Čajkovskij e il suo lago incantato sulle punte georgiane della Compagnia dell’Opera di Tbilisi al Teatro Massimo Bellini di Catania

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Čajkovskij e il suo lago incantato sulle punte georgiane della Compagnia dell’Opera di Tbilisi al Teatro Massimo Bellini di Catania

@Anna Di Mauro, 29 Gennaio 2024

Con un tradizionale e pregevole allestimento del celeberrimo Il lago dei cigni il Bellini inaugura la stagione del balletto, aprendo il cartellone con una danza conclamata che sottolinea la volontà di onorarne le radici. Una scelta apprezzata e condivisa da un pubblico attento alle novità, ma accarezzato e rassicurato dai ritorni. La compagnia georgiana diretta da Nina Ananiashvili, già ballerina al Bolshoi di Mosca, nel pieno rispetto della tradizione, punta sull’accurata esecuzione ortodossa, sull’apprezzabile ricchezza e fantasia dei costumi, su una scenografia storica, su un benevolo finale, dove il cigno muore, ma al cader delle piume sboccia una donna che si unirà per sempre al suo amore. Scelta tra i molteplici finali questa metamorfosi sancisce l’amore che trionfa sul Male e sulla Morte.
La celebre danza, di origini incerte, forse due fiabe, una russa e l’altra tedesca, narra dell’amore del principe Siegfried per Odette, una fanciulla dalle sembianze di cigno di giorno e di donna la notte, vittima di un incantesimo del malvagio stregone Rothbart, che darà le sembianze della fanciulla amata alla figlia Odile per irretire il giovane il cui amore salverebbe Odette dal suo destino, fino allo svelamento della verità e allo scioglimento del maleficio.

L’eterna lotta tra il Bene e il Male assume il profilo di una fiaba dai contorni delicati e aguzzi, crudi e soavi, in un romantico balletto di grande bellezza e sentimento, ricco di suggestive figurazioni coreografiche irrorate dalle musiche intramontabili di Pëtr Čaikowskij che si snodano in suadenti scale discendenti, allusive del triste finale. Scritto per i nipoti, sfrondato dalle musiche dell’autore, con un finale tragico, mal interpretato, al debutto a Mosca nel 1877 il balletto fu un fiasco. Continuamente manipolata sia nelle musiche che nel finale l’opera fu finalmente riveduta in versione originale nel 1985 dai coreografi Petipa e Ivanov ed ebbe il meritato successo, dopo la morte del suo geniale autore. Rimane la versione più rappresentata. Al di là delle manipolazioni e complessità coreografiche de “Il lago dei cigni “il mondo della danza in quest’opera romantica ebbe un importante input innovativo. La conclamata sequenza della Morte del Cigno svelò il potenziale del corpo intero, con innovative e flessuose movenze di grande raffinatezza che andavano oltre il dinamismo degli arti, aprendo la strada alle nuove frontiere della danza russa e mondiale.
Le scene sognanti del lago fitto di fanciulle-cigno dalle bianche piume rimane nell’immaginario collettivo un mito di bellezza e caducità, a ricordarci lo splendore e l’orrore della condizione umana.

Al Teatro Massimo Bellini di Catania dal 24 al 28 gennaio 2024

 

Orchestra e Tecnici del Teatro Massimo Bellini
coreografia di Aleksej Fadeecev
da Marius Petipa e Lev lvanov
Corpo di ballo e solisti
dell’Opera and Ballet State Theatre di Tbilisi

Libretto di Vladimir Begichev e Vasil Heltzer
Coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanov
Versione coreografica e messa in scena di Alexey Fadeechev

Prima mondiale: 15 gennaio 1895 a Mosca
La prima di Tbilisi si è tenuta l’11 marzo 2016

Direttore d’Orchestra: Papuna Gvaberidze
Scenografia: Vyacheslav Okunev
Luci: Steen Bjarke
Assistenti al coreografo: Tatiana Rastorgueva, Ekaterina Shavliashvili

Direttore della compagnia di balletto
Nina Ananiashvili

Author: Anna Di Mauro

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