Sogni dietro le sbarre. “Sogno di una notte a Bicocca” al Centro Zo di Catania

,   

Sogni dietro le sbarre

Sognare è possibile dietro le sbarre di una prigione? Se tra le grigie mura entra il Teatro e la fantasia sciogliendo le catene e i ceppi dell’anima  imprigionata, sì. Nella Casa Circondariale Bicocca, carcere di alta sicurezza, questo miracolo è accaduto, complici Shakespeare, una direttrice evoluta, una figlia d’arte che ha seguito con passione le orme paterne e materne, continuando il sogno di una famiglia dedita al teatro, perno della propria esistenza.

“Sogno di una notte a Bicocca”  in scena al Centro Zo di Catania è la toccante trasposizione drammaturgica di un laboratorio condotto nel 2012  da Francesca Ferro, attrice e regista catanese, nel carcere di Bicocca a Catania.

Con una intensa operazione artistica e umana la Ferro racconta  l’esperienza tra le più belle di tutta la sua carriera, densa di emozioni fortissime, come scrive  nelle sue note di regia. Un’esperienza  inscritta in   una realtà dolorosa, scucita e traslata con un opportuno taglio registico dai toni semplici, lievi, sinceri,  improvvisamente turbati da dirompenti squarci di quel dramma umano che si consuma dietro le sbarre,  nell’amaro umorismo della loro assurda  condizione, che la pietà di chi, al di qua delle  sbarre sente per quelle esistenze chiuse e deprivate, vela di una lacrima di compassione per queste scarne esistenze, trascinate tra sensi di colpa per azioni commesse in un momento di inconsapevolezza, o  trucemente perpetrate nel tempo, con ruoli di oscuro potere rivendicati, soprusi, sessuomanie, momenti di umanità, ricordi insostenibili. Escrescenze dolorose di vite spezzate. Inevitabile il coinvolgimento.

In questo inferno terreno si apre come il fiore di Puck la magica  realtà del teatro. Una direttrice rigida, ma attenta, (la delicata Ileana Rigano) consente un  laboratorio teatrale. L’opportunità di far trascorrere più velocemente il tempo infinito della carcerazione, o qualche ricordo di teatri parrocchiali, o ancora una fuga dalla triste realtà, spingono un gruppo di detenuti a scegliere questa attività. Sono assassini, spacciatori, ladri, sfruttatori della prostituzione, malavitosi. Abbandonato il loro “teatro” di rissose battute, sconce e provocatorie, alle prese con Shakespeare e il suo leggendario “Sogno di una notte di mezza estate” saranno attori e sognatori.

Inizialmente il rapporto tra la regista (interpretata dalla stessa Ferro) e i detenuti  è teso e viziato dai ruoli sessuali: una donna giovane e avvenente in mezzo a  un branco di maschi e, come se non bastasse, l’assegnazione delle parti con ruoli femminili  necessariamente ricoperti da loro stessi che sono tutti uomini. Gradualmente, tra  varie difficoltà,  il progetto teatrale finirà per coinvolgerli, fino alla sua rappresentazione, filtrata dalla loro esperienza e appartenenza. Fedelmente trasposta, ma colorata di vernacolo e di luoghi a loro  familiari (il magico bosco sarà il boschetto della Playa), la  commedia scorre esilarante fino all’ emozionante epilogo che scardinerà le porte di una prigione  diventata solo fisica, anche se per poco. Ma la strada è indicata.  Surreale e calzante, la storia di Shakespeare diventerà la loro storia e il loro Sogno, mentre Il rapporto con la Ferro avrà una svolta amicale e affettiva. La tragicità della loro condizione si trasformerà così in un anelito alla vera libertà, quella del cuore e della mente.

Di fronte a questa umanissima vicenda artistica non si può che apprezzare la coraggiosa  professionalità della Ferro, in tandem con la forza sinergica di un cast  impegnato a restituire il dramma umano dei veri protagonisti ai quali lo spettacolo è dedicato, tutti ancora dietro le sbarre.

*****

SOGNO DI UNA NOTTE A BICOCCA

Scritto e diretto da FRANCESCA FERRO

Aiuto regia  Maria Chiara Pappalardo

Musiche Massimiliano Pace

Scenografia Arsinoe Delacroix

Con

RIGANO/ ZUMBO/ OPINATO/ LAVIANO/ ZAPATO/ AREZZO/ ATTARDI/ MAUGERI/ RICCA/ MARINO/ DANY BREAK / FERRO.

Produzione Teatro Mobile

Al Centro Zo di Catania

Author: Anna Di Mauro

Share This Post On