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Anna DI MAURO- Corda, metafora di vita (Palco Off al Teatro del Canovaccio, Catania)

 

Lo  spettatore accorto


 

CORDA, METAFORA DI  VITA

Il tempo di Palco OFF


“(S)legati” e “Punto di non ritorno” -Di  e con M. Fabris e J. Bicocchi Al Palco Off.Teatro del Canovaccio di Catania

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Palco Off a Catania giunge alla quinta edizione nella sua formula convincente di Aut-Attori del nostro tempo. “…armati di idee innanzitutto, di inventiva, di talenti, di entusiasmo e della voglia di mettersi in gioco”, come dichiara Francesca Vitale, apprezzata attrice e promotrice dell’iniziativa in tandem con Milano, che ha meritoriamente portato al Teatro del Canovaccio un interessante modo di fare teatro. Quest’anno il  ricco cartellone è stato  inaugurato da uno spettacolo  pluripremiato di notevole spessore “( S)-legati” di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi, abili sceneggiatori, straordinari registi e interpreti di una storia vera, estrema, di alpinismo, di grande impatto emotivo, in replay a grande richiesta, votata dagli spettatori come  il migliore spettacolo Palco Off del 2015.

Protagonisti di questa suggestiva e coinvolgente pièce due uomini e una corda.
La drammatica vicenda è ispirata  al libro di uno dei due alpinisti inglesi protagonisti di questa commovente e incredibile storia, Joe Simpson. L’altro, ormai famoso come” L’uomo  che ha tagliato la corda” è Simon Yates. Furono i primi al mondo a scalare nel 1895  il Siula Grande, sulle Alpi peruviane, ma durante la discesa, ritenuta erroneamente più facile, un terribile incidente: Joe si ruppe una gamba, diventando una presenza difficile e foriera  di morte per entrambi. Che fare? Simon legherà la corda di Joe alla sua, nel tentativo di discendere insieme, ma un precipizio li sospende nel vuoto senza speranza di salvezza. A quel  punto bisogna scegliere.

A Simon, capo cordata, la tragica decisione: Morire entrambi oppure tagliare la corda che trattiene il compagno, per salvarsi, almeno lui. Legge della montagna.
Le leggi però non sempre si accordano col cuore. Antigone insegna. Il dramma della scelta è l’imperativo morale da cui Simon non si libererà più, dopo essere stato “costretto” a tagliare la corda. Miracolosamente quel taglio salverà la vita ad entrambi, come nelle unioni difficili dove il legame è più venefico del taglio.

La storia in scena si articola su due piani che si intersecano nel ricordo, sul filo dei pensieri e delle emozioni : Il racconto, la diretta. C’è un Prima e c’è un Dopo. La linea di confine è il taglio della corda. Un sogno ambizioso  e la gioia della conquista unisce i due amici: la scalata alla vetta peruviana  dalla parete ovest. Una scelta drammaticamente conflittuale li separa nella discesa, fino all’epilogo che li vede riuniti nuovamente, ma con diversi stati d’animo.

Metafora della vita, la narrazione a due voci sviluppa una tensione drammaturgica quasi insostenibile e travolge lo spettatore in un turbine di emozioni, sensazioni  e riflessioni che non hanno una soluzione se non catartica, come nelle tragedie, sviluppando in un crescendo senza respiro una realtà che suscita una vera compassione. Uno spettacolo da non perdere.

Il secondo spettacolo a cui abbiamo assistito ancora sull’onda emotiva del primo, rappresentato a seguire in anteprima nazionale, all’interno di un doppio progetto speciale, ha visto i due attori-alpinisti impegnati in un’altra storia estrema  di montagna: “ Punto di non ritorno”, dove viene  ancora una volta rappresentata l’impresa di due alpinisti americani, Jim Davidson e Mike Price, che  nel 1992  sognarono di scalare il Monte Rainer nello stato di Washinton.

Anche questa è una storia estrema di alpinismo, intrisa di coraggio e di sentimento, dove la  drammatica conquista si adombra, senza  interrompere la “ Corrispondenza d’amorosi sensi”, di foscoliana memoria, che magicamente lega due persone oltre l’ evento- morte, che aleggia in questi percorsi, a volte impossibili.
Proprio in questa sfida oltre il limite risiede  il  fascino di queste imprese, in questo  arduo scommettersi. Tra alpinismo e teatro troviamo  affinità che fanno di questo modo di fare teatro una sorta di autorappresentazione.

La montagna insegna, in queste storie simili e discordanti, in una formula vincente dove il nucleo centrale delle pièces ruota su temi esistenziali fondamentali e dove l’intensità espressiva dei due attori incarna e sostanzia l’ardua vicenda evocando atmosfere, pensieri, emozioni. Una valanga che avvolge lo spettatore e lo conquista. L’entusiasmo e la passione dei due aut-attori qui ha raggiunto una sinergia che si dispiegherà probabilmente in un terzo spettacolo, costituendo una trilogia,   ispirata alla tradizione greca, pur portando i segni inequivocabili di una modernità che qui si fa Arte.

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Palco Off
Produzione Atir teatro. Milano

“S-legati”
e
“Punto di non ritorno”

Di e con: Mattia Fabris – Jacopo Bicocchi.    Teatro del Canovaccio. Catania