Una proposta…indecente? Il papato in gonnella
Provocatorio, denso di dettagli storici, “Sic transit gloria mundi” si presenta al pubblico catanese con il suo evocativo titolo, per la collaudata rassegna Palco Off.
La frase in latino faceva parte del cerimoniale per l’investitura del Papa, a cui la frase veniva ripetuta tre volte durante il percorso verso la consacrazione, a memento della precarietà e della vanità di ogni cosa, compreso il papato naturalmente. E’ notorio tuttavia che questa vanità sia stata ad esclusivo appannaggio maschile!
Il pluripremiato monologo dagli accenti ironici, a volte sarcastici, spietati nella loro apparente leggerezza, denuncia la consuetudine, svela le oscure trame, con un dotto testo, sostenuto da un’interpretazione versatile. Sulle nefandezze della chiesa cattolica sono stati versati fiumi di inchiostro. A questo fiume si aggiunge ancora questa goccia drammaturgica dalle dichiarate angolazioni femministe, storicamente ineccepibili.
Che la chiesa cattolica sia maschilista è cosa risaputa. La vexata questio qui si ammanta di un “Perché no un Papa donna?” Il quesito verrà indagato durante la pièce con dovizia di particolari. Il suggestivo incipit di sapore caravaggesco ci immerge in un’atmosfera ieratica, dai toni apparentemente solenni per poi sterzare in una frantumazione di immagini e di episodi sul filo di una costante, garbata, inesorabile ironia, volta a dimostrare l’illogicità dell’esclusiva “maschile” per uno dei ruoli più importanti del mondo: Il Papa. Ladri, assassini, incestuosi, pederasti, sono tutti accolti sotto la tiara papale, ma le donne no! Non si trova scritto o sancito da nessuna parte, eppure la consuetudine, suffragata dai pareri illuminati di filosofi, santi, Padri della Chiesa, vuole che nessuna donna, specie ritenuta inferiore e impura, osi accostarsi al soglio pontificio.
Dalla constatazione di questo atteggiamento portato avanti dalla chiesa cattolica, non certo all’avanguardia, alla sorridente fantasia di una Papa nelle muliebri vesti di un’Elisabetta Prima, anche incinta, il passo è breve. Apertura, accoglienza, amore, in memoria di Cristo affiorano da un monologo di sapore illuministico, il cui obiettivo non è certamente assecondare l’ambizione della donna a tanto potere, bensì sottolineare la ridicola fragilità di un sistema che è stato violento e ottuso, che può rinnovarsi, senza più mostrare i suoi canini spuntati. La grazia delicata dell’interpretazione contrasta con la crudezza dei fatti. Il gioco è fatto: Sic transit gloria ecclesiae…
SIC TRANSIT GLORIA MUNDI
Testo e regia di Alberto Rizzi
Con
Chiara Mascalzoni
Luci e fonica Manuel Garzetta
Produzione di IPPOGRIFO PRODUZIONI (Verona)
Per PALCO OFF alla Sala Chaplin di Catania