Goldoni
Regia di Beppe Navello
Scene e costumi Luigi Perego
Musiche Germano Mazzocchetti
Luci Gigi Saccomandi
Con
Antonio Sarasso, Maria Alberta Navello, Alberto Onofrietti, Diego Casalis, Daria-Pascal Attolini, Andrea Romero, Marcella Favilla, Matteo Romoli, Eleni Molos, Erika Urban, Alessandro Meringolo, Genevieve Rey-Penchenat, Giuseppe Nitti.
Produzione TPE –TEATRO PIEMONTE EUROPA con il contributo straordinario di FONDAZIONE CRT
Al Teatro Verga di Catania fino al 25 Marzo