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Anna DI MAURO- Eros e Tahanatos nella “Fedra” di Seneca (Teatro Greco, Siracusa)

 

 

Lo spettatore accorto


 

EROS E THANATOS

Siracusa, dopo il record di spettatori arriva Fedra

NELLA  “FEDRA”  DI SENECA

Nella sempre  magica cornice del Teatro greco di Siracusa, è andata in scena l’ultima tragedia in cartellone: Una suggestiva e curata “ Fedra” di Seneca

Fitte schiere di alberi lignei senza chioma sullo sfondo. “Una selva che è metafora di laceranti, intricati conflitti interiori” sostiene Cerciello nelle note di regia, limita una  dilagante, bianca superficie spaccata da un nero cuneo sopraelevato.

Al centro della tragica vicenda, perno di tutta l’opera,  la Passione amorosa, divorante, per il figliastro Ippolito,  che infiamma il cuore di Fedra, moglie di Teseo, matrigna incestuosa.  
Portatrice di turpi, regali destini e origini( Un lunghissimo, pesante, manto serico ), la figlia di Minosse e Pasifae  patisce una folle ossessione amorosa per l’algido, misogino, giovane figlio di Teseo, dedito solamente alle cacce e alle selve.
Unica confidente del male che la attanaglia, lei regina, divenuta schiava del suo furore-amore, la nutrice che prima cerca di dissuadere Fedra, ma poi, davanti alla sua sofferenza, divenuta complice, condivide il suo dolore e la sprona a rivelare  al giovane  figliastro il sentimento che  cova nel cuore.
La rivelazione in un colloquio frontale(una delle diversità della tragedia rispetto alla versione di Euripide dove avviene  per lettera)  sconvolge  il giovane che sdegnato abbandona Fedra e la scena.

La vendetta della concupiscente matrigna, coadiuvata dalla nutrice, sarà terribile.
Rovesciando turpemente i ruoli, Fedra denuncerà al marito-padre Teseo, ritornato dalla discesa all’Ade, il figlio  Ippolito. Egli l’ha  stuprata ed è fuggito.
La reazione terribile di Teseo che invocherà per lui una morte orribile, porterà la tragedia a compimento. Ippolito sarà ucciso e dilaniato da un mostro marino. Vano  e sconsolato sarà il pianto del padre disperato davanti al suo corpo smembrato, ancor più disperato dopo la vana confessione di Fedra del suo misfatto davanti a quei poveri resti, e il suo suicidio con la spada del figliastro malamente amato.

Le efficaci e suggestive  scene corali, coadiuvate dagli accurati costumi, baluginanti di ori e veli nelle  trasparenze del femmineo, diventano  un contraltare dei corpi seminudi e forastici dei  rudi cacciatori, esaltando il contrasto Maschio/Femmina  in movenze  a scatti che  vagamente ricordano “ I sogni” del grande  Kurosawa,   dove il canto lirico suggella muliebri danze foriere di dolcezze recondite, a fronte di cupe ritmie  di frenetici  tamburi dei  corposi danzatori.

Il contrasto segna la linea di confine e  la distanza tra il mondo- maschio e il mondo- femmina, una distanza che solo la morte può colmare, in questa tragedia senza veli, senza misura, senza speranza. Qui è tutto estremo, come dev’essere.
Il mito scopre il fianco di un dolore qui estremizzato che si fa carne smembrata, nell’impossibilità di una possessione amorosa che  fa vivere e morire i due sessi fianco a fianco, vittime e carnefici, in un continuo, incessante scambio di ruoli .

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“Fedra”  di Seneca
Traduzione: Maurizio Bettini Produzione INDA Siracusa
Regia: Carlo Cerciello   Scenografie: Roberto Crea Costumi: Alessandro Ciammarughi  Movimenti coreografici: Dario La Ferla

Con : Imma Villa ( Fedra) – Fausto Russo( Ippolito-Teseo)- Bruna Rossi (nutrice)- Sergio Mancinelli (messaggero). Elena Polic Greco- Simonetta Cartia (Prime Corifee)
Federica Cavallaro, Maddalena Serratore,Nadia Spicuglia, Claudia Zappa (Corifee) e con gli allievi del terzo anno dell’Accademia d’arte del dramma antico.

Al Teatro Greco di Siracusa. sino al  26 Giugno 2016.
In tournèe  a Segesta e  a Taormina fino a Settembre