Compagnia Godot. Al Teatro Ideal di Ragusa, di scena “Ziq è sulla spiaggia” di Lina M. Ugolini. Regia di V. Bonaccorso

 

Compagnia Godot Ragusa

presenta

ZIQ E’ SULLA SPIAGGIA

di Lina Maria Ugolini .  Regia di Vittorio Bonaccorso.
Con Giuseppe Arezzi, Vittorio Bonaccorso, Federica Bisegna 
Teatro Ideal Ragusa

(nostro servizio)

Di Danilo Amione

Quando la prosa sposa la poesia e diventa drammaturgia delle emozioni. Penso sia questa la migliore sintesi che si possa fare dell’ennesima magica messinscena firmata da Vittorio Bonaccorso per la Compagnia Godot di Ragusa. Attraverso la straordinaria interpretazione di Giuseppe Arezzi, lo stupendo testo di Lina Maria Ugolini regala allo spettatore un monologo carico di pietas e di fantasia, capace di trasformare il dramma di un giovane siriano, arrivato sulle nostre spiagge per sfuggire alla follia della guerra, in un atto di speranza per tutta l’umanità. Sogno e desiderio intersecano la Storia tragica e nefasta e ne deviano il corso fino a farla diventare occasione di rinascita. Una catarsi rigeneratrice in grado di trasformare, attraverso l’arte, la realtà in mille versi costruttori di un nuovo mondo oramai necessario, impellente, non più derogabile.

Non è difficile definire realismo magico il teatro della Ugolini, qui alla seconda collaborazione con la storica compagnia Godot di Ragusa, dopo l’altrettanto splendida messinscena di “Fuad che toccava le ali alle farfalle”,sempre diretta con mano sapiente da Vittorio Bonaccorso. Simboli e metafore, dagli occhiali del padre di Ziq capaci di attivare“un’altra” realtà, agli ombrelli che da merce diventano sogni, accompagnano lo spettatore verso un immaginario che si muove per accumulo di sensi ed emozioni a cui è difficile sottrarsi. Il flusso di coscienza in cui si muove ininterrottamente il dire di Ziq sembra, anzi, sfidare lo spettatore ad andare oltre le parole stesse pronunciate dal protagonista.

La parola, fortemente poetica, è per la Ugolini strumento per accendere immagini negli occhi di chi ascolta, in una sinfonia percettiva che coinvolge pienamente la macchina teatro. In questo senso, la regia di Bonaccorso si sposa appieno e coerentemente con il testo scritto. La spiaggia su cui si muove Ziq non è spazio delimitato e neanche di solo approdo, attraverso i colori accesi e cangianti della messinscena essa diventa luogo abitato da presenze impalpabilifuori dal tempo, universali: speranze, illusioni, paure, da subito capaci di incidersi nell’anima dello     spettatore. Il processo identificativoè diretto, e supportato anche da intermezzi musicali cantati quasi a ribadire ciò a cui si sta assistendo,come una sottolineatura.

Il potere dell’immaginazione è magico in itinere, nel momento in cui si sta comunicandolo teatralmente, ma diventa fortemente reale e “politico”, l’immaginazione al potere,quando chiude il cerchiodi una verità a noi, purtroppo, ben nota. In questo senso, il palcoscenico si mostra più efficace di mille immagini televisive, divenute oramai abitudine per i nostri occhi assuefatti a visioni di ogni tipo. Il teatro ridiventa eccezione e per questo proiezione della natura, spettacolo incarnato capace di riacquisire il senso di una realtà pericolosamente a rischio di oblio. E la fugace presenza della madre di Ziq (la sempre superba Federica Bisegna), quasi un’apparizione, ne è la testimonianza più forte e significativa. Insomma, il principio dicotomico della rappresentazione, capace di andare oltre la realtà per raccontarla al meglio, è sempre attuale e questa pièce ne è l’ennesima conferma.