Non sprecate l’aria. Ottavia Piccolo con “Occident Express” al Teatro Verga di Catania
Si può ascoltare il racconto in prima persona dell’odissea di sopravvivenza di una donna per raggiungere la salvezza ben 90 minuti filati senza mai staccare l’attenzione dall’ossuto monologo/racconto? Sì, se a interpretarlo è una eccellente Ottavia Piccolo, accompagnata dal tappeto di suoni arabescanti di una suggestiva orchestra in palco, sostenuti da un testo radicale che è la storia di Haifa, rivisitata dalla poetica lucidità del taglio drammaturgico di Stefano Massini.
Già con “Lehman Trilogy” e “Balcan Burger” l’autore mostrava questa vena di ricercatore di storie a cui dare vita in palco. Storie epiche e neglette a cui dare dignità e risonanza, o preziose testimonianze di un mondo a parte, dove ancora la guerra e la sopravvivenza sono di casa, storie terribili, inimmaginabili, rimaste sconosciute se non fossero gli stessi protagonisti a narrarle a qualche uomo di buona volontà pronto a raccoglierle. La storia di Haifa Ghemal è una storia vera raccontata a Stefano Massini. Da qui è scaturito un testo teatrale, curato da Erik Fink e da Ottavia Piccolo che ne è anche interprete con l’Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Erik Fink.
Una triade che ha dato vita al pregevole “Occident Express”. Tragedia moderna in chiave concertistico/letteraria, l’opera mette in scena la narrazione del drammatico viaggio nel 2015, dalla Siria alla Svezia, della vecchia Haifa e della sua nipotina, uniche sopravvissute della famiglia, scampate agli eccidi siriani. A raccontare l’incredibile epos è Haifa, nata per star ferma, come la definiva la sorella, che compie invece 5.000 chilometri sulla rotta dei Balcani, dove la morte è sempre in agguato. Non è stata una scelta di Haifa. La vita ha scelto per lei. Costretta a fuggire, migrante, ma non per scelta, come i suoi compagni di viaggio. Un viaggio allucinante dove gesti estremi (come la discesa nel tunnel del gasdotto) sbocciano per disperazione. Nella lunga intervista raccolta da Massini, la stessa Haifa, che ora vive a Stoccolma, si schermisce dicendo che lei non ha fatto nulla di straordinario. Un’antieroina costretta a indossare panni che non le appartengono.
Questa sobrietà è lo stilema dello spettacolo, dalle tonalità grigie, pacate, quasi a sottolineare il tono minore di una umile testimonianza che è la scelta registica e interpretativa di Ottavia Piccolo. Al centro di un palco geometricamente scolpito da un poligono domina la figura di Haifa, semplice e lieve, modesta e forte al tempo stesso nella sua lucida e dettagliata narrazione, attorniata quasi amorevolmente dai musicisti dell’Orchestra multietnica di Arezzo che animano la scena con i loro corpi in un costante spostamento, parafrasi del viaggio, e con l’esecuzione di suggestive melodie di originale composizione. Il delicato melologo nel suo impianto drammaturgico richiama la classicità della tragedia greca, dove il protagonista dialoga con il coro, che qui non ha voce, ma il linguaggio universale della musica, perché non ci sono parole davanti all’orrore della bestialità umana.
Nasce così una preziosa tessitura di voce e suono, illuminata da evocativi fasci di luce sullo sfondo, unico compiacimento scenografico, offrendo una descrizione caparbiamente monotonale di una vicenda emblematica di migrazioni che quotidianamente solcano i nostri spazi europei contemporanei in un costante clima di indifferenza, diffidenza, incomprensione, rifiuto. L’obiettivo di far conoscere una storia che spezzi l’indifferenza ha condotto gli artisti di “Occident Express” a tradurre il racconto di Haifa, con sensibilità e originalità, in un tessuto teatrale dalla stesura monocorde dove si coglie un nucleo di bellezza, ma anche di fragilità, a fronte di un tema forte come il ferro tradotto in morbido velluto.
“Non sprecate l’aria” frase rozza dei trafficanti di morte rivolta ai poveracci stipati nel treno, reiterata nel finale fino ad esaurirsi con la luce e i suoni, ci consegna un orrore trasfigurato che non si dimentica. Ottavia Piccolo dichiarando nelle sue note sullo spettacolo: “Mi metto in cammino con Haifa e dopo non sarò più la stessa”, ci invita a un cambiamento di rotta che a parole tutti vorremmo, ma che, imbelli, non osiamo portare avanti. Davanti alla storia di questa donna semplice e inconsapevolmente mitica, noi, gli Indifferenti, non possiamo che chinare la testa.
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OCCIDENT EXPRESS
(Haifa è nata per star ferma)
Scritto da Stefano Massini
A cura di Enrico Fink e Ottavia Piccolo
Con Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica di Arezzo
Musica composta e diretta da Enrico Fink
Disegno luci Alfredo Piras
Produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Officine della Cultura
Al Teatro Verga di Catania fino al 15 Aprile