Teatro Lo spettatore accorto
IN ORIGINE FU TOTO’
“Il ratto della sabine” di Franz Von Schonthal al Teatro Brancati di Catania
****
Da una commedia dell’austriaco Franz Von Schonthan , rappresentata con successo nel 1885, ultimo e non ultimo degli innumerevoli adattamenti in lingua italiana e dialettale ( basti citare x tutti la trasposizione filmica del ’45 con Totò), questa riduzione firmata Pattavina e Torrisi sceglie l’ambientazione del secondo dopoguerra per impiantarvi l’esile contenuto, opportunamente infarcito e traboccante di malapropismi, le famigerate e divertenti storpiature di parole utilizzate da Malaprop ( da qui il termine) personaggio di una commedia del 1775, dal titolo“ I rivali ”.
In breve il contenuto: Una scalcagnata compagnia di un ancor più scalcagnato Capocomico, Nicolino Trombone (I fratelli De Rege occhieggiano dal cappello del farfugliante Pattavina) rappresenterà, con immaginabili risultati, Il Ratto delle Sabine, scritto da un professore con velleità letterarie (Agostino Zumbo) disposto a pagare il sedicente Nicolino Trombone per vedere il suo capolavoro rappresentato, di nascosto però da una moglie-virago (la simpatica Olivia Spigarelli) e dalle due figlie ( la scoppiettante Evelyn Famà e la romantica Ramona Polizza), complice il genero compiacente, bonario e accomodante ( Riccardo Maria Tarci). In corso d’opera si intreccia una scontata storia d’amore tra la più giovane delle figlie e l’attor giovane della compagnia, (l’accattivante Carlo Ferreri) peraltro vecchio amico del genero.
La commedia si articola in una serie infinita di paronomasie, espediente utilizzato nei testi comici e satirici, fin dalle origini, in particolare nella Commedia dell’Arte e nell’opera buffa fino all’avanspettacolo, per gli esilaranti effetti prodotti dalle storpiature di parole, da parte degli incolti, nel vano tentativo di accedere ad un linguaggio “colto”ed evoluto.
Il buon esito dello spettacolo si regge sui ritmi incalzanti del linguaggio degli attori in scena,
personaggi volutamente stereotipati, in sinergia con un pubblico divertito e ben disposto a cogliere spensieratamente il Buffo dell’ignoranza negata, in un serpentino snodarsi di equivoci ed agnizioni, anche se dietro il riso fa capolino, a tratti, una sorta di umana pietà per i diseredati della terra, per tutti i Trombone della storia. Nell’interpretazione del Pattavina, che ha anche curato la regia, ci piace cogliere quel “ Sentimento del contrario “ di pirandelliana memoria che sta alla base dell’umorismo in tutti i luoghi e in tutti i tempi.
****
“Il ratto delle sabine” di Franz Von Schontan.
Adattamento : Pippo Pattavina e Orazio Torrisi Regia : Pippo Pattavina Scene e costumi: Giuseppe Andolfo
Al Teatro Vitaliano Brancati di Catania sino al Febbraio 2015