Silvia Vettori, Ritratto di Attrice con Stregatto

Silvia Vettori, Ritratto di Attrice con Stregatto

@ Lucia Tempestini con la collaborazione di Fabio Baronti (18-01-2021)

Silvia Vettori

Silvia Vettori è uno degli elementi cardine della Compagnia delle Seggiole, gruppo teatrale fiorentino che da più di 20 anni rappresenta una voce in controtendenza rispetto al nuovismo fine a se stesso, ai farfugliatori microfonati che dalle mini o maxi serie televisive approdano incongruamente sui palcoscenici di molti teatri italiani.

Gli accordi sui quali si edificano veloci le interpretazioni di Silvia hanno un grado elevato di surrealtà, risultando all’improvviso stranianti per il minuzioso accanimento combinatorio con cui costruisce i personaggi. Sempre cercando la fenditura nascosta, il riflesso magico-romantico – o ironico, o stralunato – capace di condurre allestimento e spettatori oltre la soglia dell’apparenza, sotto o sopra la superficie levigata, in alto e in basso nello stesso tempo come il gufo della filastrocca infantile, avvicinandosi alla profondità per mezzo di una distanza ilare, inquieta, modernissima, toccata, a volte, solo per un istante, da un turbamento sublimato in scintillìo affabulatorio.

E’ stata la musica, da bambina, ad avvicinarla al teatro. Suo padre Renzo la portava a vedere le opere al Festival Puccini di Torre del Lago, e il primo incontro, fiabesco, con i sortilegi dello spazio scenico è avvenuto nel sottopalco, in un corridoio simile al Vicolo delle Carrozze – il ritorto sentiero lastricato settecentesco situato all’interno del Teatro della Pergola di Firenze che si può ancora percorrere durante le visite-spettacolo curate dalle Seggiole. I colori fantastici dei costumi della Turandot le sono turbinati negli occhi, con quella particolare malìa d’Oriente filtrata dal Liberty italiano. La Principessa di Gelo ha contribuito a legare Silvia al Teatro per sempre, con cinquecento catenelle d’oro. Il debutto, come mimo, avvenne al Comunale di Firenze nella Jenufa di Janàcek del 1993, cui fu assegnato il Premio “Franco Abbiati” come migliore opera della stagione lirica 1992/93, soprattutto grazie alla regia memorabile di Liliana Cavani. Nel 1998 prese parte, sempre nell’ambito del Maggio Musicale Fiorentino, alla versione tenebrosa del Wozzeck di Berg ideata da William Friedkin.

Seguirono corsi di recitazione e la collaborazione con il Laboratorio Nove di Barbara Nativi, che culminò con una delle molte versioni di uno spettacolo quasi mitologico: Le cognate di Michel Tremblay.

Nel 1999 arriva l’incontro fatidico con Fabio Baronti che costituirà proprio quell’anno La Compagnia delle Seggiole, insieme di attori la cui formazione si può ricondurre alla lezione di Orazio Costa. Le scelte artistiche della Compagnia portano alla realizzazione di spettacoli con una forte connotazione classica: l’opzione per un teatro affidato alla parola, alla forza dell’attore, è evidente sin dal nome della Compagnia che predilige scenografie scarne, affidate per lo più a semplici sedie, in rare occasioni corredate da elementi scenici di supporto. Sin dalla prima esperienza la Compagnia si è distinta per l’originalità dei propri lavori, la ricerca di progettualità innovative e alternative rispetto al teatro tradizionale. Per questo motivo gran parte degli spettacoli sono stati rappresentati in luoghi altri rispetto allo spazio scenico, privilegiando monumenti, ristoranti, ville, edifici storici della città di Firenze e non solo.

