L’addetto stampa, questo indispensabile sconosciuto. Intervista a Cecilia Brizzi

L’addetto stampa, questo indispensabile sconosciuto. Intervista a Cecilia Brizzi

@ Lucia Tempestini (29-05-2020)

Cecilia Brizzi

Cecilia, è come uscire dalla cantina dopo un uragano, lo sgomento chiude il respiro. Ho deciso di chiedere a te un resoconto del panorama romano attuale e delle prospettive a breve e medio termine perché ti considero una delle professioniste più serie in circolazione. Iniziamo con il descrivere ai lettori il lavoro di un addetto stampa che opera nel settore Teatro.

Innanzitutto ti ringrazio per questo spazio di approfondimento e per gli attestati di stima. L’ufficio stampa è un lavoro che richiede preparazione professionale insieme a tanta esperienza sul campo. Nel settore dello spettacolo e del teatro, in particolare, è determinante la versatilità insieme ad una preparazione culturale di base per trasformare sinossi e schede tecniche in comunicati accattivanti. Una buona capacità di organizzare il lavoro, le relazioni con i “critici“ giusti e di rapporti preferenziali con le testate che contano sono fondamentali,poi,per ottenere una buona copertura media. Ci vuole tanta passione, capacità di ascolto e di interpretazione dei testi teatrali per cogliere i punti di forza da trasferire ai media. La conoscenza del settore insieme ad un’analisi approfondita del panorama di riferimento sono i “must” per ottenere i risultati sperati.

E’ quindi una figura essenziale, eppure sembra che i politici ne ignorino l’esistenza. Cosa si poteva e doveva fare per tutelarvi durante il lockdown? Credo che esistano differenze di non poco conto fra gli uffici stampa dei teatri pubblici e gli studi professionali privati. Quali forme di protezione hanno o non hanno ricevuto i primi e quali i secondi?

Il lockdown ha determinato uno stop imprevisto e forzato della programmazione teatrale; dall’oggi al domani, dopo aver constatato la difficoltà di attuare le misure di distanziamento inizialmente previste, si è passati alla chiusura. Per la prima volta ci siamo misurati con l’imprevedibile su scala nazionale e tutto il settore ne ha risentito. Non sono in grado di tracciare un quadro economico per quanto concerne gli uffici stampa; immagino che i referenti dei teatri pubblici, se dipendenti, abbiano mantenuto la continuità delle entrate mentre i consulenti sicuramente avranno risentito della situazione di difficoltà generale.

Mi risulta che a volte gli impresari privati, non tutti è chiaro, abbiano il malvezzo di ingaggiare addetti stampa senza contrattualizzare il rapporto e quel che è peggio “dimenticando” di saldare le prestazioni professionali. E’ vero? Non ti chiedo di fare nomi, solo di raccontarmi, se puoi, qualche episodio.

Questa è una nota dolente ed è un comportamento più diffuso, purtroppo, di quanto si possa immaginare. E’ vero che nel campo dello spettacolo, nella maggior parte dei casi, non si può fare affidamento su grandi budget ma alcuni se ne approfittano e, anche a fronte di contratti firmati e fatture emesse, non saldano le prestazioni professionali, facendo leva sul proprio nome o sui costi legali che scoraggiano i creditori dall’avviare cause. In più di 30 anni di attività siamo incappati, come tutti, in qualche problema ma gli episodi che ritengo veramente inqualificabili riguardano il 2019 e sono collegati ad un momento molto doloroso della mia vita, legato alla morte di mia sorella Monica, con la quale ho fondato anni fa la brizzi comunicazione,e che ha lasciato un grande segno nel campo degli uffici stampa teatrali.Si occupava dell’area spettacoli della nostra agenzia e se ne è andata in un mese, a marzo 2019. Nonostante io abbia subito preso in carico i progetti in essere, alcuni personaggi, anche molto noti della scena romana, hanno approfittato della sua scomparsa per non saldare onorari relativi all’attività da lei svolta sino all’ultimo. Senza fare nomi posso citare il caso del direttore di un famoso gruppo di teatri che, appresa la notizia della malattia, senza considerare il lavoro svolto da me nella logica della continuità, ci ha sollevato dall’incarico di ufficio stampa del suo teatro trendy di periferia, senza una comunicazione ufficiale né il saldo dei sospesi, oppure un produttore teatrale del nordest che, pur avendo firmato un contratto, si è nascosto dietro scuse pretestuose ed ha avuto anche il coraggio di chiedere una nota di credito. E, inoltre, il direttore di una compagnia teatrale nonché piccolo distributore, che è letteralmente fuggito senza assumersi le sue responsabilità dopo aver ottenuto una straordinaria copertura media per i suoi spettacoli, in coppia con una nota attrice, per più di un anno. Sinceramente trovo scandalosa e irrispettosa questa modalità di comportamento, tanto più se in relazione ad un lavoro svolto da una professionista prematuramente scomparsa.

