Lo spettatore accorto
L’OR (GOGLI)O DEI NAPOLI
La tradizione dei Pupi Siciliani nel culto di una famiglia di artisti longeva e famosa
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Già in scena, la dodicesima rappresentazione nel territorio, al Sangiorgi di Catania, per la Regia di Elio Gimbo, “L’oro dei Napoli”(omaggio evocativo al celebre film di De Sica del ’54), spettacolo dei Pupi con la Marionettistica dei Fratelli Napoli, nell’ambito delle Giornate Ariostane, per i 500 anni dalla stampa dell’Orlando Furioso.
Lo spettacolo, che ripercorre le vicende di questa faconda, solerte, appassionata famiglia di pupari, vede in campo la famiglia Napoli co-protagonista e i Pupi, insieme, come nella loro straordinaria vita, nel duplice ruolo di attori -narratori di se stessi e delle mitiche imprese epico-cavalleresche della corte di Carlo Magno, in un intarsio di momenti elegiaci, poetici, intramezzati dall’epico risuonare delle gesta di Orlando, Rinaldo, Brandimarte e dall’immancabile nota comica di Peppenino, maschera del teatro siciliano, interprete di una saggezza popolare soffusa dell’umorismo di cui il popolo siciliano si arma per sopravvivere alle angherie della sua faticata esistenza..
Teatranti con i loro Pupi, di varie forme e dimensioni, dal 1927, quasi un secolo, i Napoli si raccontano, narrando fabulisticamente le ragioni di una forte, vincente resistenza all’oblio dell’Opera dei Pupi, un genere tradizionalmente amato dal pubblico dell’Italia Meridionale, dov’era nato tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Questa complessa drammaturgia, fondendo il gusto popolare con la cultura del raffinato Ciclo Carolingio, riscuoteva a Catania un grande successo, confermato dalla presenza di ben 12 teatri dell’Opera, contando dunque su una folta partecipazione che tuttavia lentamente conobbe un declino apparentemente inarrestabile, davanti all’assalto delle nuove tecnologie e al fascino indiscutibile del cinema.
Qualcuno in famiglia pensò di arrendersi e di “ arricogghiri i Pupi”, cioè ritirarsi in buon ordine. Fu Natale Napoli, ostinato, pervicace, appassionato, a resistere e a continuare le rappresentazioni in provincia, dove mantenendo e trasmettendo ai quattro figli regole, codici e competenze, coniugando tradizione e innovazione, riuscì a salpare per nuovi orizzonti.
Una sorta di Nave -trabiccolo apre la prima scena, suggestiva metafora di una perigliosa, ma avvincente navigazione.
Una vita per l’Arte, un’Arte per la vita: traspare da ogni movimento e da ogni parola dei Pupi e Pupari, teatro nel teatro, esemplare messinscena di un autodramma, questo chiaro concetto e molto ancora emerge da un cast umanissimo di “manianti” e “parlatori”, tutti in scena, dalla capostipite Italia Chiesa Napoli, all’ultimo nato, uniti da un destino comune nutrito non solo da affetti familiari, ma anche da un entusiasta, sincero amore per l’arte- artigiana che si fa Dono e non semplice mestiere, che custodisce la memoria rinnovandola e consegnando a Catania e al mondo una delle più straordinarie creazioni della cultura popolare, altrimenti irrimediabilmente perduta.
Un lungo applauso partecipe e commosso ha salutato la conclusione di uno spettacolo dove l’enfasi non è retorica e dove l’intonazione epico -elegiaca dei “ parlatori”, qui narratori di se stessi si fa poesia.
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“L’oro dei Napoli”
Regia: Elio Gimbo Con: Fiorenzo Napoli ( Capo-parlatore), Giuseppe Napoli, ( Capo-animatore), Italia Chiesa ( Parlatrice), Davide Napoli ( Animatore -parlatore) , Dario Napoli, Alessandro Napoli, Rosario Napoli, Marco Napoli (animatori) E con i Pupi della Marionettistica Fratelli Napoli Agnese Napoli (Direttrice movimenti di scena) Salvatore Napoli ( Luci e fonica dei pupi) Drammaturgia: Salvatore Zinna, Alessandro Napoli.
Teatro Sangiorgi di Catania