Sauro BORELLI- Un richiamo alla vita (“Indizi di felicità”, il nuovo film di W. Veltroni)

 

Il mestiere del critico

 

 

UN RICHIAMO ALLA VITA

Gli

“Indizi di felicità”, il nuovo film di Walter Veltroni

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Che Walter Veltroni, smessi i panni del leader politico, si fiondasse, con tutta la passione di cui ha dato prova in tante occasioni, nel mare magnum del cinema, non era né improbabile, né difficile. Lui medesimo, in diverse circostanze, dando seguito ai suoi inizi come aspirante cineasta, aveva più volte prospettato l’idea che prima o poi sarebbe arrivato a quell’ardito passo. Anzi, giunto imprevedutamente il momento propizio, in anni recenti, Veltroni pose mano con sagacia documentaria a due lavori che per sé soli costituiscono la carta di credito di un autore a pieno titolo.

Parliamo del lungometraggio Quando c’era Berlinguer, devoto ma non piaggiatorio omaggio al grande dirigente comunista, e l’operina corale I bambini sanno, sapiente introspezione psicologica nel mondo infantile venata di accenti emozionali di grande respiro.

Oggi, dopo una gestazione e una elaborazione circostanziate, Veltroni, preso con risolutezza il progetto di indagare, tramite personaggi e vicende singolarmente originali, si è dato l’arduo compito, se non proprio di rifare la storia, quantomeno di tracciare, in un ribollire di parole preziose e di intense immagini, un realistico rendiconto di quanto e come possa essere stata vissuta la questione fondamentale sull’indole, la ragione, il senso della felicità nel corso dell’esistenza.

Questione, si dirà, di improba fatica da definire con precisione, ma pur sempre al fondo di ogni concezione morale del vivere, anche oltre le semplici, contingenti esperienze di ogni individuo. È così che – dopo un cruentissimo prologo sulle atrocità, i disastri della guerra, del terrorismo, della disperazione – , Indizi di felicità sciorina in controcanto con la voce fuoricampo dello stesso Veltroni, un mosaico di volti, di trascorsi biografici cavati proprio dalla presenza diretta dei protagonisti di memorabili eventi verificatisi tra accensioni tragiche e redenzioni ai margini, appunto, della felicità.

Si tratta di un florilegio di personali vicissitudini evocate non tanto, non solo con intenti edificanti, ma ripercorse con ciglio asciutto (soltanto di quando in quando indulgenti alla commozione) in una continuità né apologetica né retorica, ma puramente, come si diceva più sopra, esclusivamente documentaria. Su tale terreno acquistano immediata forza drammatica le figure disarmate e disarmanti di un ladro, di un aspirante prete, di una sopravvissuta al crollo delle Torri Gemelle, di impiegati, operai (salvatori della loro fabbrica), di originali salumieri (inclini al cibo vegetariano) tutti quanti irretiti serenamente nella questione di fondo all’origine dell’inchiesta veltroniana: quando e come sono stati felici?

La chiave di volta dell’intiera incursione nel privato come nel pubblico di tanti personaggi – trascorrendo dall’una all’altra figura – si accentra peraltro nella finale comparizione di Sami Modiano, sopravvissuto, quattordicenne, all’inferno nazista del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau che, con stoica essenzialità, ripropone la sua devastante odissea. Nei giorni terribili di quel tempo feroce, Modiano ricorda infatti l’episodio angoscioso della morte della sorella e del padre nel medesimo luogo concentrazionario. E per dare compiuto significato a quell’orrore spiega in dettaglio come, mosso da pietà dalla sorella, tentò di regalarle un pezzo di pane, cosa cui la sorella aggiunse il suo residuo pezzo di pane condannandosi, in tal modo, a morte sicura.

Sami Modiano oggi prestante signore di lucido eloquio che non decampa di un passo da quella rovinosa storia personale, pur memore di tutto il dolore, lo strazio di simili vicissitudini, rivendica, più che mai consapevole, la sua gioia – sì, proprio così – la sua felicità perché i giovani cui dà la sua prodiga testimonianza sapranno ripristinare per il futuro ogni verità per la vita. Oltretutto, danzando, cantando – pacificati – sotto la pioggia.

 

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