Le parole nascoste. A Catania il Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards per la stagione dell’A.M.E.
La suggestione del canto, steso come un bianco lenzuolo tra i performer e gli spettatori, accompagnato da suoni e movimenti dei corpi, attenti alle vibrazioni della melodia, avvolge e rompe schemi e tradizionali strutture del canto per accogliere questo insieme, in action armonizzante. Il titolo dello spettacolo “Parole nascoste” fa pensare ai tesori nascosti di tanta letteratura d’avventura. Proprio di un tesoro nascosto e di una bella avventura si tratta per questo evento teatrale creato nel 2013, frutto di una ricerca sull’essere umano e sul suo complesso funzionamento. In un‘intervista a Mario Biagini e Felicita Marcelli abbiamo appreso che la ricerca per approdare a questo spettacolo è durata sei anni, protratti in un lungo e impegnativo lavoro giornaliero del gruppo cosmopolita di Pontedera, in Toscana, sulla linea segnata dal fondatore del Centro, Grotowski, nel lontano 1986 e da lui condotta per ben tredici anni fino alla sua morte. L’eredità di questo percorso raccolta e portata avanti da Thomas Richards e Mario Biagini, da lui designati come membri chiave del gruppo di ricerca, in questo concerto ci sposta dai piani consueti della drammaturgia canora classica per immergerci nella magia dei canti della tradizione afro-americana, accompagnati da brevi frasi e da testi tratti dal Vecchio Testamento e da fonti della prima cristianità, in una modulazione articolata dall’insieme dei corpi in action che l’attenta regia di Mario Biagini rende fluida e fresca come un fiume tranquillo.
Ci abbandoniamo alla sua corrente e siamo consapevoli di trovarci in una serena atmosfera di tensione, tesa dall’intenzione che soggiace al progetto artistico. Un gruppetto di persone di diversa etnia si incontrano e si interrogano sui propri miti, davanti alla città. E’ una domanda aperta: Quale il senso, l’urgenza, l’azione di questi canti oggi? Cantano le radici e le vivono sui loro corpi, in una ricerca vivificata e vivificante, che trasforma e conduce per nuove vie chi agisce e chi assiste. E’ una sorta di rituale profano in progress che si propaga nell’aria e avvolge magicamente tutti, attori e spettatori, in un unicum inscindibile e irripetibile. Le voci scorrono e si alternano tra il solista di turno e le voci di fondo che accompagnano ed esaltano la melodia offerta allo sguardo. Si avverte una crescente armonia che avvolge in una totalità in continua evoluzione e interazione. Grazie all’A.M.U. siamo di fronte a una rara occasione di poter assistere a una performance di matrice grotowskiana. L’Open Program, nato nel 2007 su iniziativa di Mario Biagini, è formato da 9 attori provenienti dai vari continenti, che affiancano alla ricerca personale di una qualità diversa di interazione ed ascolto, gli incontri con gruppi e persone non necessariamente provenienti dal mondo del teatro. Al loro arrivo a Catania i performer, impegnati in due concerti serali per l’Associazione Musicale Etnea, hanno iniziato un fitto calendario di incontri e laboratori con le realtà del territorio interessate, in una gradevole e nutriente atmosfera di cordiale semplicità al tempo stesso intrisa di profonda competenza. Gruppi corali di varia formazione, teatranti, appassionati, hanno partecipato con entusiasmo agli eventi dell’Open Program, vivendo insieme interessanti momenti di confronto e canto che culmineranno Domenica 27 Gennaio alle ore 21.15 in un Open Choir presso la Basilica della Madonna del Carmine.
LE PAROLE NASCOSTE
Regia di Mario Biagini
Open Program
Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards
Con
Mario Biagini, Thomas Gasser, Agnieszka Kazimierska, Pauline Laulhe, Eduardo Landim, Felicita Marcelli, Daniel Mattar, Jorge Romero Mora, Graziele Sena Da Silva.
Stagione concertistica dell’Associazione Musicale Etnea di Catania
Al Centro Zo di Catania