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Anna DI MAURO- Jazz & Jazz al Sal (intervista con Cristiano Giardini)

 

 

L’intervista

JAZZ & JAZZ  AL SAL

Catania. Un sogno/ progetto di Cristiano Giardini

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In uno spazio  di 2000 metri riconquistato, nel cuore della Catania artigiana, reso al meglio delle sue possibilità da un restauro intelligente del 2007, questo vecchio magazzino del tempo che fu, divenuto un raffinato loft, grazie all’intuizione di Seby Costanzo, imprenditore creativo, riapre i battenti con il nome SAL, via Indaco 23, sulle note di un Jazz sapientemente e sentitamente cercato e voluto dal suo direttore artistico Cristiano Giardini.

Il musicista catanese, ritornato da Amsterdam, città eletta per la sua formazione, come Ulisse alla sua Itaca, è impegnato in un percorso artistico-culturale di ampio respiro, capace di offrire alla città una qualità  musicale scevra da opportunismi e compiacimenti. Questo taglio nonché direzione ci allinea alle più evolute città del Nord Europa, dove ciò che vale sono tre cose: il talento, il talento, il talento.  

Isola felice dunque questo SAL ( Spazio Avanzamento Lavori), borgo creativo, una vera e propria officina della cultura che accoglie  nei suoi spazi l’arte e le sue frequentazioni, in un progetto di rinnovamento e di onesto e onusto veicolo di Bellezza e Azione. Dopo un bel concerto Jazz  di apertura della stagione, arricchito di alcune pagine di Goliarda Sapienza dalla voce recitante della intensa  Tiziana Giletto, di  questo progetto  abbiamo parlato con  Cristiano Giardini che volentieri ha rilasciato un’intervista su questa interessante realtà nel territorio siciliano, ricco di laceranti contraddizioni.

Nato a Catania, dopo una accurata formazione al Liceo Musicale Bellini, esplosa la passione per il Jazz, continua la sua formazione in Umbria e a Siena per approdare infine al prestigioso Conservatorium Van Amsterdam, città europea tra le più aperte e faconde. Eppure, nonostante una promettente carriera di solista del Sax in formazioni importanti  tra cui il leggendario Butch Morris, esibendosi per ben quattro anni al Bourbon Street con i Kaos, Giardini  decide di ritornare in Sicilia, definendo  il suo un “  ritorno etico”.

“  …il mio ritorno a Catania? E’ come se volessi restituire alla mia terra quello che mi ha dato, anche se qui non si è favoriti, addirittura ostacolati, da una endemica forma di diffidenza. Una vera e propria guerra tra i poveri. C’è anche superficialità nell’emulare quello che fanno gli altri.  
La cultura e l’arte sono una conquista. Manca quell’atteggiamento di profondo rispetto sacrale per l’arte e gli artisti.

– Riscontri solo questo aspetto negativo?

“Purtroppo no. L’altro aspetto invalidante al Sud è  l’abitudine a lamentarsi dei pochi risultati e della poca considerazione. Manca l’umiltà. I veri artisti sono umili. Cito per tutti Louis Armstrong che si definiva un artigiano della musica. Io stesso preferisco non parlare mai di arte, bensì di artigianato, senza presunzione. L’intento primario  per un musicista dovrebbe essere creare al massimo delle proprie possibilità per dare  benessere”
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–  Ritieni importante dare ai giovani  siciliani delle possibilità?

“Certamente. Un altro aspetto che si affianca a questo senso del donare è la trasmissione del sapere alle nuove generazioni. In questo avverto un grande senso di responsabilità. Dare uno stimolo, ecco, gettare un seme. Questo mi dà grande soddisfazione: dare benessere al mio prossimo…
Dare benessere dovrebbe essere per tutti la condizione necessaria per il lavoro che noi svolgiamo nel sociale, dal panettiere all’artista.

– Questo dono arriva al pubblico siciliano?

“Arriva e come! Il pubblico in Sicilia è fortemente avido di cultura e bellezza e risponde fortunatamente con grande entusiasmo alle offerte del territorio. Il problema per un musicista in Sicilia non è la fruizione da parte del pubblico, ma è soprattutto la conduzione politica e sociale che non favorisce il lavoro e non offre istituzioni pubbliche, né Rai, né Mediaset. Poco teatro. Pochi Festival. Il pubblico imprenditore è inesistente. Bisogna rivolgersi al privato che paradossalmente è vessato dalle esigue realtà istituzionali del territorio che ne ostacolano le attività con esose tassazioni. Nonostante tutto ciò voglio accendere una fiaccola di speranza e di gioia negli occhi di chi ama la buona musica, divulgandola e trasmettendo i saperi anche alle nuove generazioni del territorio.”

– Divulgare la  buona musica e ammaestrare dei  giovani dunque. E’ questa la ricetta?

“Questi sono i principi che reggono il progetto al SAL, proporre musicisti locali affermati a livello internazionale, sconosciuti qui come la siracusana Elisa Nocita, e contemporaneamente  accogliendo musicisti italiani e stranieri di livello nazionale e internazionale, come Stefano Bedetti, uno dei pochissimi sassofonisti italiani che possa vantare questa fama,  e una Band  americana,
musicisti come il catanese Franco Presti,  favorendo gruppi con formazioni integrate dove il veicolo straordinario del linguaggio musicale diventi strumento di comunicazione e scambio”.

– La Sicilia si dimostra  particolarmente sensibile al Jazz?

“Certamente! La Sicilia tra l’altro vanta un primato. Nel 1917 il primo disco di Jazz viene inciso in America da  un quintetto di bianchi, di cui tre siciliani. Nomi famosissimi sono di origine siciliana. Frank Sinatra, Joe Pass, Joe Lovano…L’anima siciliana ha il Jazz dentro, una musica creola, di comunicazione e fusione tra il bianco e nero, meticcia, dunque un tramite per eccellenza.

– L’improvvisazione jazzistica è spontanea e libera?

“ Assolutamente no. Il Jazz è uno stile creativo, non una forma, che richiede grande fatica, competenza e solida preparazione. Improvvisare non è possibile senza solide basi.”

Tutto questo è pensiero e azione nel nostro dinamico e appassionato Direttore artistico, dotato di grande entusiasmo, che ha sempre pagato  il prezzo del suo rifiuto a non accettare compromessi. Chi vuole godere dell’opportunità  di una proposta culturale che persegue la purezza delle scelte potrà dunque  frequentare questi concerti che  Cristiano Giardini propone  periodicamente al SAL, certo della qualità e dell’onestà del progetto. Nel vuoto culturale dei nostri giorni e di un territorio difficile come la Sicilia, questo  è un passo importante, una buona possibilità. Da non perdere.

Sabato 1 Aprile
Franco Presti in concerto.
Al  SAL di Catania. Ore 21