Le sedie senza pace di Pina Bausch. ‘Rewind – omaggio a Caffè Müller’ al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma

Le sedie senza pace di Pina Bausch. ‘Rewind – omaggio a Caffè Müller’ al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma

Testi: Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

Regia: Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

Direzione tecnice: Giulia Pastore

Produzione in collaborazione con Area 06-Roma, Rialto Santambrogio, Centro Artistico Grattacielo-Livorno, Armunia-Castiglioncello

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ROMA – Lo spettacolo, andato in scena per la prima volta nel 2008, è il personale omaggio del duo Deflorian/Tagliarini al mitico Café Müller (1978) di Pina Bausch.

Il primo ad entrare in scena è Antonio Tagliarini che presenta al pubblico la sedia che ha acquistato su eBay per 5000 euro, un vero cimelio considerato che si tratta di una sedia originale della prima versione dello spettacolo (o almeno così è stata proposta). Successivamente fa il suo ingresso Daria Deflorian che porta sul palco una sedia identica alla precedente proveniente però dallo sgabuzzino del Teatro Quarticciolo. Lo spettacolo prosegue con i due che guardano dal pc il video dello spettacolo di Pina Bausch, commentando con un microfono le scene e divagando con i propri racconti autobiografici ed ironici.

Rewind come suggerisce il titolo è la visione reiterata di un evento (nella fattispecie uno dei più grandi spettacoli del ‘900) che può essere scomposto e ricomposto a proprio piacimento.

Come in altri spettacoli del duo, si parte da un prodotto culturale iconico per parlare d’altro. La drammaturgia di Rewind è infatti basata sulla cronaca in diretta del video youtube di Café Müller intervallata da aneddoti apparentemente improvvisati, come in una sorta di commedia dell’Arte, in cui i due attori interpretano se stessi. Una scelta alquanto azzardata e rischiosa perché dipendente dal mood della serata. Così durante una replica lo scambio di battute può risultare fresco mentre in un’altra un po’ forzato.

Il modus operandi dei due artisti è quello di agire sui vari livelli di stratificazione della realtà al fine di ricreare un atto performativo in opposizione al teatro della spettacolarizzazione. Ma di performance in Rewind se ne vede poca, molto meno di quanto ci si aspetterebbe, considerate le passate esperienze di Tagliarini nel mondo della danza. Ciò che manca veramente (che forse per il duo è sembrata una scelta scontata) è assistere a qualche passo di danza, che citi, seppur goffamente, Café Müller. I due attori invece non ballano per niente (c’è giusto una giovane ballerina che in un momento esegue qualche passo di danza classica) e gli unici movimenti un po’ danzerecci riguardano lo spostamento repentino ed ossessivo delle sedie (ispirati a quelli di Café Müller) che però in questo contesto risultano caricaturali.