‘L’uomo segreto’ Ennio Flaiano
Quello con Flaiano e le sue opere è un incontro imperdibile per tutti gli appassionati di cinema, teatro e letteratura ma soprattutto di quel lungo periodo al contempo travagliato, fecondo e affascinante del nostro paese, lo stesso raccontato in mille modi dallo scrittore pescarese attraverso racconti, pièces teatrali, aforismi, recensioni, annotazioni, pensieri sparsi, soggetti cinematografici, sceneggiature ed un unico grande romanzo.
Di Ennio Flaiano mi sono già occupato tante volte in passato in molte forme e in vari luoghi, spesso ispirato dall’intento di sovvertire o almeno correggere un po’ l’immagine stereotipata del battutista folgorante, dello sceneggiatore svogliato, dello scrittore dispersivo e del flâneur notturno.
Per avvicinarsi a Flaiano può essere utile il documentario di Nino Bizzarri “L’uomo segreto”, inedito in Italia, che svela alcuni aspetti più intimi della personalità dello scrittore pescarese, in contrasto con l’immagine consolidata.
“L’uomo segreto” è un ‘ritratto d’autore’ di grande qualità visiva e sonora, che tralasciando ed in parte sovvertendo l’immagine fin qui consegnataci di Ennio Flaiano come scrittore brillante, uomo spiritoso, fustigatore dei costumi, critico per necessità, amico ombroso e un pò permaloso, ce ne rivela l’indole più intima, malinconica e spesso dolente, propria di chi sin dall’infanzia ha conosciuto in varie forme l’infelicità.
Attraverso le testimonianze della moglie Rosetta Rota e di Anna Proclemer, Raffaele La Capria, Tullio Pinelli, Franca Valeri, Masolino D’Amico e Bruna Parmesan ci restituisce un Flaiano più vero e profondo, lontano dalla vulgata.
Scrittore esistenziale, notturno e a suo modo religioso, Flaiano è da considerarsi uno dei grandi autori italiani del Novecento.
“L’uomo segreto” mostra il suo cuore tragico e il suo essere poeta. Rischiara il suo lato umano — il rapporto con la madre, la moglie, la figlia malata, e le altre donne — che nessuno ha mai potuto raccontare perché ostinatamente e sistematicamente da lui sresso celati. E scava nel rapporto ombroso, eppure viscerale, che lo legava a Pescara, la città dov’era nato e dove un giorno, ancora bambino, era stato messo da solo su un treno per Roma, con una piccola valigia, qualche libro, vestiti niente…