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Dorme sulla collina- Ruth Rendell, scrittrice

 

Dorme sulla collina


RUTH RENDELL

Scrittrice

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«Non mi piacciono le armi, anzi le odio, anche se sono una persona un po’ aggressiva. Le armi sono semplicemente orribili». Ecco, questo pensiero può forse aiutare a comprendere l’anima letteraria di Ruth Rendell, la “regina inglese del crimine” assieme alla sua amica defunta P.D. James. Ieri a Londra, all’età di 85 anni se n’è andata anche la tutta d’uno pezzo Ruth, baronessa dal ’97 e attivista del partito laburista («Ma non chiamatemi Lady» disse una volta «non mi piace essere chiamata Lady Ruth tranne che nella House, per forza di cose») che dalla metà del gennaio scorso era in coma dopo un ictus.

​Detestava le armi. I “proiettili” nei suoi gialli erano infatti tutti nel tamburo mentale dei protagonisti e della loro creatrice, una sorta di caricatore psicologico che funzionava a meraviglia, meccanismo a orologeria di suspense. Nascono così libri come Il mio peggiore amico, Quella buia notte di settembre, La donna velata, Oltre il cancello, Il bosco maledetto.
Dapprima giornalista, poi autrice di una sessantina di romanzi tra cui Il mio peggiore amico, Con la morte nel cuore, La morte non sa leggere, da cui il regista Claude Chabrol trasse il film Il buio nella mente nel 1995, e ancora Il pugnale di vetro a cui sempre Chabrol nel 2004 si ispirò per La damigella d’onore e Carne viva che il regista spagnolo Pedro Almodovar nel ’97 prese a prestito per il suo film Carne tremula, la Rendell era una grande scrittrice del sociale.

«Dal mio primo libro del ’64 ad oggi – affermava – è chiaro come l’intera vita sia cambiata, le condizioni economiche, quelle politiche e il volto stesso delle città. E io ho sempre voluto descrivere queste mutazioni all’interno dei miei gialli che nascono per caso, da ciò che la gente mi dice. Non ho mai avuto “l’idea” per un libro ma ho trasformato spesso i racconti, le confidenze delle persone». (ansa\ilmwessaggero)