Dal 2005 la Compagnia si è specializzata nelle cene con radiogialli, in particolare nella lettura dei “Radiogialli” di Ellery Queen da proporre al pubblico di commensali di diversi ristoranti toscani. Tra una portata e l’altra gli spettatori partecipano attivamente alla ricerca dell’assassino, a concludere la serata il rumorista mostra dal vivo come venivano riprodotti suoni e rumori nelle vecchie trasmissioni radiofoniche. Rispetto alle cene con delitto che vengono realizzate di solito, la Compagnia ha deciso di puntare sul recupero della radio. Questo percorso ha portato la Compagnia a organizzare oltre 500 serate.

Preziose ridicole
Preziose ridicole – bozzetto
Preziose ridicole – bozzetto

Dalla fondazione a oggi la serie di spettacoli prodotti dalla Compagnia è impressionante, per numero e qualità artistica. Proviamo, con l’aiuto dello stesso Baronti, ad elencarli almeno fino al 2004.

  • L’Associazione si costituisce nel Maggio ’99 e per la stagione estiva mette in scena lo spettacolo “JACQUES E IL SUO PADRONE” di Milan Kundera (altrimenti noto per “L’insostenibile leggerezza dell’essere”), un testo collocabile agli inizi degli anni ’70 e che affonda le sue radici nel lavoro omonimo di Denis Diderot, “Jacques il fatalista”.
  • Novembre 1999 – Con il testo di Kundera la Compagnia viene segnalata nel concorso teatrale “Città di Pescia”
  • Marzo 2000/Maggio 2000 – Ripresa dello spettacolo “JACQUES E IL SUO PADRONE” per 30 repliche a Firenze nella sala  “ex Leopoldine” in Piazza Tasso
  • Maggio 2000 – La Compagnia, con lo spettacolo sopra citato viene ammessa alla rassegna finale del Progetto “Il Debutto di Amleto” organizzato dalla Regione Toscana, con oltre 150 progetti partecipanti. Il Progetto ”Il Debutto di Amleto” aveva come priorità il “censimento” e la valorizzazione del Teatro sommerso in Toscana.
  • Giugno 2000 – La Compagnia partecipa all’allestimento dello spettacolo “LA PELLEGRINA”, condotto e diretto da Luciano Alberti che l’Homme Armé ha prodotto, su commissione del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Quarto Centenario della Nascita dell’Opera, al Teatro della Pergola di Firenze nelle date del 25 e 26 Giugno 2000.
  • Dicembre 2000 – Produzione e allestimento di un laboratorio in collaborazione con il Quartiere 1 del Comune di Firenze finalizzato alla messa in scena dello spettacolo “LE PREZIOSE RIDICOLE” di Molière .
  • Luglio 2001 – Produzione e allestimento dello spettacolo “CONTATTI – Quattro chiacchiere nel parco in compagnia di Albee, Valentin e Palazzeschi”, spettacolo composto da “Nel Fienile” di Karl Valentin, da “Visita alla Contessa Eva Pizzardini Ba” di Aldo Palazzeschi e “Storia dello zoo” di Edward Albee per la stagione estiva all’interno della rassegna Artestate 2001 a Firenze
Jacques e il suo padrone – Fabio Baronti
  • Settembre 2002 – Produzione e allestimento dello spettacolo “IL TRADIMENTO PER L’ONORE” di G. A. Cicognini, in occasione del XXVI Convegno Internazionale del Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale di Roma, diretto dal Prof. Federico Doglio. Presentato in prima riproposta moderna alla SALA CASELLA di Roma con la regia di Luciano Alberti.
  • Dicembre 2002 – Inaugurazione del nuovo Teatro dell’Istituto Francese di Firenze “La Comédie Italienne de Florence” con un nuovo allestimento de: “LE PREZIOSE RIDICOLE” di Molière.
  • Febbraio 2003 – Ripresa dello spettacolo “CONTATTI – Quattro chiacchiere nel parco in compagnia di Albee, Valentin e Palazzeschi” alla Comédie italienne de Florence.
  • Marzo 2003 – Letture di Voltaire e più precisamente ZADIG e altri brevi racconti al Caffè-Teatro BACCUS in Borgognissanti a Firenze con il patrocinio dell’Istituto Francese di Firenze e con la partecipazione del Direttore Jérôme Bloch. E’ un primo esperimento di cena con letture che incontra un ottimo successo di pubblico.
