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Anna DI MAURO- Poesie in bicicletta (“La volata di Calò” di G.Savatteri. Regia di Fabio Grossi. Teatro Stabile di Catania)

Teatro    Lo spettatore acorto

POESIE IN BICICLETTA

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“La volata di Calò” di Gaetano Savatteri- Regia Fabio Grossi

Costumi Angela Gallaro
Video Mimmo Verdesca   Con Mimmo Mignemi, Mara di Maura, Giorgio Musumeci, Liborio Natali, Lucia Portale     -Teatro Musco, Stabile di Catania

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Una novità assoluta di Gaetano Savatteri, quest’operina composita andata in scena nei giorni scorsi allo Stabile di Catania, narra, utilizzando molteplici linguaggi, la vita , dai sapori leggendari, del giovane Calogero Montante, nato nel 1908 e vissuto fino a 92 anni a Serradifalco, paesino  siciliano dai contorni scabri, dove la povertà caccia i migranti in America, compresi  settanta parenti della famiglia Montante, e dove invece il piccolo, fortunato Calò rimane a lavorare nell’officina dello zio, in preda al più  grande  dei suoi sogni : Costruirsi una bicicletta da corsa. Il  Giro  d’Italia  e i suoi grandi protagonisti, Binda, Girardengo dai giornali colorano la vita del giovane.

Si sa : un sogno mette le ali ai piedi. Con le sue sole forze Calò impianta una fabbrica di biciclette che gareggia addirittura con  Bianchi , ufficiale fornitore  del Giro d’Italia e della Real Casa.
Parteciperà al Giro di Sicilia, gareggiando egli stesso sulle sue ottime biciclette di apprezzata fattura. I  primi appalti ai Regi Carabinieri sono la prova   della  bontà del prodotto che il giovane imprenditore immette sul mercato. Andrea Camilleri nell’estate del ’43 inforcherà una bicicletta Montante per andare in cerca del padre da Serradifalco a Porto Empedocle. 
A questi pregi si aggiunge l’onestà di Calò che non scenderà mai a patti con la mafia e riuscirà a mantenersi autonomo e integerrimo. Un esempio di  piccolo eroismo  che meritava di essere conosciuto e apprezzato.

La regia  di Fabio Grossi (coadiuvata da poliedrici interpreti) ha utilizzato a piene mani  filmati e  fotografie d’epoca, sottolineando l’aspetto quasi documentaristico dell’opera che presenta, tra afflati poetici e freschezza di intenti, un personaggio semplice e vigoroso, sano e propositivo, sognatore concreto, narrato da un Maestro che fuori e dentro la scena sottolinea gli aspetti privati  della vicenda,  incastonandoli nella grande storia e offrendo, tra canti, dialoghi, scene corali, lo spaccato di una Sicilia insolita e auspicabile, in un affresco dal sapore nostrano, ma  che può diventare universale.