I carnefici di Coryell. ‘L’infedeltà sopra ogni fedeltà’, Edizioni Joker 2019

I carnefici di Coryell. ‘L’infedeltà sopra ogni fedeltà’, Edizioni Joker 2019

@ Amedeo Ansaldi (22-01-2020)

 

Andrzej Coryell

L’infedeltà sopra ogni fedeltà

Edizioni Joker 2019

 

Aforismi olandesi e fiamminghi

A cura di Giorgio Faggin

Edizioni Joker 2019

 

L’aforisma è, con l’eccezione di pochi nomi universalmente noti (per es. Oscar Wilde e Friedrich Nietzsche), un genere letterario decisamente trascurato dagli editori: fenomeno che non è tipico solo dell’Italia, ma diffuso un po’ ovunque – motivo per cui nei diversi Paesi le traduzioni sono sempre rare, e chi non è in grado di andarsi a leggere i testi nelle varie lingue originali (talvolta desuete) fatica a formarsi un’idea generale dello sviluppo e dello stato di salute delle forme brevi nel mondo.

Qualche anno fa aveva meritoriamente cercato, purtroppo con scarsa fortuna, di invertire la tendenza il curatore del seguitissimo blog ‘Aforisticamente’, Fabrizio Caramagna, grazie alla pubblicazione di pregevolissime antologie dell’aforisma contemporaneo in Serbia (Afocalypse. Antologia dell’aforisma serbo contemporaneo, Genesi Editrice 2012), Finlandia (Poeti e aforisti in Finlandia, Edizioni del Foglio Clandestino, 2012), Romania (Antologia dell’aforisma romeno contemporaneo, Genesi Editrice 2013) e Spagna (L’aforisma in Spagna. Tredici scrittori di aforismi contemporanei, Genesi Editrice 2014), nonché con la traduzione di singoli notevoli aforisti quali il rumeno Valeriu Butulescu (Oasi di sabbia, Genesi Editrice 2011) e soprattutto l’italo-argentino Antonio Porchia (Voci, Genesi Editrice 2013).

È invece più recente, appena dell’anno scorso, 2019, l’iniziativa di Edizioni Joker, che ha pubblicato due importanti traduzioni nella collana di aforismi ‘Athanor’, diretta da Sandro Montalto.

Una – autentica rivelazione per il pubblico italiano – reca il titolo L’infedeltà sopra ogni altra fedeltà, autore il romanziere, poeta e regista cinematografico polacco, da noi pressoché sconosciuto, Andrzej Coryell (Varsavia 1949), che finora, fuori dalla sua terra d’origine, ha visto tradotti solo due dei suoi lavori, in Francia (una raccolta di poesie e un romanzo).

Evidente, nella sua copiosa produzione aforistica, l’influenza esercitata dal connazionale Stanisław J. Lec (1909-1966), che Umberto Eco considerava, non a torto, il maggiore aforista del ‘900; e non meno emblematica la sua crudele insistenza, tipica di quel clima culturale, su certi temi sensibili: i carnefici e i boia, la fustigazione, gli inquisitori, la vendetta, i nemici, il ricatto, i capri espiatori, i cannibali, ecc., attraverso i quali sperimenta, forse perfino esaurisce, tutte le possibilità della sua fiammeggiante inventiva.

Perfido, cinico, esuberante, feroce, nel suo acceso furore combinatorio Coryell si propone di suggerire al lettore le diverse sfaccettature di una realtà costantemente precaria, sul punto di soccombere a un vertiginoso definitivo slittamento; un mondo nel quale millenni di faticosa civiltà possono essere disattesi e travolti in un attimo dal riemergere repentino degli aspetti più oscuri della natura umana.

Il versante sul quale l’autore esercita il proprio fulgido mordace genio creativo è quello dei temi prediletti, ovvero – il che è lo stesso in un autore del suo stampo – delle sue bestie nere: la pavidità, l’ipocrisia, l’efferatezza umane. A volte, è vero, Coryell spinge forse un po’ troppo in là il gusto innato per il paradosso, specchio di una spiccata preferenza per le situazioni-limite: un modo di procedere che lo induce a perder esaltuariamente di vista il filo del discorso, il senso ultimo dell’aforisma – difetto peraltro connaturato al tipo di ispirazione – destando in qualche passaggio qualche sospetto di algido sperimentalismo.

E tuttavia, come scrive il curatore Sandro Montalto nella quarta di copertina, “non sarebbe giusto dire che l’autore esprima un cieco relativismo, né che si faccia beffe della verità ritenendola solo il precario e mutevole risultato di una serie di ingranaggi che si incontrano e si abbandonano: tenta semmai di ricordare al lettore, simulando anche con divertimento meccanismi logici a funzionamento automatico, che la verità è effimera, anche se preziosa”.