  • Maggio 2003 – Ancora un ciclo di 4 incontri al Caffè-Teatro BACCUS con letture di Denis Diderot “I GIOIELLI INDISCRETI” e di altri scritti libertini. Ancora con il patrocinio dell’Istituto Francese di Firenze.
  • Luglio 2003 – 19 repliche di “LA MANDRAGOLA” di Niccolò Machiavelli nel Cortile del Museo Nazionale del Bargello a Firenze in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino – Museo Nazionale del Bargello – Firenze Musei – E.T.I. Ente Teatro Italiano – Teatro della Pergola. L’iniziativa, oltre a riscuotere un notevole successo, è stata particolarmente apprezzata per il fatto di aver offerto al pubblico la possibilità di “vivere” un Museo fra i più importanti del mondo qual è il Museo del Bargello, anche come luogo di spettacolo e di “tornare” nei luoghi che furono di Machiavelli stesso durante la sua vita di uomo politico fiorentino.
Visita alla Contessa Eva Pizzardini Ba – bozzetto
  • Ottobre/Dicembre 2003 – Ancora 8 serate al Caffè – Teatro Baccus per la serie “Baccanales – Divagazioni libertine di ogni tempo” con il patrocinio dei Consolati di Grecia, di Spagna, degli Stati Uniti di Firenze e dell’Istituto Francese di Firenze offrendo una raffinata ricerca di autori di altissimo livello che hanno affrontato il tema libertino in modo anche molto diretto, un momento culturale legato all’insolito abbinamento fra lettura e gastronomia, ricercando quegli aspetti “salottieri” settecenteschi che rappresentavano l’unico mezzo di diffusione del “nuovo” o dell’ultimo libro alla moda. La capacità di affascinare o di coinvolgere gli spettatori era ed è affidata esclusivamente alla magia della parola. Hanno rappresentato un piacevole intermezzo alla metà di novembre due serate dedicate a George Brassens, con letture dei testi, sotto il Patrocinio dell’Istituto Francese di Firenze.
  • Marzo 2004 – “L’IPPOPOTAMO ED IL PENSATORE… e altre storie di Achille Campanile”. Rappresentato in prima nazionale al Teatro Comunale dell’Antella Omaggio appunto al grande autore del novecento con una miscellanea dei suoi pezzi più conosciuti e non.
  • Luglio 2004 – “MACHIAVELLICA – teatro e musica per Niccolò MachiavelliPrima rassegna ideata e dedicata al grande autore fiorentino ed ambientata alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli a Firenze. Un luogo ricco di memorie anche teatrali per l’opera del grande maestro Jacques Copeau, che vi lavorò con Orazio Costa all’epoca suo assistente. La serata inaugurale ha visto la presenza di Giorgio Albertazzi che, dopo l’attraversamento del Corridoio Vasariano, ha regalato al pubblico una serata indimenticabile. L’idea di celebrare un autore come Niccolò Machiavelli, a buon diritto considerato uno dei padri della lingua italiana, nasce dal buon esito delle rappresentazioni di Mandragola nel 2003. E’ quindi sembrato logico proseguire nell’intento di avvicinare i fiorentini ai propri autori drammatici nei luoghi suggestivi dei quali Firenze offre ampia scelta. MACHIAVELLICA si pone come obbiettivo, oltre alla ricerca della qualità ottenuta attraverso un’attenta selezione degli spettacoli in cartellone, la valorizzazione della nostra città che ancora oggi vive sull’arte e sulla tradizione culturale che l’hanno resa unica nel mondo.
Storia dello zoo
Storia dello zoo
  • Ottobre 2004 – Produzione e allestimento dello spettacolo “LA RAPPRESENTAZIONE DI STELLA” di Anonimo del XV° secolo con la Regia di Luciano Alberti, su commissione del Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale di Roma diretto dal Prof. Federico Doglio e rappresentato a Roma nella Chiesa di San Saba e a Piacenza nella Chiesa dei Gesuiti. Inoltre, con questo spettacolo la Compagnia partecipa, unica rappresentante italiana insieme ad altre rappresentanze europee, al IX° Festival Medieval d’Elx – Spagna, ottenendo lusinghieri riconoscimenti di critica e di pubblico.

