‘L’ultima estate del sogno americano. Bob Kennedy, la terza vittima della Grande Congiura’ ieri ad Altrevie, Roma
Una serata densa, vibrante, emozionante, partecipata come non capita spesso quella svoltasi ieri ad Altrevie, nel cuore del Quartiere Garbatella, sede abituale degli appuntamenti da me dedicati alla reinterpretazione di fatti storici controversi, troppe volte oscuri.
L’incontro aperto da Francesco Castracane che ha fatto gli onori di casa, è iniziato con mia una disamina storica del turbolento 1968 nel mondo e in America, dove l’offensiva nordvietnamita del Têt a Capodanno, la conseguente rinuncia di Johnson al secondo mandato, l’assassinio di Martin Luther King, le rivolte degli afroamericani, le proteste degli studenti contro la guerra in Vietnam squassano la società statunitense.
In seguito, ho tratteggiato in modo chiaroscurale la figura luminosa ma pure controversa, soprattutto agli inizi della sua vicenda politica, di Bob Kennedy. Immancabile l’analisi dell’attentato di Dallas, primo capitolo di una spaventosa e colossale macchinazione tesa a decapitare i movimenti progressisti dei suoi leaders.
Dopo un toccante ricordo personale di quando, esattamente cinquant’anni prima, il 6 giugno del 1968, dodicenne in vacanza a Roma, appresi dell’omicidio di Bob Kennedy, con l’aiuto di materiali audiovisuali documentari e di fiction è stata ricostruita la drammatica serata all’Hotel Ambassador di Los Angeles, che aveva ospitato la festa per la vittoria delle primarie in California.
Particolarmente interessante è risultato il docufilm ‘L’altra Dallas’ (2004) del filmaker italiano Massimo Mazzucco, che smonta in modo puntuale con testimonianze inoppugnabili e metodo rigoroso la verità ufficiale sfacciatamente falsa consegnataci e mai veramente ribaltata, nonostante i vistosi vizi procedurali, le omissioni, le contraffazioni, le distorsioni.
L’ipotesi di un killer solitario fabbricato e ‘telecomandato’, programmato per non ricordare poi nulla, l’arabo cristiano Sirhan Sirhan, ancora detenuto, rimanda ai servizi segreti e a una sofisticata macchinazione ordita da un potentissimo e tenebroso comitato per impedire che Bob Kennedy arrivasse alla Casa Bianca e magari da lì indagasse sull’assassinio del fratello, ucciso per le medesime ragioni, e per bloccare il tentativo di cambiare rotta nella politica estera e negli affari interni.
Il pubblico attento, curioso, avvertito ha mostrato una sorprendente familiarità con i temi trattati dando vita a una discussione stimolante e appassionata.