Ma niente è più indicato, per rendere il clima e lo stile inconfondibili de L’infedeltà, che cedere direttamente la parola all’autore; proporre un assaggio del prezioso e vasto repertorio (200 pagg. fitte), la cui lettura raccomandiamo vivamente, e non solo alla stretta cerchia dei cultori del genere letterario:

La creazione del mondo, dopotutto, ha rappresentato la fine di un’epoca.

A credere nel paradiso sono, di norma, coloro che rendono la vita degli altri un inferno.

Attraversò la vita passando sul proprio cadavere.

Torturava con la pazienza di un santo.

Con gli atei si può ragionare, con gli dèi è più difficile.

La legge della giungla si prende cura anche dei più piccoli.

Il Giudizio Universale sarà l’evento dell’anno.

Riccardo III l’avrebbe anche ottenuto un cavallo, se solo non avesse promesso un regno.

Un tiranno privo di senso dell’umorismo è noioso, uno che ne è dotato è terribile.

Quando due tiranni si incontrano fanno il gioco della libertà.

Un buon boia non lavora mai due volte sullo stesso ordine.

Anche a noi capita di sentirci a pezzi, spiegarono i carnefici ai condannati che stavano per essere squartati.

Non ho mai ucciso nessuno al di fuori dell’orario di lavoro, si giustificò il boia.

Varrebbe la pena clonare i capri espiatori.

Quando una donna non sa cosa vuole, significa che ha già capito cosa desidera.

Le frecce di Eros colpiscono sempre il bersaglio, ma la sua scelta spesso è affrettata.

Si vendevano per quattro soldi, ma non per trenta denari.

Mi piacciono le donne, disse ridendo fino alle lacrime una cannibale lesbica.

Il sapore di un intellettuale supera ogni immaginazione, diceva il cannibale istruito.

Aveva avuto numerosi figlioli prodighi.

Si sentiva male alla sola vista di persone che non erano mai state ricattate.

Dopo la morte dei nostri genitori moriamo per la prima volta e nasciamo per la seconda.

Alle domande monosillabiche che gli venivano poste il torturato rispondeva con delle vocali.

Meglio annegare con la verità o nella verità?

Una dolce vendetta va bene, purché non sia sdolcinata.

Se ti resta la salute, prenditene cura. Altrimenti, prenditi cura della tua vita. Altrimenti, prenditi cura della tua morte.

Desiderava ottenere una cattiva fama, ma non sapeva ancora in quale ambito.

Se rifletti troppo potresti ritrovarti con dei nemici troppo intelligenti.

Prima di mettere i puntini sulle ‘i’ assicurati di conoscere l’intero alfabeto.

La dedica, a differenza del libro, non può contenere errori.

Ai topi di biblioteca piace rosicchiare qualsiasi genere letterario.

Gli aforismi non ci rendono la strada più semplice e dritta, ma leggermente più illuminata.

Tutto quel che resta del labirinto di Minosse è l’uscita.

E sentii la voce del Signore sulla via di Damasco: Andrzej, Andrzej, perché non mi perseguiti?

Sulla via di Damasco puoi incontrare Saulo, Paolo, ma anche te stesso.

Ricordo ancora la mia prima testa, sospirò il boia.

Talvolta le Muse svolgono tutto il lavoro sporco al posto dell’artista.

Li abbiamo sepolti vivi, si giustificarono gli aguzzini.

L’altra splendida iniziativa delle Edizioni Joker è stata la pubblicazione degli Aforismi olandesi e fiamminghi (volume realizzato con il prezioso patrocinio dell’Associazione Italiana per l’Aforisma), un’antologia con la quale vengono presentati al pubblico italiano quelli che possono essere considerati i quattro maggiori massimatori neerlandesi moderni, vissuti tutti, grosso modo, fra Ottocento e prima metà del secolo scorso. Pochi sanno che i Paesi Bassi vantano una solida e vitale tradizione gnomica, la cui origine risale niente meno che al grande umanista ed erudito Erasmo da Rotterdam (1469-1536), cui procurò a partire dall’anno 1500 vasta fama la raccolta di migliaia di proverbi, sentenze popolari e motti vari tratti prevalentemente dalle letterature greco-romana ed ebraica e riuniti poi nei fortunati Adagia (ovvero ‘modi di dire’), in lingua latina, ancora oggi vantaggiosamente consultabili: un’impresa che accompagnò l’intera operosissima esistenza dello studioso e gettò le basi di tanta successiva produzione aforistica, non solo olandese. Come sottolinea per es. il traduttore e curatore Giorgio Faggin nell’Introduzione, alcune delle sentenze più famose di due autori neerlandesi del ‘600, Jakob Cats e Joost Van Vondel, “fanno parte tuttora del patrimonio idiomatico della nazione”. Tuttavia, considerata l’assenza, fino ad ora, di adeguate presentazioni antologiche, “non c’è da stupirsi se anche fuori dai confini nazionali l’aforisma neerlandese sia poco conosciuto”. La presente pubblicazione viene dunque a colmare – parzialmente, beninteso – un vuoto e permette, se non altro, di avvicinarsi per la prima volta a una tradizione fortemente radicata nei popoli nordici. I quattro autori sono il maggiore scrittore olandese moderno, Multatuli, animo contrastato, afflitto da evidenti manie di persecuzione, fratello spirituale di August Strindberg e autore, oltre al resto, di diverse sillogi di lucidi e sferzanti aforismi (le raccolte miscellanee delle Idee), puntuale e intransigente denuncia di ogni forma di impostura e di ipocrisia che gli valse, fra gli altri, l’ammirazione di Sigmund Freud; il fervido sionista Jacob Israël de Haan, dal forte radicalismo sentenziale, sulla cui tragica e controversa figura si incentrerà un romanzo di Arnold Zweig; il saggista e critico, forse massimo aforista belga Jan Greshoff, individualista elibertario; e l’aforista puro (non si espresse in altre forme letterarie) Julien de Valkenaere, ironico e dissacrante.

Come rileva Anna Antolisei nella quarta di copertina, “senza dubbio questa sorprendente panoramica sull’aforistica nord-europea non mancherà di essere motivo di curiosità, di stimolo e di utile arricchimento per ogni estimatore della forma breve: per chiunque insomma non sia sazio delle ‘perle di saggezza’ che l’aforisma sa dispensare, da millenni, a piene mani”. Giusto proporne, anche in questo caso, qualche citazione fra le molte possibili:

Multatuli (Eduard Douwes Dekker,1820-1887)

L’indifferenza, la negligenza, la pigrizia sono nemiche che arrecano più danno alla verità dell’inganno intenzionale. L’umanità è troppo debole per essere cattiva.

Le illusioni perdute sono verità ritrovate.

La virtù scompare se si parla della virtù, come il silenzio se si parla del silenzio.

Dolore e gioia dipendono più da ciò che siamo che da ciò che ci accade.

La nobiltà non è mai stata inventata né introdotta. Essa si è fatta, come tutto ciò che è nella natura delle cose.

Jacob Israël de Haan (1881-1924)

Soltanto a pochi è concesso di non appartenere alla propria nazione.

La coscienza c’è e non c’è, come l’ombra.

La vita è una moneta scadente dal corso forzoso.

Il tempo è denaro, dicono le brave persone per le quali il tempo non è niente e il denaro è tutto.

L’uomo cerca il piacere e l’oblio, ma trova soltanto sé stesso.

Una grande maggioranza viene detta ‘schiacciante’. Nessuna la chiama ‘convincente’, neppure quelli che la detengono.

L’abuso più grave che si possa fare della propria vita è di metterla a servizio del prossimo.

Muori senza chiedere pietà. Vivi senza avere pietà.

JanGreshoff (1888-1971)

Ci facciamo dei nemici non per quello che pensiamo, ma perché pensiamo.

Un uomo insignificante non vale nulla, una donna insignificante resta sempre una donna.

Chi è troppo gretto per amare può sempre fare il filantropo.

L’artista forma il mondo in conformità alle sue idee, il borghese forma le sue idee in conformità al mondo.

È una fortuna che l’intelligenza sia un bene tanto raro, visto che quasi tutti la usano così male.

Nemmeno il Padre Eterno riesce a spuntarla con gli stupidi.

Chi non crede che la morte sia una fine, deve riconoscere che la nascita non è un principio. È inconcepibile infatti che l’infinito si trovi soltanto a uno dei capi.

Julien de Valckenaere (1898-1958)

Aforista: scrittore che con una manciata di parole vuole far concorrenza a un libro intero, e con un piccolo libro a una biblioteca.

Adulterio: incollare altrove ciò che si è rotto in casa.

Con l’anima succede come con lo stomaco: appena ti accorgi di averne una, c’è qualcosa che non funziona.

Mettersi a lodare il ‘buon tempo antico’ è l’indizio più sicuro che si comincia ad appartenervi.

La calunnia offende soprattutto quando non è completamente inventata.

Libro eccellente è quello che suscita più pensieri di quanti ne contenga.

Navi senza timonieri, aerei senza piloti, fabbriche senza operai: tappe evolutive verso un mondo senza uomini?