‘Favola’ con Filippo Timi: tra colori e realtà

‘Favola’ con Filippo Timi: tra colori e realtà

Filippo Timi in ‘Favola’

L’America borghese degli anni ‘50, una casa piena di colori, carta da parati, il benessere di una famiglia benestante è lo sfondo della favola di Mrs. Fairtyale, casalinga premurosa, scrupolosa e perfetta che vive serenamente il suo matrimonio con Stan.

L’unica sua amica, Emerald, è una donna con il matrimonio in crisi. L’una vive la propria vita come un pendolo dal movimento ripetitivo, incessante, senza sosta, mai diverso; l’altra cerca la felicità, l’emancipazione.

Entrambe custodiscono delle verità celate, e quando queste rimozioni iniziano a sgretolarsi, le due donne smettono di recitare i ruoli imposti dalla società e iniziano a vivere, a lasciarsi andare, ad amarsi l’un l’altra.

Un amore improvviso che squarcia quel velo di finta protezione, di sottomissione ai mariti e alla società chiusa, bigotta rappresentata dalla madre di Mrs. Fairytale che davanti alla decisione della figlia di liberarsi, di essere finalmente se stessa- di seguire il proprio e autentico Io- prova a fermarla, rammentandole che “la donna deve sottostare al marito”, che porta i pantaloni, e suggerendole di vivere il suo vero amore come una “farsa” da tenere nascosta.

Con un movimento continuo tra pensieri e realtà, si giunge al punto di snodo: le due donne uccidono il loro ostacolo, il marito di Mrs. Fartytale, Stan.

Il tutto sembra avere un tragico epilogo: Mrs. Fairtyle viene rinchiusa in una clinica “correttiva”, ma Emerald, incinta, libera la donna, e riescono a fuggire insieme: con il benestare della madre di Fairytale, le due donne possono viversi liberamente e autenticamente.

Un film dalla scenografia ben curata, come se si fosse in un teatro (tra l’altro la pellicola è stata tratta dall’omonimo spettacolo teatrale), le inquadrature dei volti soprattutto nei punti focali sono ben congegnate. Una storia di e con diverse chiavi di letture: dall’emancipazione dal ruolo di mogliettina sottomessa, alla difficile accettazione di sé, alla difficoltà, ancora attuale in certe realtà, di vivere liberamente il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. Un impasto di tematiche magistralmente messe insieme che non appesantisce una trama fluida e scorrevole. Una favola con le sue peripezie che non portano a una ringkomposition, ma a un nuovo ciclo che smonta il cliché delle favole tradizionali.

SCHEDA FILM: