Le menzogne della televisione. “Ginger & Fred” alla Pergola di Firenze

Le menzogne della televisione. “Ginger & Fred” alla Pergola di Firenze

@ Raffaella De Biasi, 1 febbraio 2024

In una magica e tuttavia strampalata notte di Natale si riavvolge il nastro delle vite bizzarre di alcuni artisti, convocati  per un’esibizione dall’Ing. Lombardoni proprietario di una rete televisiva privata.

Sono anime belle, anime pure distanti e ignare della crudele  mistificazione spacciata per verità nel piccolo schermo,  scelte come animali da circo da dare in pasto agli  sponsor.

Monica Guerritore fa rivivere l’illusionismo ingenuo e tradito di “Ginger e Fred” – film fra i più amari di Federico Fellini –  e di conseguenza l’idealismo di un mondo deriso e sfruttato dal potere e dal denaro.  Il Sogno, lo spiraglio di luce e fantasia che si nasconde dietro l’oggettività viene brutalizzato, sfigurato dalla volgarità televisiva, spinto verso la parodia senz’anima.

La quinta, inizialmente buia, nuda, appena rischiarata da una flebile insegna, a un certo punto si spalanca facendo apparire in scena un set scintillante, ricco, traboccante di spumante e cibarie, dotato di sarta, truccatore e parrucchiere, che riveste le menzogne  di uno sfarzo ingannevole.

E’ in questo istante che prende vita il grande spettacolo, fatto di applausi e risate e richieste a comando al pubblico.  I riflettori illuminano in modo effimero gli artisti, che con il coraggio dei disperati raccontano o interpretano le loro vite e carriere, interrotti e zittiti di continuo e senza garbo dalla vera protagonista: la pubblicità.

La storia racconta le vite di Amelia Bonetti e Pippo Botticelli, due attempati ballerini di Tip Tap – in arte Ginger e Fred, interpretati nel film del 1986 da Marcello Mastroianni e Giulietta Masina -, che si incontrano di nuovo a molti anni di distanza dal loro momento di gloria artistica; di Carlo, in arte Rita Hayworth, trans accusato di aver portato l’amore sbagliato in prigione; di Tamara, in arte Brigitte Bardot, moglie picchiata dal marito perché vorrebbe vivere circonfusa dalle luci della ribalta televisiva; di Calzolari, un carcerato che prosegue a oltranza lo sciopero della fame per rivendicare i suoi diritti; di Felice, l’uomo coccodrillo che vorrebbe invece cantare, e del valoroso e decrepito Ammiraglio, che  muore durante la trasmissione. Anche di fronte alla tragedia la televisione omette di fermarsi, e anzi proprio i drammi diventano uno strumento per vellicare il pubblico e aumentare gli ascolti a scopi commerciali.

Monica Guerritore interpreta Ginger con sfumature sublimi, facendo risuonare in modo magistrale le molte note del personaggio creato da Fellini, forse ancor più memorabile di Giulietta Masina. I suoi sguardi di tenera gioia e puro stupore, le sue movenze femminili, a tratti svuotate di speranza, mostrano un’immensa regista e un’immensa attrice. Una regista che dal buio evoca fantasmi, indistinti eppure così vicini, ancora capaci di farci sentire sotto la pelle la passione di tempi lontani.

Un cast d’eccezione che non si concede pause, ciascun interprete dona la stupefacente sensazione ed emozione di non essere sostituibile.

L’epilogo, nel quale Ginger e Fred si lasciano nonostante il sentimento riacceso con toni vivi e intensi, viene spiegato con le parole finali di Ginger/Guerritore: ” Perché Federico ha voluto così”.

Per dirla con parole di Federico Fellini: “Non faccio un film per dibattere tesi o sostenere teorie. Faccio un film alla stessa maniera in cui vivo un sogno. Che è affascinante finché rimane misterioso e allusivo ma che rischia di diventare insipido quando viene spiegato”.

 

30 gennaio – 4 febbraio | Teatro della Pergola

(martedì, mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19, domenica, ore 16)

Monica Guerritore, Massimiliano Vado in

GINGER&FRED

di Federico Fellini, Tonino Guerra, Tullio Pinelli

adattamento e regia Monica Guerritore

con (in o.a.) Alessandro Di Somma, Mara Gentile, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla Mininno, Valentina Morini, Claudio Vanni

scenografia Maria Grazia Iovine

costumi Walter Azzini

coreografie Alberto Canestro

light design Pietro Sperduti

regista assistente Leonardo Buttaroni

direttore allestimento Andrea Sorbera

foto Manuela Giusto

produzione Teatro della Toscana, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Società per Attori

Durata: 1h e 30’, atto unico.