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Anna DI MAURO- L’avarizia si veste di musica (“La fanciulla che campava di vento”, Teatro Brancati di Catania)

 

Lo spettatore accorto


 

L’AVARIZIA SI VESTE DI MUSICA



La commedia musicale “ La fanciulla che campava di vento”  di Tony Cucchiara ha aperto i battenti della stagione 2015/2016 del Teatro  Brancati di Catania. – Prod. Teatro della Città

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L’opera di ricerca del compositore agrigentino, attento alle tradizioni e alla cultura popolare di una Sicilia tra storia e leggenda, si è ispirata in questo musical-folk a una favola popolare del 1400, ambientata  a Rafadali,  paesino agricolo-pastorale dove la miseria è di casa. Su tutti  e su tutto spadroneggia il barone di Rafadali, famoso per la sua avarizia che non conosce limiti, ma anche per avere inventato il macco, una pietanza di fave, buona e soprattutto economica.

Le tirchierie del nobile taccagno vessatore, le cui vittime sono i suoi servi e i popolani, grottesche e parossistiche fino all’inverosimile, fanno sorridere e persino  ridere, nonostante la miserabile vicenda. Lo sdegno per le ingiustizie e le angherie dei poveri, da  parte di un ricco benestante, viene così stemperato dall’ironia sottile con cui la storia viene narrata, finendo per prevalere sull’ acrimonia di siffatte malefatte. E’ lo spirito mordace di una terra che soffre e sa trovare ilari modulazioni  che in quest’operina si fa canto e allegria.

Il matrimonio con  Annabella (Marina  Puglisi), una bella fanciulla  che si nutriva del vento- così gli era stato fatto credere- dovrebbe garantire all’avarastro  una vita ancor più soddisfacente, ma non sarà così. Accompagnato dal coro dei servi e dei popolani, il barone Rafadali, fortemente ridicolizzato, (gustosa interpretazione dell’esperto Pippo Pattavina) divenuto una caricatura di se stesso, cadrà miseramente, rivelando i tratti di una  tragicommedia dai toni apparentemente leggeri, portatrice del dramma di un giogo secolare.  Attraverso l’esasperazione della sua endemica tirchieria, assistiamo al rovesciamento dei ruoli: hi voleva gabbare viene gabbato e punito: Il barone perde i suoi beni, la moglie e la vita, dopo una lunga agonia,  mentre il popolo impazza e si sollazza,   finalmente libero dalle tirranie di questo eroe negativo, assurto ad angelo nel  finale fiabesco a lieto fine.

Accompagnata dalle musiche popolareggianti di un autore celebre ed apprezzato come Cucchiara, la commedia riproduce  con vivacità  e leggerezza l’eterno problema di una miseria endemica, che qui trova il suo compenso nella consolazione del Cunto, un modo per esorcizzare le lacrime  di un popolo afflitto da mali secolari, ma sempre pronto a sorridervi sopra con filosofia e a indicare una via d’uscita nella giustizia celeste.

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La fanciulla che campava di vento

Regia : Giuseppe Romani   Scene e costumi: Giuseppe Andolfo  Musiche:  Tony Cucchiara  Coreografie. Silvana Lo Giudice  Coordinamento musicale : Franco Lazzaro   Con : Pippo Pattavina, Margherita Mignemi, Evelyn Famà, Olivia Spigarelli, Emanuele Puglia.