Sauro BORELLI- Mino Argentieri, un compagno, un amico

 

La memoria

 


MINO ARGENTIERI

Cinema: è morto il critico e storico Mino Argentieri

UN COMPAGNO, UN AMICO

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La scomparsa di Mino Argenti, un mese fa,  mi ha colto all’improvviso come un fatto inaccettabile. Sembrerà strano, ma è proprio questa la sensazione che ho provato. Perché Mino era (resta) una presenza esistente da sempre, almeno tra le persone che si stimano, anzi cui si vuole bene incondizionatamente. Per tante ragioni. Mino, infatti, è stato (resta) per me oltre che un compagno, un amico, un autentico modello di vita.

Naturalmente pur non avendo mai avuto alcuna contiguità (lui a Roma io a Milano) né troppo frequenti occasioni di scambiarci le nostre rispettive idee – sul cinema, i libri, l’universo mondo – abbiamo constatato spesso che come forma mentis risultavamo quasi sempre in perfetta sintonia. Salvo in una occasione – in particolare nel giudizio sul film controverso di Margarethe Von Trotta Anni di piombo – Mino ebbe ad esprimere, contrariamente a quanto avevo scritto io stesso, una recensione, secondo me, un po’ longanime sul film in questione.

Ma lo fece con tanta buona grazia e sapienza esegetica da suscitare il mio rinnovato, ammirato plauso. D’altronde, le sue critiche periodiche su Rinascita, e i molteplici saggi pubblicati in esemplari sillogi – da L’occhio del regime a Schermi di guerra, da la censura nel cinema italiano a Risate di regime – stanno a dimostrare compiutamente quanto e come fosse ampia, approfondita la maestria di Mino.

Non a caso sublimata nell’ultimo scorcio esistenziale proprio nella prodiga, problematica avventura sempre puntuale, sagace di CinemaSessanta. Addio Mino. Ci mancherai, anche se ti terrò sempre con me.

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