Movimenti dietro le quinte. ‘Camerini’ di Alessandro Riccio al Teatro di Rifredi

Movimenti dietro le quinte. ‘Camerini’ di Alessandro Riccio al Teatro di Rifredi

@ Raffaella De Biasi (14-02-2020)

Firenze – Il teatro è come la vita, i ruoli si intersecano tra l’essere oggi attori, domani pubblico e ieri aver vissuto dietro le quinte e, così facendo, si costruisce la nostra storia personale. Sul palcoscenico assistiamo a quell’immagine strutturata e perfetta che scorre davanti ai nostri occhi. I vestiti, i trucchi, l’impostazione, l’allegria e la tristezza, sono diamanti puri incastonati in una corona da fiaba eterna.

Ma c’è una vita diversa dietro le quinte, quella vita che rende segreti e magici i camerini degli artisti. Quei luoghi che vorremmo visitare e scoprire per mettere a fuoco, se non addirittura a nudo, l’anima di chi li abita cinque minuti prima della messa in scena dello spettacolo, nelle pause o a conclusione dello stesso. Riccio apre i camerini permettendoci di sconfinare in quelli che sono i segreti più reconditi, i pensieri taciuti, le ambizioni, le delusioni, le insicurezze degli attori.

Così, nel silenzio raggomitolato dietro il sipario la ragazza delle pulizie porta un bel mazzo di fiori e lo appoggia sulla consolle di Milvio, che compie gli anni, anzi semplicemente festeggia perché Milvio non invecchia, lui è la star indiscussa, quello al quale chiedere consigli e con il quale ripassare qualsiasi parte. Il suo segreto è ben nascosto e nessuno lo immagina o ipotizza. Scivoliamo dentro il nostro immaginifico mondo delle meraviglie e incontriamo i membri della compagnia per ascoltare i loro miserevoli e sempre più diffusi problemi di precarietà, fino agli espedienti per sbarcare il lunario.

L’inquietudine comune pervade quel luogo nascosto improvvisamente non più magico, i trucchi sembrano spegnersi davanti alla finzione dell’allegria. In sala è presente Bernazoi, un importante produttore, che potrebbe cambiare la vita di tutta la compagnia acquistando lo spettacolo e pagando loro i compensi per le eventuali nuove repliche. E dunque ogni ruolo diventa più difficile, ogni attore sgomita per emergere, per fare meglio degli altri. Il ritmo è serrato e le relazioni tra gli attori diventano inarrestabili conflitti. La fiamma è accesa: si va in scena. Greta, direttrice della compagnia, richiede a tutti loro sacrificio economico e tanto impegno. Chi meglio farà, si aggiudicherà il ruolo.

L’assenza forzata di un’artista ammalata costringe Massimiliano a un doppio ruolo: maschile e femminile. Cambi di abbigliamento convulsi e ineguagliabili, cuciti su misura per Alessandro Riccio, che con la sua inconfondibile naturalezza istrionica riempie il palcoscenico riuscendo a fondersi con la confusione generale e nel contempo a distinguersi per la complessa e fruibile sperimentazione di un nuovo spazio, che concerne l’animo e la funzione dell’attore. L’esplorazione di questa ricerca è un cammino accorto e impegnato, ricco anche di ripensamenti, dentro il quale persona e interprete interagiscono continuamente.

Gli applausi sono terminati, lo spettacolo avrà le sue repliche, è piaciuto. Le luci si spengono, prima in sala e poi anche nei camerini. Quando finisce uno spettacolo c’è sempre un po’ di nostalgia, di rammarico ma questo – a differenza di quanto succede nella vita – può avere sempre un nuovo inizio.

Camerini

scritto e diretto da Alessandro Riccio

con Miriam Bardini, Maravillas Barroso, Celeste Bueno, Sabina Cesaroni, Piera Dabizzi, Daniela D’Argenio Donati, Daniele Favilli, Amerigo Fontani, Ian Gualdani, Vieri Raddi, Duccio Raffaelli, Alessandro Riccio, Vania Rotondi, Maria Paola Sacchetti, Teresa Scaletti

luci Lorenzo Girolami

costumi Daniela Ortolani

aiuto regia Amina Contin

produzione Tedavi’98