Seduttori e seduttrici nella Sicilia di Brancati alla Sala Futura dello Stabile catanese
@Anna Di Mauro, 20 aprile 2025
Seconda tranche della rassegna prodotta dal Teatro Stabile di Catania “Progetto Brancati”, ecco in scena il “Don Giovanni involontario” di Vitaliano Brancati, ispirato alla leggendaria figura del “Don Giovanni” di Tirso de Molina, Mozart, Molière, più prosaicamente qui un impenitente figlio di mamma, avvenente, viziato, indolente, inseguito dalle donne e vessato dal padre che lo considera un inetto e teme per la sua mascolinità, evocando le tematiche del Bell’Antonio, adorato dalla mammina al seguito con tanto di zabaglione sbattuto e dall’amico meno fortunato Rosario, una sorta di Leporello, la sua ombra nella prima parte di questo racconto per poi farsi nella seconda parte invidioso complice alla miriade di conquiste di ogni età ed estrazione sociale di Francesco, in preda a sessualità compulsiva, che però puntualmente dopo un infuocato desiderio iniziale sprofonda nella noia e decide di troncare la relazione, seminando vittime e vittimismi.
Nell’ultima parte il sogno si impossessa di un Francesco maturo. In preda ai sensi di colpa per avere fatto soffrire e morire d’amore tante donne il seduttore si trova al centro di un processo in cui un Angelo e un Diavolo gli riveleranno particolari che contraddicono questa sua idea con risvolti imprevedibili. Lo attende l’Inferno o il Paradiso? Nella parabola di Francesco e del suo rapporto con le donne Brancati lascia aperta la questione su chi veramente sia sedotto e chi seduce, chi sia la vittima o il carnefice, in un’interpretazione originale e ironica del maschio siculo tradizionalmente affetto da gallismo, mammismo, indolenza.
Il taglio che ha inteso dare il regista Angelo Tosto, grottesco e iperbolico ha disseminato la scena di occhialoni-maschere (fascinazioni di Big eyes?) e manichini dei personaggi dalla recitazione affettata che fanno da contorno al nostro Don Giovanni marca sicula, l’unico, insieme al suo alter ego amico Giovanni, a viso scoperto e con accenti realistici, creando un parterre esasperato di finzioni, che traghetta la realistica vicenda in un’ambigua mobilità di piani di lettura, fino ad infliggere al protagonista sognatore un pentimento salvifico. Scenari di plastiche pareti e accese coloriture delle luci accentuano l’atmosfera onirica in cui sprofonda il nostro Don Giovanni siculo, un Valerio Santi saggiamente vacuo e inquieto, a fronte delle asprezze del padre -Diavolo di Filippo Brazzaventre, delle moine leziose della mamma -Wanda- Giovanna di Marta Limoli, della cameriera-moglie di Anita Indigeno, delle acrobatiche e istrioniche capriole del passante-Angelo di Nicola Costa, un cast in pieno delirio recitativo che suggerisce senza sconti la cifra volutamente visionaria della pièce. La seduzione e il sogno in fondo hanno la stessa matrice.
DON GIOVANNI INVOLONTARIO
di Vitaliano Brancati
adattamento e regia Angelo Tosto
scene e costumi Riccardo Cappello
light designer Gaetano La Mela
con Filippo Brazzaventre, Nicola Costa, Anita Indigeno, Marta Limoli, Giovanni Rizzuti, Valerio Santi
produzione Teatro Stabile di Catania
A Sala Futura (Catania) fino a Venerdì 18 Aprile