Una sciarpa rossa intorno al collo. “Il mondo non mi deve nulla” con Pamela Villoresi, al Verga di Catania fino all’8 aprile

Una sciarpa rossa intorno al collo. “Il mondo non mi deve nulla” con Pamela Villoresi, al Verga di Catania fino all’8 aprile

La classe operaia non va più in paradiso, ma si dà al furto in questa commedia noir in sottoveste di seta e tuta da lavoro. Una coppia casuale. Due mondi lontanissimi uniti da uno spleen pervasivo, come una sbornia, fra riso e pianto, tesi sul filo di un comune disagio esistenziale sopra le righe. I due estremi si sfiorano nella drammaturgia di “Il mondo non mi deve nulla”, thriller dai toni irridenti, tratto dal romanzo di Massimo Carlotto, traslando dai toni ironici ai pungenti e sarcastici racconti velati di tristezza, giocando un intenso rapporto sul doppio binario del conflitto sociale e umano.

In una insolita Rimini silente, attraverso una finestra aperta, richiamo irresistibile, un ex operaio in cerca di espedienti si introduce in una lussuosa dimora in dichiarato stile Déco, dove sdraiata su un rosso canapè una matura e affascinante bionda, (si rivelerà una tedesca ex croupier), accoglie il ladro senza battere ciglio. Questi singolari ingredienti confluiranno in una proposta indecente. La stravagante signora ancorata dai ricordi al bel mondo, in piena crisi economica ed esistenziale, tratta benevolmente il ladro che non comprende la sua disponibilità. Il ruspante Adelmo si indispone a sua volta, fino a quando Lise non gli rivelerà che vuole chiudere la sua esistenza chiedendo freddamente di essere strangolata al povero, sbigottito delinquente occasionale, senza lavoro e senza prospettive, allettandolo con una ricca ricompensa: 120.000 euro.

E’ il prezzo dell’eccidio, la somma rimasta alla donna dopo essere stata rovinata dalla banca, paradossalmente insufficiente per vivere secondo i suoi criteri di alto tenore di vita. Teutonica e piacente Lise seduce l’uomo per i suoi scopi mentre trascende l’attaccamento alla vita inseguendo la morte liberatrice. Ha amato una volta sola e adesso, sola e “spiantata”, vuole uscire di scena, una scena claustrofobica che a tratti si anima di trasparenze disegnate su cui si stagliano poetici fiori, stelle, evanescenti tocchi di fiaba a fronte del trucido progetto.

 

Pamela Villoresi

L‘avvenenza di Lise, beffarda nella sua maturità prorompente accostata alla rozza ingenuità del disorientato Adelmo, si fa esplosiva, creando effetti di ambigua fascinazione erotica di un’élite dominatrice sulle classi proletarie. La seduzione del lusso, della ricchezza, dell’eros della femmina di lusso, a fronte di Carlina, la sua proletaria compagna squallidamente dominatrice e persecutrice, finisce per straripare in un gioco d’azzardo che coinvolge il sedotto Adelmo suo malgrado fino al colpo di scena finale.

Il pesciolino cadrà nella rete? Due falliti in cerca di una soluzione che non tarderà a venire, giocheranno un’inquietante partita in un’atmosfera dai bordi taglienti, nonostante la morbidezza degli arredi e delle curve dell’anelante moritura che sfodera il suo sex appeal senza trascendere i limiti di un fascino raffinato. Si sorride persino nel duro finale, mentre i due si misurano in questo strano duetto lasciando intravedere i dettagli per un cambiamento.

Affidata interamente alla strana coppia, contrastante nei toni, nei discorsi, nelle movenze, nei corpi, la pièce si avvale della presenza dominatrice di una esuberante signora della scena, Pamela Villoresi, che accende di una luce inquietante e di un teso vigore il palco, affiancata in stridente, calzante accostamento, dalla ben artata semplicità e goffaggine di Claudio Casadio. Incastonati in una raffinata e accurata scenografia, sospesi tra la realtà e il sogno, i due si lasciano andare a un buffo duetto cinico/melò, al di là del patetico, fino alla tragicomica, attesa/inattesa conclusione che tuttavia per Adelmo, che intanto si è lasciato alle spalle senza rimpianti la Carlina, finirà inaspettatamente per aprire spiragli di vita. Garbato invito a provarci, a vivere, guardando la morte in faccia.

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IL MONDO NON MI DEVE NULLA

Di Massimo Carlotto

Regia Francesco Zecca

Scene Gianluca Amodio

Musiche Paolo Daniele

Costumi Lucia Mariani

Disegni Laura Riccioli

Con Pamela Villoresi e Claudio Casadio

Produzione Teatro e Società

Accademia Perduta/Romagna Teatri e CSS Udine

Al Teatro Verga di Catania fino all’8 Aprile