Il delirio tecnologico del ‘Tifeo’ di Turi Zinna inquieta al Centro Zo di Catania

Il delirio tecnologico del ‘Tifeo’ di Turi Zinna inquieta al Centro Zo di Catania

Per la rassegna Altrescene, Sezione Nuova drammaturgia siciliana, nel teatro di Turi Zinna la rappresentazione si sviluppa attraverso una prevalenza di videoproiezioni trascorrendo tra effetti sonori, estreme sollecitazioni dei sensi, chiamati ad acuire il tragitto della mente. Il risultato è un percorso particolare nell’ambito della drammaturgia catanese, dal respiro ostico, che tocca regioni complesse, offrendo coesistenze di linguaggi multimediali che interagiscono con la voce, con il corpo, in un coeso frastuono esistenziale condiviso.

Ci invade e ci sommerge questo “Tifeo, il tradimento dell’orecchio”, seconda parte di un dittico, pur dotato di vita propria, con “Soggiornando vicino”: il gigante e il misconosciuto poeta etneo Turi Salemi, accomunati dallo stesso dinamismo devastante.

Arcaico-cibernetico occhieggia dalla scena il mitico Tifeo, titano schiacciato dalle zolle di una Sicilia senza tempo (per altre fonti l’isola è Ischia), per volere di Zeus, a cui il gigante si era ribellato, tentando la scalata al cielo. Qui il gigante, indagato nel disagio psichico della mente, opprime la sua natura arcaica, soggiacendo alla violenza devastante di “un mondo migliore” veicolato dall’ipertecnologia sonora a cui lo sottopone ipnotizzandolo il Dott. Cadmo . A questa “cura” di normalizzazione della bestia che giace in lui (in ognuno di noi), il mostruoso Tifeo si ribella, conformandosi volontariamente alla cultura dominante, come estremo tentativo di insubordinazione, fino al taglio dell’orecchio.

Un’impotenza temibile emana dall’uomo dalla testa escoriata, posto al centro di pareti virtuali, dove scorrono immagini pulsanti, tra suggestioni sonore, a tratti assordanti dissonanze distorte. Inquietante e sovrabbondante la Techne fa piazza pulita di una natura che si manifesta negli esiti sussultanti di un corpo che arrota la voce, la sfianca e la divora, mentre continua il bombardamento tecnologico. Percorso da incessanti segmenti di luce che lo tagliano e lo storpiano, il titano entra ed esce dal video – filo spinato che si inerpica, proiettato sulle pareti di uno spazio cerebrale condiviso. Immagini di forte suggestione da cui la parola evade per riconoscersi.

Un’esperienza drammaturgica di sperimentazione che Zinna, autore, attore, regista indaga per trasportarci in una inquietante dimensione spazio-temporale di una realtà filtrata da una chiara volizione: dateci un sogno e noi lo rappresenteremo, tra protoni ed elettroni.

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TIFEO, IL TRADIMENTO DELLORECCHIO

Scritto, diretto, interpretato da Turi Zinna

Musiche dal vivo e ingegneria del suono Fabio Grasso- Giancarlo Trimarchi

Interattività scena digitale di Luca Pulvirenti/laboratorio Mammasonica in collaborazione con Piero Douber( Hackspace)

Scena Salvo Pappalardo

Disegno luci Aldo Ciulla

Supervisione artistica di Federico Magnano di San Lio

Produzione Retablo in coproduzione con Zo

Al Centro Zo di Catania