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Anna DI MAURO- Di petra e di carne (Barbara Gallo scrive ed interpretra uno spettacolo ispirato ad Athik Rahimi)

 

Lo spettatore accorto



DI PIETRA E DI CARNE

scena pietra di pazienza

Al Teatro Stabile di Catania, Barbara Gallo scrive ed interpreta, egregiamente, uno spettacolo “Pietra di Pazienza”, ispirato al  romanzo omonimo di Athik Rahimi, premio Goncourt 2008,  scrittore/regista  che ha anche diretto  nel 2012  il film “ Come pietra paziente”.

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Secondo una leggenda afghana  esiste una pietra magica, la Synguè Sabour, alla quale poter confidare  tutti i propri segreti inconfessabili; essa magicamente assorbirà tutto fino ad esplodere liberandoci  per sempre dal peso del dolore e della colpa

Da questo mito prende spunto l’originale racconto qui narrato drammaturgicamente.

La scena, asciutta ed essenziale, mediorientale, evocativa di un Afghanistan in guerra, baluginante dietro  la misera soglia, ruota unicamente intorno a un letto  su cui giace un uomo immobile. Accanto a lui veglia una donna orante, la moglie, terrorizzata, indigente, disperatamente  sola con la sua  disgrazia,  che accudisce  l’uomo ferito, mentre il pericolo incombe e bussa alla porta.

Dalle sue viscere di donna sottomessa nasce una incessante parola,  davanti al guerriero silente, immobile come una pietra, rivelando indicibili verità, desideri inconfessabili  di una donna  avvezza ai soprusi, una donna anonima che diventa simbolo universale di tutte le vittime di un rapporto barbaro e disumano con l’uomo che esclude, abusa, sfrutta tirannicamente nella più squallida e dolorosa incomunicabilità. A una donna per sopravvivere  in un siffatto abominio sociale e culturale non resta che ribellarsi nel cupo silenzio, nella salvifica menzogna.

In un crescendo rossiniano il monologo si trasforma inaspettatamente in uno sberleffo che tracima da un’esistenza buia e scomposta fino a  diventare confessione irridente, vendetta spietata.

Il fiume in piena di parole  sfiora i confini di un’ironia sottile, scorre tortuosamente sui binari del sogno-realtà in cui  la lamentazione  sprofonda  e si fa carne e verbo, crocifissione annunciata e riscattata dalla riscoperta femminilità,  inalberato  vessillo di una guerra secolare con il maschilismo che non appartiene solamente alle società meno evolute, ma si insinua strisciante e subdolo anche negli organismi più evoluti.

Una prova ardua questo sorprendente monologo frammentario e variegato, nei toni e nella personalità poliedrica di questa anonima presenza, a cui la Gallo ha prestato  volto e voce, intrecciando toni e registri  di un personaggio  teso a lievitare tra piccoli gesti quotidiani  e grandi consapevolezze, raccogliendo la magia  della rivelazione segregata, finalmente liberata nell’unico modo possibile, davanti ad un uomo che è come pietra, ma non è pietra….

Il finale ci strappa un sussulto e ci sposta in avanti lasciando spazio ad esiti possibili.

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“Pietra di pazienza”

Produzione:  Associazione Nuovo Mondo

Elementi di scena: Franco Sardo

Costumi: Mela Rinaldi

Adattamento /Regia: Barbara Gallo

Con  Barbara Gallo e  Oreste Lo Basso