Non sarebbe urgente una legge nazionale che riconosca l’utilità e i diritti/doveri di chi cura la promozione di teatri, festival, eventi, mostre, anteprime, ecc.? Siete organizzati in un’associazione di categoria oppure no?

Viviamo in un Paese in cui, a volte, è facile aggirare le regole e dove anche i contratti firmati non vengono rispettati. Bisogna precisare, però, che la maggior parte delle persone sono serie e rispettano gli impegni presi. Personalmente sono iscritta all’Ordine dei giornalisti. Un tempo l’Ordine aveva realizzato un utile tariffario cheè stato un riferimento per il calcolo degli onorari;da dieci anni, però, a seguito di una richiesta dell’antitrust è stato rimosso. Esistono diverse associazioni di categoria nell’ambito giornalistico; un ruolo importante è svolto dal Gus, Gruppo Uffici Stampa, riconosciuto dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Cecilia Brizzi con Alessandro Benvenuti e Filippo D’Alessio

Tu collabori anche con il Teatro di Roma, in particolare riguardo all’attività del Teatro Tor Bella Monaca, una sala situata in un quartiere difficile dove la rete TIC è riuscita a far arrivare grandi allestimenti a prezzi popolari. Quali prospettive di riapertura esistono per la stagione autunnale? E ci sono progetti per l’estate?

Siamo pronti a ripartire dal 15 giugno, in linea con le ultime disposizioni di legge, con alcune proiezioni cinematografiche di film di nicchia e tre appuntamenti musicali. Resteremo aperti fino a fine luglio e stiamo lavorando alla prossima stagione autunnale. Il TBM ha sempre portato avanti una politica di prezzi popolari che non subirà variazioni e, grazie al felice sodalizio Alessandro Benvenuti e Filippo D’Alessio, rispettivamente direttore artistico e direttore organizzativo, sono stati proposti negli anni spettacoli di grande livello. E’ un teatro che ha sempre prestato molta attenzione nel costruire il rapporto con il pubblico coniugando qualità e prezzi accessibili. Molte produzioni di teatri di rilievo nazionale come l’Eliseo, il Parioli, il Quirino, e compagnie come la Mauri-Sturno e la Compagnia De Filippo hanno scelto il Teatro Tor Bella Monaca per mettere a punto gli spettacoli, realizzare le prove generali e le anteprime nazionali. Molte tournée sono partite dal TBM che vanta una corposa presenza sui mediae più di 230.000 biglietti venduti dal 2013, anno in cui è partita questa gestione che ha scelto la nostra agenzia per l’ufficio stampa. Un gran risultato, nonostante un anno di chiusura nella stagione 2015-2016 per problemi burocratici comunali, e l’emergenza di quest’anno.

Proprio a seguito di questo stop forzato per mantenere il filo con gli affezionati spettatori abbiamo avviato la rubrica “Caro teatro ti scrivo”; inquesti mesi sono pervenuti tanti messaggi di saluto, richieste e commenti da parte del pubblico, veicolati sui canali social.Inoltre è stata messa a punto una ricca programmazione online con alcune serie social che stanno riscuotendo ampi consensi in termini di like e condivisioni. Prima tra tutte il “Diario di un non intubabile” di Alessandro Benvenuti che dal primo giorno del lockdown ha iniziato a scrivere, con la sua abituale ironia, le sue riflessioni sulla forzata “quarantena” a causa del coronavirus. Interpretate da Andrea Murchio le pagine del diario sono diventate video, in stile alleniano, autoprodotti rigorosamente in casa, con montaggio e regia supervisionati da Filippo D’Alessio.

