Lucia TEMPESTINI – Diverso parere. A proposito di Wonder Woman

 

Diverso parere

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A PROPOSITO DI WONDER WOMAN

A margine di un articolo di Tiziana Ferrario

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Confesso di essere rimasta basita leggendo l’articolo di Tiziana Ferrario. Quando eravamo ragazzi noi i “valori forti” (che brutta definizione manichea) ci venivano dalla visione dei “Sette Samurai” di Kurosawa, non dagli sciocchezzai fumettistici. Che quei guerrieri fossero uomini era un dettaglio di scarso rilievo. L’importante era l’educazione alla dignità e all’autodifesa impartita ai contadini del villaggio.

Poi, mi perdoni l’esimia Ferrario, in cosa differisce la Signorina Gal Gadot dallo stuolo infinito di ragazzotte soltanto giovani e belle che trabocca dalla cornucopia del cinema ultrapopolare americano? Non sarà l’ennesima trovata furba e semplicistica delle majors per far dimenticare che la maggior parte delle donne statunitensi conduce un’esistenza infame? Si può trovare anche in traduzione italiana uno splendido reportage di Barbara Ehrenreich “Una paga da fame”, dove viene descritto il calvario quotidiano della lavoratrice media, fra assenza di diritti, tripli lavori mal pagati, vita in roulotte e pessima alimentazione.

Sai quanto gliene importa a questa disperata Signora delle imprese e della filosofia da supermarket patinato di Wonder Woman? Sembrerà strano che proprio io, da sempre simpatizzante del cinema di genere, muova questa critica, ma un po’ di discernimento mi è rimasto, e Wonder Woman non è esattamente il mio modello di emancipazione femminile. Mi sembra che rientri nella categoria “burka di silicone” descritto tempo fa da Concita De Gregorio.