Lo spettatore risvegliato. ‘Museo – Folle rapina a Città del Messico’ di Alonso Ruizpalacios (Mexico 2017)

Lo spettatore risvegliato. ‘Museo – Folle rapina a Città del Messico’ di Alonso Ruizpalacios (Mexico 2017)

Ecco un altro titolo davvero sorprendente, non a caso insignito l’anno scorso del titolo di migliore sceneggiatura al Festival di Berlino, passato inosservato nelle nostre sale. Eppure, non so nelle altre città ma a Roma era uscito bene. Il pubblico però, nonostante il richiamo esercitato dal protagonista Gael Garcia Bernal, non ha risposto, distratto dalle solite serie tv, dal calcio o scoraggiato dal maltempo eccezionale, dai cortei e dagli scioperi dei mezzi pubblici. O semplicemente, come temo, per via dell’omolagazione del suo gusto, per la voglia inconscia di vedere il film che vedono tutti e di cui si parla dappertutto (l’eccellente “Il verdetto”, l’interessantissimo “Tutti lo sanno”), l’assenza di curiosità per il titolo di cui si sa di meno, quello che danno nella sala 3 della multisala.

Ed invece lo spettatore dal fiuto fine, il cinefilo autentico, quello che si fa guidare dalla sua avidità di sguardo anzichè dalle smanie opinionistiche, l’intenditore non conformato dovrebbe sapere che bisogna gettarsi subito sui film “pericolanti”, quelli che la settimana successiva, se tutto va bene saranno relegati in sale periferiche e disagevoli da raggiungere o, peggio, saranno scomparsi dalla programmazione. Ma la voglia dei sedicenti intenditori di unirsi al coro dei commenti sui film à la page, di dire la loro a qualunque costo, è tale da fargli trascurare certi titoli più commercialmente fragili, gli stessi che invece avrebbero dovuto sostenere con il loro apporto e poi con il passaparola. È una delle tante piccole responsabilità che dalla critica fino al pubblico presunto più avvertito, ha progressivamente negli anni decretato l’impoverimento e l’appiattimento della programmazione delle nostre sale, senza contare la ricaduta sul mercato televisivo le cui linee guida, anche per questi pregressi, dai tempi di Tele+ si sono fatte sempre più banali, quando non corrive o scadenti, nonostante la proliferazione dei canali tematici dedicati al cinema. C’è dunque alla base di questo inarrestabile arretramento una responsabilità collettiva, peraltro sempre negata con atteggiamenti fatalistici o deterministi o con speciosi distinguo da quanti dovrebbero invece profondersi nella divulgazione del cinema di qualità inteso nelle sue varie declinazioni.

Questa non è una rubrica di recensioni (francamente non credo che Fb valga la pena di tale impegno, a meno che non vi si riediti qualcosa di già scritto per altri usi) ma di semplici segnalazioni. E sicuramente il film del messicano Ruizpalacios merita di essere focalizzato, non solo per l’originalità della storia ma anche per il tratteggio dei personaggi, sia i protagonisti, scombiccherati rapinatori d’occasione al cui confronto “i soliti ignoti” monicelliani sembrano “i sette uomini d’oro” o i tanti ingegnosissimi trafugatori d’opere d’arte visti mille volte sullo schermo, ma pure quelli di contorno, come anche per la colonna sonora inattesa e apparentemente incongrua ma invece efficace (Nick Drake) e soprattutto per il modo di girare, originale, libero, disinvolto, a tratti trasognato.

Segnalato sul profilo facebook dello storico del cinema Ugo G. Caruso