Anna DI MAURO- Si ride un pò…ma guarda un pò (E. Allan Poe al Teatro del Canovaccio, Catania)

 

Lo spettatore accorto

 

SI RIDE UN PO’…

CON POE…GUARDA UN PO’!

Al Teatro del Canovaccio uno spettacolo di Eliana S. Esposito

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Di E. Allan Poe, saccheggiato spesso e a sproposito dal cinema e dal teatro, si è avuto modo di apprezzare al Teatro del Canovaccio  di Catania una riduzione teatrale che ha sorpreso per dinamica aderenza e ritmi incalzanti pervasi da un humor nero decisamente ben orchestrato:  “ Un altro Poe”.

La pièce ci ha piacevolmente sorpreso con la  frenetica regia di Eliana Silvia Esposito che, pur mantenendo una chiave ironica che ha sicuramente alleggerito, senza attenuarli, i toni orrorifici di azioni esecrande, ci conduce con  mano sicura nell’azione  all’insegna della Perversione, demone ancillare che ci soggioga fino al parossismo penetrato  sottilmente dal grande scrittore statunitense con la destrezza e l’acume di una fantasia capace di scandagliare l’animo umano fino ai più perversi,  tremendi anfratti del delirio e della follia omicida.

Dei celebri racconti sono stati  apprezzabilmente scelti “ Il gatto nero”, “ Il cuore rivelatore”, “ Il demone della perversione”. Il denominatore comune in questo caso è la perversione, esplorata nei suoi tentacolari  avvinghiamenti, fino al compimento supremo dell’atto estremo: un assassinio senza alcuna  ragione.

L’irragionevolezza dell’azione diventa il fulcro su cui far ruotare l’assurda e meticolosa costruzione di un delitto annunciato, pur se sempre sorprendente per chi lo fa e per chi vi assiste.

“  Fare il male per puro amore del male”. E’ questa l’unica ragione: Fare ciò che non si deve fare.

Edgar Allan Poe nel 1848.

Dunque ribellione al dovere  semplicemente, o  un raffinato tentativo di scavare nell’abisso dell’animo umano, in cerca pascalianamente di ragioni che la Ragione non conosce?

La risata che scaturisce dalle volute ridicolizzazioni dei personaggi rende questa ricerca ancora più complessa. Si è cercato il riso perchè  è l’unica forma di dissacrazione possibile, che rende il Male che si annida nei nostri petti ottuso e ridicolo, gettando  un’ombra inquietante sulla quotidianità apparentemente tranquilla dei rapporti umani.

Il ghigno si affaccia dietro i volti familiari e le relazioni più amorevoli. Di questo l’uomo è capace e di molto altro. Il demone della perversione sghignazza e impazza lasciando intravedere futuri mondi possibili: La ferocia estrema dei Lager si affaccia profeticamente dal proscenio e ci invita a una riflessione su quale sia la nostra natura  e dove potrebbe condurci se non vegliamo su questa irrazionale propensione a infrangere il divieto per il solo gusto di farlo.

L’infantile istinto di contraddizione è sempre dietro la porta, pronto a cacciarci in un Inferno senza ritorno.

Ben orchestrato, ben diretto e interpretato, “ Un altro Poe”  offre una accattivante prospettiva drammaturgica a uno degli autori più amati dalla seconda metà dell’Ottocento in poi, passato poi attraverso le celebrazioni simboliste e decadentiste, mostrando l’ inossidabile maestria dello scrittore e la sua  duttilità ad attualizzarsi, sia per i suoi contenuti che per l’accuratezza descrittiva che lo accosta a certe atmosfere pirandelliane, rendendo  i suoi percorsi sempre vividi e affascinanti.

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Un altro Poe di Eliana Silvia Esposito  Dai  “Racconti del terrore” di Edgar Allan Poe   Con : Santo Santonocito, Raffaella Esposito, Neculai Cattaneo. Teatro del Canovaccio di Catania