LOVELESS
di ANDREY ZVYAGINTSEV
con MARYANA SPIVAK ALEXEY ROZIN
MATVEY NOVIKOV MARINA VASILYEVA ANDRIS KEISHS
PREMIO DELLA GIURIA AL FESTIVAL DI CANNES
PREMIO EFA FOTOGRAFIA E MUSICHE ORIGINALI
CANDIDATO DALLA RUSSIA AGLI OSCAR
Paese: Russia/Francia/ Belgio/Germania
Anno: 2017
Durata: 126 minuti
USCITA: 6 DICEMBRE 2017
SINOSSI
Zhenya e Boris stanno per separarsi. Non si tratta però di una separazione pacifica, carica com’è di rancori, risentimenti e recriminazioni. Entrambi hanno già un nuovo partner e sono impazienti di voltare pagina, di iniziare una nuova fase della loro vita. C’è però un ostacolo difficile da superare: il futuro di Alyosha, il loro figlio dodicenne, che nessuno dei due ha mai veramente amato. Il bambino un giorno scompare.
NOTE DI REGIA
Mi piacerebbe riuscire a tracciare delle linee di collegamento tra Loveless e il film di Ingmar Bergman Scene da un matrimonio, trasposto in un epoca diversa e recitato da altri personaggi: cittadini contemporanei, privi di qualsiasi forma di autocoscienza o dubbio, una coppia della classe media della Russia di oggi.
Stanchi l’uno dell’altro dopo tanti anni di matrimonio, un uomo e una donna decidono di divorziare. Una situazione come tante altre … Solo che entrambi hanno già nuovi progetti di vita. Desiderano voltare pagina. Iniziare un nuovo capitolo della loro vita, con un nuovo partner e nuove emozioni che li possano far sentire finalmente completi e pieni di buoni propositi per il futuro.
L’esperienza passata ha minato un po’ la loro fiducia ma sono ancora carichi di aspettative per il futuro. Quello che rimane da fare è liberarsi del fardello che si frappone tra loro e la felicità: il figlio Alyosha, un estraneo per entrambi, che diventa uno straccio che si lanciano con rancore uno in faccia all’altro.
“Voglio che sia diverso: non voglio ripetere gli errori che mi hanno portato a questa delusione; voglio un nuovo inizio” – è quello che pensano tutti quelli che si vergognano dei propri fallimenti. Alla fine, l’unica cosa che puoi realmente cambiare è te stesso. Solo dopo averlo fatto il mondo che ti circonda tornerà a splendere di nuovo.
Questa era postmoderna è una società post-industriale inondata da un continuo flusso di informazioni ricevute da individui che si interessano alle altre persone sporadicamente e solo per ottenere qualcosa in cambio. Ogni individuo pensa solo a se stesso.
L’unico modo per potersi sottrarre a questa indifferenza è quello di sacrificare se stesso per gli altri, anche per persone estranee, come il coordinatore dei volontari che perlustra il paese per cercare il bambino scomparso, senza ricevere nessuna ricompensa, come se questo fosse l’unico scopo della sua vita. Uno scopo che dà senso ad ogni sua azione. Questo è l’unico modo per combattere la brutalità e il caos del mondo.
ANDREY ZVYAGINTSEV
Biografia
Nato a Novosibirsk. Nel 1990 Zvyagintsev si è laureato al corso di recitazione all’Università di Arti Teatrali sotto la supervisione di Evgeny Lazarev. Subito dopo entrò a far parte di una produzione di teatro indipendente e ricoprì una serie di piccoli ruoli in diversi programmi per la tv e per il cinema. Nel 2000 debuttò come regista. Nel 2003 il suo primo lungometraggio IL RITORNO è stato uno dei film rivelazione dell’anno. Un debutto non solo per il regista ma anche per la maggior parte della sua troupe, il film fu accettato in Concorso al Festival di Venezia dove conquistò il Leone D’oro. Nella stessa edizione vinse anche il Premio Luigi De Laurentiis come miglior opera prima, con la motivazione “un film sublime sull’amore, sulla perdita e sullo scorrere del tempo”.
Il suo secondo film, THE BANISHMENT, è stato presentato nel 2007 in Concorso al 60esimo Festival di Cannes. Il protagonista, l’attore Konstantin Lavronenko, fu il primo russo a vincere il Premio come miglior attore.
ELENA nel 2011, terzo lungometraggio di Zvyagintsev, fu selezionato dal Festival di Cannes in Concorso nella sezione Un Certain Regard dove vinse il Premio speciale della Giuria.