In seguito, fra mille altre esperienze che approfondiremo in articoli successivi, sono arrivati I racconti del terrore di Poe allestiti alla Pergola di Firenze. Sembrava un’idea folle, all’inizio, nell’autunno del 2015. Trasformare i racconti di Poe in una serie di spettacoli itineranti a numero chiuso nei meandri del Teatro più antico d’Europa, in piena notte. Una bizzarria di nicchia, una proposta senza precedenti, un progetto per eccentrici che, come spesso avviene, si è trasformato in un avamposto prezioso intorno al quale, in 118 repliche sold out, si è radunato un folto numero di appassionati. Cinque serie in quattro stagioni teatrali, 5.ooo spettatori, molti dei quali giovani o giovanissimi, alcuni alla prima esperienza a teatro.

Fra le numerose figurine disegnate da Silvia Vettori col nero di china – apparizioni elusive – o rese mutevoli e sfuggenti da un’ambigua pastellatura vittoriana, ne vanno ricordate almeno due, assolutamente straordinarie. L’aspirante giornalista Psyche Zenobia del racconto satirico di Poe Blackwood – rappresentato nel retropalco della Pergola, così vasto da evocare le visioni piranesiane –, e Oretta, l’intraprendente organizzatrice di scommesse descritta ne Il dolore della guerra di Caterina Baronti. In quest’ultima messa in scena, basta un breve gesto sapiente della mazza da croquet accompagnato da un ondeggiamento appena accennato dell’abito, percepito più dall’intuito che dagli occhi, per far scivolare la Firenze ottocentesca dentro un’atmosfera paradossale alla Carroll. Dietro i sorrisi di Silvia Vettori trascorre per un istante il fantasma del Gatto del Cheshire.

Racconti del terrore – Teatro della Pergola

Ma è nel dare forma a Psyche Zenobia, entro la tenebra smisurata e densa della Pergola, che Silvia apre a poco a poco, con metodo ossessivo, abissi di angoscia sardonica e onirica sotto i piedi degli spettatori, o all’interno del loro cuore, facendolo sprofondare nell’assurdo. Li conduce alla contemplazione della morte dando forma tangibile all’ilarità tragica di Poe, un passo alla volta, riportando dapprima gli ammaestramenti di Mr Blackwood utili a scrivere articoli di buona qualità –  usare un tono elevato senza mai affermare nulla di preciso o utilizzare a caso citazioni dotte, preferibilmente in lingue straniere –, per poi introdurre l’episodio conclusivo trasformandosi in metronomo umano, piegando il tempo come metallo duttile, allungandolo all’infinito allo scopo di riprodurre il senso stesso della fine ridicola e atroce di Zenobia, decapitata dalla lancetta dei minuti dell’orologio di un campanile. Rispettando la soggettiva profeticamente hitchcockiana di Poe, osserva la lancetta e se stessa intenta a controllare il movimento della lancetta, vive – e muore – nella testa e nel corpo ormai separati, nel futile affastellarsi dei pensieri, futile come il giornalismo di cartapesta del Blackwood’s Magazine. Ancora una volta, Silvia è in alto e in basso nello stesso tempo. E nel riflesso prodotto dai due specchi hoffmanniani che si dispongono a diversa altezza, appaiono frantumi di altri infiniti personaggi possibili. La polifonia di Donne informate sui fatti di Fruttero, per esempio, e soprattutto la Winnie beckettiana che con ostinazione salva ogni giorno i poveri relitti del passato in un presente inospitale.

I bozzetti riprodotti nell’articolo sono di Micol Joanka Medda.