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Sauro BORELLI- Donne in amore (M. Buy e S. Ferilli in “Io e lei”, un film di Maria Sole Tognazzi)

 

Il mestiere del critico

 


DONNE IN AMORE

 

“Io e lei”, il nuovo film di Maria Sole Tognazzi. Con Margherita Buy e Sabrina Ferilli. Prod. Italia 2015

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Capire una donna è, come si sa, impresa impervia. Capire due donne risulta pressoché impossibile. Eppure, Maria Sole Tognazzi, regista (Viaggio sola), e gli sceneggiatori Ivan Cotroneo e Francesca Marciano si sono audacemente dati la briga non solo di affrontare di petto l’ardua questione, ma hanno allestito una storia di donne che si amano tra di loro.

Tutto ciò a dispetto di ogni ipocrita pruderie e di pregiudizi più o meno penosi. Eppoi, non bastasse tanto, Maria Sole Tognazzi (vagamente ispirata dal non dimenticato Vizietto di Molinaro interpretato con impagabile umorismo dal padre Ugo e da Michel Serrault) ha precettato per il suo nuovo film due attrici, in assoluto tra le migliori del cinema italiano: Sabrina Ferilli e Margherita Buy.

Il meno che potesse sortire da simile scelta è proprio quel che ci si aspetta da una realizzazione ben congegnata e, di massima, armonicamente correlata alla tradizione consolidata della classica “commedia all’italiana”. Eppoi, c’è come punto cruciale l’argomento bruciante – specie oggi con l’aperto scontro tra parrucconi reazionari e irriducibili innovatori democratici – dell’omosessualità che, non a caso, Sabrina Ferilli intensamente partecipe nel suo ruolo in Io e lei, aggiorna nel più civile termine di “omosentimentalità”.

Non c’è, in effetti, alcun scorcio morboso, in questa stessa storia, dipanata, certo, con dissidi, riconciliazioni, risentimenti via via incalzanti, ma ciò che emerge con chiara nettezza di causa e di effetto si dimostra soltanto il dato di fatto di due signore di condizione agiata, formalmente borghesi – l’irruenta, spiritosa Marina (Sabrina Ferilli) e la più riflessiva, riservata Federica (Margherita Buy), l’una ex attrice, l’altra architetto navigato – che da cinque anni convivono legate da un solido vincolo amoroso, con tutte le implicazioni e gli azzardi che una simile condizione comporta.

Infatti, mentre la solare, disinibita Marina mostra ad ogni occasione la propria naturale propensione per quell’amore inusuale, la più compassata, reticente Federica si perde in titubanze, distrazioni destinate a pregiudicare il più sincero affetto per la compagna Marina.

Anzi, in un periodo in cui Federica si sente più fragile, più irresoluta – mentre riaffiorano i suoi trascorsi di donna sposata e madre di un figlio già grande – , si apre un capitolo impreveduto nel legame con l’appassionata Marina: incontrato, per caso, un vecchio spasimante, la stessa Federica si abbandona a un rapporto eterosessuale, tradendo in sostanza l’amica del cuore. Qui, non è tanto un dramma che esplode, ma la constatazione da parte della più lucida, consapevole Marina che Federica ha vissuto fino ad allora una fase di ‘disorientato sentimento d’amore’, esposto al primo impaccio a scegliere la soluzione più conformista.

È, dunque, così che da una situazione iniziale apparentemente idilliaca dell’amore saffico, Io e lei sconfina nel fallimento sentimentale puro e semplice. Anche se, con il prosieguo delle vicende in cui incappano sia Marina sia Federica, l’approdo ultimo non si arena nei fondali bassi della rottura radicale ma si ricompone quietamente in una più alta, consapevole ragionevolezza.

E il suggello di tale ritrovata complicità tra le due donne non è che un semplice, sincero bacio. Sabrina Ferilli e Margherita Buy in questo racconto cadenzato da momenti critici e da rinnovati slanci – non senza qualche trasparenza ironica – si dimostrano, per l’occasione, attrici sensibilissime, calibratamente sapienti. Giusto l’elemento indispensabile per questa nuova matura prova di Maria Sole Tognazzi.