Agata MOTTA- L’intervista. Davide Enia “Ulisse, tra inferi e periplo del Mediterraneo”

 

L’intervista

 

DAVIDE ENIA “ULISSE, TRA INFERI E PERIPLO DEL MEDITERRANEO”

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Di scena al Teatro Biondo di Palermo con un progetto itinerante di Sergio Maifredi

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Non è necessario sgombrare la mente dai pensieri per predisporsi all’ascolto quando si va al teatro per assistere ad uno spettacolo di Davide Enia. La sua capacità affabulatoria è un talento naturale, le sue parole calamitano l’attenzione di qualsiasi pubblico, anche quello più distratto e riottoso, i suoi gesti e il suo sguardo creano un campo magnetico che si propaga senza incontrare alcun ostacolo e il miracolo si manifesta, immancabilmente, ad ogni replica. Dal 20 gennaio Enia approderà allo Stabile palermitano con il suo Odissea. Un racconto mediterraneo. La discesa agli inferi di Odisseo Canto XI, progetto itinerante, ideato e curato da Sergio Maifredi, che affida il poema omerico alla narrazione orale di attori, scrittori e artisti di diversa esperienza. Attraverso le parole e il corpo di Enia – dialetto siciliano e movenze da cuntista – l’astuto eroe discenderà agli Inferi spinto dal desiderio di conoscere il proprio destino e lì incontrerà, tra gli altri, l’amico Elpènore, la madre morta durante l’interminabile guerra di Ilio, Achille, Agamennone e il vate Tiresia che, ovviamente, non si sottrarrà al suo ruolo e gli predirà un futuro non esattamente limpido e senza intoppi. Lo spettacolo, secondo appuntamento con la stagione della Sala Strehler del Biondo, sarà in scena fino al 24.

In teatro hai sempre indossato i panni dell’aedo anche quando hai raccontato di calcio o di guerra. Raccontare Omero quindi è stato come incontrare un glorioso antenato? Ti sei riconosciuto?

Omero è l’origine di tutto, qui nel Mediterraneo. Noi siamo ciò che siamo perché è esistito il racconto dell’Iliade prima, dell’Odissea poi a formarci, fornendoci appigli cui apporre simboli. I luoghi narrati sono quelli della nostra esistenza, sia quelli fisici che quelli intimi. Per me è stato un abbeverarmi alla sorgente. Un onore e un piacere.

Dante colloca all’Inferno Odisseo perché orditore di inganni, ma ne fa anche un personaggio eccellente per la sua inesauribile sete di conoscenza. Per te chi è Odisseo: un truffatore o un virtuoso?

Nasce con l’Odissea il primo personaggio letterario di sempre nel Mediterraneo, Odisseo. E assieme a lui, nasce la riflessione sulla parola, lo studio di essa, l’uso strumentale e manipolatorio del racconto. Con Odisseo trionfa la logica sulla verità, e la bugia diventa un’arma. Lo scontro avviene quando inevitabile ma al tempo stesso lo scontro è stato preparato e l’avversario raggirato. Odisseo non è qualcuno di distante, non è un Eracle che vive di fatiche sommabili l’una alle altre fino a rendersi indistinguibili. Odisseo è uno di famiglia, è chi ammiriamo a volte quando ci taliàmo allo specchio, perché è pieno di contraddizioni, è opportunista e cerca di fare trionfare il desiderio, anche se non lo nomina mai.

Perché proprio l’XI canto e la discesa agli Inferi? Chi o cosa ti ha sedotto maggiormente?

Ogni volta che nel mondo greco si ha a che fare con gli Inferi, viene fondato qualcosa. Orfeo fonda il canto e i misteri, Odisseo durante questo viaggio getta le fondamenta del racconto, scoprendo il potere della parola.

Si dice sempre che i classici sono tali perché suonano attuali in ogni epoca. Quali elementi di questo canto dell’Odissea trovi oggi particolarmente presenti?

L’Odissea è a mio avviso più di un classico. È, come detto prima, una delle origini. Ciò che le sarà simile diverrà classico, proprio per la somiglianza con lei. Viene narrata la vita nella sua carica di miseria e nella legittima aspirazione, troppo spesso frustrata, di gloria. E, sopra ogni cosa, c’è la prima grande presa di posizione su quanto sia infinitamente superiore questa vita di carne e sangue a ogni possibile gloria oltremondana. È un invito a vivere pienamente. Cosa possiamo augurarci di meglio, in fondo, se non che quando verrà la Morte per noi, speriamo che ci trovi vivi?

Scendere nel regno dei morti per conoscere il proprio futuro… se fosse una scelta praticabile sarebbe una legittima tentazione o una semplice perversione?

Sarebbe inutile, perché la conoscenza in sé non può svincolarsi dalla pratica quotidiana con cui si costruisce la propria esistenza Sapere che accadrà un dato fatto non implica il modo con cui si reagirà a codesto accadimento. Ed è proprio in quel modo di reazione che si consuma il senso tutto della vita.

La capacità di ascolto, soprattutto nei giovani, pare drasticamente ridotta o comunque assorbita dal web e ad esso veicolata. Eppure tu continui a raccontare nel più classico dei modi…

Non credo che i giovani non ascoltino. Credo ascoltino ciò che li colpisce maggiormente. Cambiano i tempi, mutano i bisogni e le percezioni e gli interessi. Se qualcuno non ascolta, di base, bisognerebbe sempre interrogarsi sulla strategia narrativa che si adopera. Ricordando sempre però che ogni testa è tribunale.

Un altro importante appuntamento palermitano è previsto per il 20 marzo, alle 11 del mattino, alla Sala Grande del Teatro Massimo, in cui Enia racconterà la «Lucia di Lammermoor» di Donizetti, nell’ambito del bel progetto”Ti racconto l’opera”, volto ad allargare il pubblico della lirica, che prevede cinque appuntamenti affidati a personalità di spicco del mondo della cultura che sapranno narrare le opere in cartellone per facilitarne la successiva fruizione. «Inutile nascondere – afferma Enia – che essere su quel palco è per me un orgoglio pari soltanto alla responsabilità dell’incarico che mi è stato affidato».

A fine anno Enia tornerà in scena dopo nove anni con uno spettacolo di teatro nuovo che parlerà “di questo presente, del dramma che sta accadendo nel mare e delle parole con cui si può raccontare ciò che accade”.

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Nota redazionale:

In Sicilia, in questi mesi il progetto “Odissea” viene proposto, con altri quattro dei 24 Canti e altri protagonisti, come  al Teatro Garibaldi di Enna dove ha debuttato lo scorso 11 gennaio con Tullio Solenghi e il Canto XIX. Lunedì 8 febbraio al “Garibaldi” sarà la volta di Maddalena Crippa con il Canto XXIII “Penelope”; mercoledì 30 marzo Amanda Sandrelli si misurerà con l’episodio de “La ninfa Calipso”, Canto V; infine sabato 9 aprile Giuseppe Cederna proporrà i Canti VI-VIII, “Odisseo nell’isola dei Feaci”.

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