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Parola d’ordine: Condivisione. Sul palco del Roots i vampiri del 2000

Parola d’ordine: Condivisione. Sul palco del Roots i vampiri del 2000

Corrono, scalpitano, seducono, digrignano i denti, famelici, ferini, si muovono incessantemente, affamati e minacciosi. Sono loro, i Dracula del nostro secolo, il secolo delle immagini: le trasmissioni becere dei canali TV, Facebook, WhatsApp, Google+, Instagram, Youtube, etc. tutti pronti a fagocitare la nostra effigie e la nostra privacy agli occhi di un mondo divenuto iconofago.

Tre giovani attori e quattro allievi del laboratorio teatrale di Roots, diretto da Steve Cable, che ne ha curato la regia, hanno dato vita alla divertente messa in scena “Anima in scatola”, garbata, dinamica, efficace pièce, scomposta in quadri situazionali senza soluzione di continuità. Lo spettacolo mette in berlina con sapiente ironia le smanie di condivisione della propria intimità nel nostro tempo, esposta impudicamente dai social in una gragnuola di immagini, non disgiunte da imponente sproloquio narcisistico, laddove i maniaci esibizionisti/guardoni fanno la ruota, pavoneggiandosi e facendo a gara oltre i limiti del buongusto e del senso della misura. La tenerezza di due innamoratini, schivi e scevri da bulimiche esibizioni, prede sfuggite al cappio, davanti alla disperazione degli impotenti vampiri-social chiude la pièce con un gesto di speranza. La verve e l’energia dei giovani attori, guidati con perizia e rigore dal loro maestro, fanno di questo spettacolo un divertente e stimolante percorso di riflessione sui nostri difetti.

Secondo la visione di un teatro etico, in un fil rouge da Aristofane a Molière a Dario Fo, specchio di vizi e virtù, dopo l’accattivante “Uomo maturo”, questo secondo lavoro di Steve Cable, nell’ambito della rassegna “Underground Rivers”, insiste felicemente sul tema di una comunicazione difettosa, laddove i graffiti del turpiloquio del primo lavoro di Cable diventano la logorrea di un tentativo abbellito di esporsi, che nasconde la feroce solitudine dell’essere umano e l’ancor più feroce dipendenza, manipolazione e controllo, in cui stiamo sprofondando.

Che sia vera la credenza dei primitivi che la fotografia rubi la nostra anima?

ANIMA IN SCATOLA

Testo e regia di Steve Cable