VENEZIA 75. E’ il primo uomo, ma il suo nome non è Adamo. ‘First Man’ apre il Concorso ufficiale

VENEZIA 75. E’ il primo uomo, ma il suo nome non è Adamo. ‘First Man’ apre il Concorso ufficiale

 

Siamo in volo. Un volo rischioso, denso di fragori e di ferraglie incandescenti. L’aereo sembra stia per schiantarsi. In primissimo piano, quasi a bucare lo schermo, il volto del pilota, contratto, imperlato di sudore. Stiamo per cadere, insieme a lui… avvolti e avvinti dalla suspence che domina incontrastata la prima scena di un film impeccabile. L’aereo non cadrà. Ha solo sfiorato l’atmosfera terrestre.

Così si apre “First man”. Il pilota è Neil Armstrong, il primo uomo a toccare il suolo lunare, interpretato con intensa partecipazione da Ryan Gosling, affiancato da un ottimo cast. Il film, tratto dalla biografia ufficiale “First man” è la sua storia e la storia delle imprese spaziali di un’America che negli anni ’60 ha ingaggiato una delle sfide più ardite della storia dell’umanità. Opera di forte impatto, sia dal punto di vista emotivo che razionale, ricostruisce il diario intimo e familiare dell’astronauta, schivo e umile nella sua asciutta semplicità di antieroe, con tocchi intensi e delicati. La ricchezza degli ingredienti, perfettamente calibrati e sapientemente orchestrati da un’accurata regia, l’importanza della vicenda umana, l’interpretazione intensa e coesa, il montaggio dinamico e incalzante, la fotografia concentrata sui volti e sugli oggetti accanto alla suggestione dello spazio cosmico, la forza dei sentimenti, sul filo di una tensione costante, ci immergono nella febbrile atmosfera degli “eroi” spaziali, ma anche nei loro dettagli umani, rendendoceli più vicini e reali.

Attraverso la potenza delle immagini e una sceneggiatura essenziale, assaporiamo il coraggio e le intenzioni di un mestiere che fa sognare, che ci trasporta in una dimensione atemporale, accostata a un quotidiano pregnante, che ridimensiona ed esalta, in un contatto ben intrecciato, conducendoci in un preciso percorso di dolore e speranza. Andare sulla luna e accettare la morte della figlioletta sono i due piani paralleli su cui scorre la vicenda di Neil Armstrong, le sfide fondamentali che hanno segnato la sua vita, solchi indelebili che si congiungeranno nel finale insieme epico ed elegiaco; la scena suggestiva e toccante dell’allunaggio, perfettamente ricostruita, dove i due piani si ricongiungono in una scia emozionale che perdura oltre il fatidico The end.

Esplorare lo spazio è vedere la realtà da un’altra prospettiva”, dirà Neil Armstrong durante un colloquio preliminare alla NASA. Dal progetto Gemini allo storico allunaggio dell’Apollo 11 nel 1969, in un percorso di laceranti contraddizioni, costellato di morti e sconfitte, suscitando l’indignazione degli americani e delle famiglie di questi piloti spaziali senza un sicuro domani, si snoda la complessa e conflittuale vicenda della conquista del Cosmo, suggestiva quanto pericolosa. Le gare Russia-America e i fallimenti dei raffinatissimi “giocattoli”, ben evidenziati nel film, ci hanno proposto dubbi e riflessioni sulla corsa verso la magica sfera della luna, decantata da poeti, letterati, drammaturghi, esplorata da scienziati, ora divenuta suolo su cui imprimere l’orma del primo uomo, che non è Adamo. La prospettiva è cambiata.

Un sentito e sapiente omaggio al primo uomo sulla luna diviene nelle mani del giovane Damien Chazelle, già star consacrata in tandem con Ryan Gosling con “La la Land”, un delicato omaggio alla sua umanità e all’umanità intera.

FIRST MAN

Regia Damien Chazelle

Con Ryan Gosling, Claire Foy, Pablo Schreiber