Anna DI MAURO- Nel lager della mente (Alda Merini e “La pazza della porta accento”. Teatro Stabile di Catania)

 

Lo pettatore accorto

 

 

NEL LAGER DELLA MENTE

La pazza della porta accanto

Alda Merini (nella foto), poetessa dei Navigli, e “La pazza della porta accanto” di Claudio Fava. Regia di Alessandro Gassman. Teatro Stabile di Catania

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Di scena al Teatro Verga  di Catania, per la regia di Alessandro Gassmann, “La pazza della porta accanto” un testo  di Claudio Fava, imperniato sulla drammatica esistenza di Alda Merini, la celebre poetessa fatta rinchiudere dal marito in manicomio e liberata dalla Legge Basaglia, episodio centrale di cui la scrittrice ha efficacemente narrato. La rappresentazione racconta il periodo relativo a questa  prigionia della allor giovane donna, dall’inizio alla liberazione. L’atmosfera claustrofobica, fredda e allucinata dell’orrido luogo di detenzione si spalanca immediato e sconvolgente sull’indifferenza algida e crudele del personale e la spersonalizzazione  dello squallido rituale del ricovero, tra impronte digitali e svestizioni impietose, tra le urla e gli sgangherati discorsi delle altre recluse incuriosite, corale, inquietante presenza  attorno a lei, così diversa, contenute da una sorta di gabbia nella quale si dibattono, su cui si arrampicano, da cui fuoriescono solo per  essere circondate da muri grigi e piatti.

Alda (una sensibile ed efficace Anna Foglietta) estranea a loro e al luogo  si dibatte, urla, piange, si ribella, tra elettroshock, bagni nell’acqua gelata, alterchi e polluzioni versificanti con le sue compagne di sventura, scontri con i metodi di una medicina che ormai è si è fossilizzata in orrendi sistemi obsoleti, scrivendo e vomitando versi, trafitta da un dolore  indicibile, per la sua vita spezzata, per la sua reclusione, eppure ancora pronta all’amore con un giovane paziente da cui nascerà persino un figlio che le sarà inesorabilmente tolto. Da questo mondo spaventosamente alieno alla comprensione umana si distacca una figura fondamentale, il dottor G., (un pacato e apprezzabile Angelo Tosto) che  le offrirà  attenzione sincera, stimolandola a una scrittura che la condurrà presumibilmente sulla via della guarigione. Entrambi le consentiranno di accogliere finalmente la  liberazione dall’incubo, insieme alle compagne di sventura strette intorno a lei nel  lirico momento del commiato.

I versi della poetessa inevitabilmente infiorano vari momenti di questo spettacolo onesto e raffinato, anche se l’accuratezza degli ingredienti non prescinde da un (cercato?) distacco emotivo dello spettatore, veicolato da  suggestive proiezioni  virtuali che sottolineano magicamente alcuni  momenti salienti dell’impianto drammaturgico. Il  regista  è alla sua decima opera, un raffinato connubio tra  il potente linguaggio poetico e la  denuncia sociale; un lucido e partecipe omaggio a una delle indiscusse icone della letteratura del XX secolo. Il grigio e il bianco dominanti, insieme alle strutture metalliche evocative di una prigione senza speranza, fanno da sfondo ad una esperienza dolorosa di riscatto, laddove tutto sembrava perduto, attraverso il vissuto poetico di un essere martoriato dalla disperazione esistenziale e che catarticamente ha deposto parole sui rami dell’assoluta libertà  di un’ esistenza altra.

Il viaggio allucinante di Alda Merini si chiude con un finale insospettabile che il dono della scrittura ha prodotto in tandem  con  l’ illuminata legge sulla chiusura dei manicomi. Si aprono le porte per ricominciare. L’ombra cede il passo alla luce.

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“La pazza della porta accanto” di Claudio Fava. Al teatro Verga di Catania.  Produzione: Teatro Stabile di Catania e Teatro Stabile dell’Umbria   Regia e ideazione scenica di Alessandro Gasmann, con la collaborazione di Alessanro Chiti .  Costumi: Mariano Tufano;Musiche originali  Piovio e Aldo Scalzi; Disegno luci: Marco Palmeri;Videografie: Marco Schiavoni. Interpreti: Angela Foglietta(Alda);  Angelo Tosto (Dott.G); Alessndra Costanzo (Elle); Sabina Knaflitz (Zeta); Liborio Natali (pierre); Olga Rossi (la caposala); Cecilia Di Giuli (Enne); Stefania Ugomadi Di Blas (Erre); Giorgia Boscarino (Emme); Gaia Lo Vecchio (infermiera).

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