Grande successo anche per i primi episodi di Franz e Nando, serie social di e con Stefano Zanoli e Andrea Murchio e con la partecipazione di Alessia Olivetti, che narra le imprese di due delinquenti di periferia, due simpatiche canaglie, animate sempre dalla volontà di svoltare compiendo rapimenti o “audaci colpi”, che finiscono inevitabilmente con i due invischiati in guai e situazioni grottescamente comiche. Ultimo progetto in ordine di tempo PENSO, QUINDI SONO, esperimento al femminile costituito da video riflessioni, contraddittori, monologhi, pensieri in movimento in chiave ironica sulla situazione attuale partendo dal pensiero filosofico di alcuni autori. Il primo appuntamento è con Simone De Beauvoir, di e con Maddalena Rizzi. 

Ti sei fatta un’idea generale di come e quando ripartiranno i cartelloni 2020-21 a Roma? Come verranno effettuate le prove? Alcuni elementi specifici renderanno un allestimento più idoneo alla rappresentazione, per la direzione artistica di un teatro, rispetto a un altro? Ad esempio: numero ridotto di attori, scenografie essenziali? Gli spettacoli cancellati nell’ultima parte della stagione verranno recuperati? Ci sarà ancora spazio per i giovani e le piccole compagnie? E per il teatro di ricerca?

Mi sembra che ci sia tanta voglia di fare ma concretamente i problemi sono tanti. I distanziamenti comportano una notevole riduzione di posti, ad es al TBM si passerà da 284 posti a 100 in sala grande e da 98 a 30 in sala piccola. Spero che molti spettacoli previsti da marzo in poi possano essere recuperati nella prossima stagione ma le condizioni tecniche insieme alla disponibilità delle compagnie saranno la discriminante. Prevarranno, a mio avviso, almeno nei primi mesi, i reading o spettacoli con cast molto ridotti. Speriamo di poter riprogrammare presto al TBM, tra gli altri, lo spettacolo “Certi di esistere” di Alessandro Benvenuti che avrebbe segnato il debutto della neonata compagnia stabile del TBM e che avrebbe dovuto debuttare a maggio con una lunga tenitura di un mese.

Parliamo di costi e incassi. Quanti teatri secondo te potranno permettersi la riduzione di posti prevista? Per ammortizzare le minori entrate non si potrebbero aumentare le repliche o prolungare la tenitura? L’alternativa sarebbe aumentare i prezzi dei biglietti, ma considerata la crisi economica che sta esplodendo non mi sembra la soluzione migliore.

Penso che molti teatri non potranno sostenere la riduzione di posti prevista. Saranno sicuramente privilegiate, a mio avviso, le compagnie che si renderanno disponibili per un maggior numero di repliche. Ma su questo punto passo la parola ai direttori che, meglio di me, sanno come potranno organizzare la stagione. Sicuramente al TBM le scelte strategiche non peseranno sugli spettatori.

Convincere il pubblico a tornare nei teatri sarà un’altra impresa non facilissima. Tu in particolare, hai già pensato a qualche strategia persuasiva? Inutile dire che saremo i fiancheggiatori instancabili di tutti, o quasi, i teatri e i cinema italiani.

Credo che le persone abbiano un gran desiderio di tornare alla normalità. Molti avranno sicuramente paura dei contagi ma in tanti non esiteranno a recuperare il proprio “posto in prima fila”. L’importante è rispettare i distanziamenti e mantenere un clima di fiducia. La qualità farà il resto. Dal mio canto farò leva, come al solito, sulla comunicazione, puntuale e costante, per far conoscere la programmazione e la copertura su una testata, rigorosa e seria come la vostra, rappresenterà la migliore conferma. 

Grazie Cecilia.