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Anna DI MAURO- Omofobia, l’imperterrita (una pièce di Pamela Toscano allo Stabile di Catania)

 

 

Lo spettatore accorto

 

 


OMOFOBIA, L’IMPERTERRITA

Una pièce di Pamela Toscano al Palazzo degli Elefanti

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Tema dibattutissimo quello della parità di genere, oseremmo dire abusatissimo.  Trattarlo teatralmente significa rischiare una drammaturgia scontata e inflazionata.

Eppure ieri sera, alla luce delle nuove, innovative  delibere governative del Comune di Catania  sull’argomento, nell’ampio salone Bellini del Municipio della città, tre giovani attori e una giovane regista, in robusta sinergia,  hanno dato vita ad un piccolo, ma incisivo angolo di riflessione sincera e colta, con uno sguardo privilegiato alla Sicilia.

Un problema endemico, ma (e purtroppo) ancora attuale in un paese cattolico e ipocrita come il nostro, dove persino il pensiero  del Papa risulta più avanzato.

Per “Altrove. Il teatro va in città”, rassegna del teatro di ricerca, un progetto del regista Giovanni Anfuso, a cura del Teatro Stabile di Catania, è andato in scena  il secondo spettacolo  “(uno studio) Sui Generis”, appunto in un “altro” spazio della città divenuto  teatrale per l’occasione.

Con  Il testo e la regia di Pamela Toscano, questa  intensa pièce ha ancora una volta offerto, denunciandoli e ridicolizzandoli, un ampio carosello di luoghi comuni, dalle barzellette alle battutacce,  uno spaccato di vite vissute, di storie a carne viva  accostate alla scienza   (etologia, psicoanalisi), dove si dichiara tra l’altro, a sfatare pregiudizi e  opinioni fallaci, che anche gli animali sono omosessuali, intrecciando  con le suggestioni del mito di Ifi, dalle Metamorfosi di Ovidio, le cronache di fatti e misfatti, i deliri impersonali del web, sull’onda di una sottile, persistente ironia.

Dalla fervida interpretazione di Marta Allegra, Nanni Mascena e Sebastiano Sicurezza, scaturisce una  mise en espace sottolineata da svestizioni e vestizioni serrate, da gestualità  forti e decise, scevre da retorica, alternate ad impacciate esitazioni, fino alla toccante preghiera conclusiva: “ Dio, amami così come sono”.

L’allestimento essenziale,  progettato con linguaggi misti contemporanei, illuminato artatamente, sulle note di un incessante commento musicale originale, ha  saputo creare  visioni oniriche in una tematica che più che sogno si può definire incubo.

L’energia di un  valido gruppo di giovani artisti per una metafora di  speranza di  una migliore vita possibile.

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(uno studio)Sui Generis

Testo e Regia di Pamela Toscano  Musiche di Massimiliano Pace  Costumi di Ciccio Auteri  Con Marta Allegri – Nanni Mascena- Sebastiano Sicurezza.

 

Produzione Teatro Stabile di Catania