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Ugo G.CARUSO- La memoria. Horatio Ferrer, ultimo poeta del tango



La memoria



HORACIO FERRER, ULTIMO POETA DEL TANGO


È morto il paroliere di Astor Piazzolla. Era molto legato all’Italia e popolarissimo tra i tanti “milongheri” di casa nostra. Lo scrittore uruguaiano, carismatico ed infaticabile divulgatore del tango, nel ricordo di Ugo G. Caruso, appassionato frequentatore della letteratura argentina.

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“Morirò a Buenos Aires, accadrà all’alba, guarderò dolcemente le cose della mia vita, la mia piccola poesia di addii e di pallottole, il mio tabacco, il mio tango, la mia manciata di spleen….arriverà tangamente la mia morte innamorata….”. Nei versi di Balada para mi muerte Horacio Ferrer, l’ultimo grande poeta del tango, drammaturgo e compañero artistico di Astor Piazzolla, quale paroliere delle sue più celebri composizioni, aveva già previsto e raccontato il suo addio al mondo. Se n’è andato il 21 dicembre scorso a Buenos Aires all’età di ottantuno anni. Era nato a Montevideo nel 1933, figlio di Horacio Ferrer Perez, docente di storia, e di Alicia de Ezcurra, attrice argentina, pronipote di Juan Manuel de Rosas e di Stefano Franscini, esponente liberale svizzero. Trasferitosi ancora bambino a Buenos Aires, viene iniziato al tango dallo zio materno. Studia ingegneria e architettura ma al contempo anche teatro e musica. Se nella capitale uruguayana fonda El Club de la Guardia Nueva, in quella argentina conosce il grande tanghèro Anibal Troilo che gli ispirerà El gordo triste. Ma l’incontro fondamentale sarà nel 1968 con Astor Piazzolla. Al termine di un concerto del grande compositore e bandoneonista, Ferrer lo avvicinò confidandogli che un suo amico era rimasto sconvolto dalla rivelazione di quella musica così nuova.

Piazzola, incuriosito, chiese chi fosse questo giovane e allora Ferrer ammise “sono io!”. Proprio a seguito di questo episodio, il giovane scrittore romperà gli indugi e lascerà definitivamente Montevideo per Buenos Aires dove abiterà a lungo con lo stesso Piazzolla con cui condividerà molte ore di lavoro quotidiano e con il quale darà vita ad un lungo sodalizio umano e artistico. Insieme fisseranno i canoni del nuevo tango, l’avanguardia porteña che stravolgerà per sempre la musica popolare argentina e rioplatense. Ferrer è stato l’autore delle liriche di composizioni celeberrime (Balada para un loco, La ultima grela, Maria de Buenos Aires, Libertango, ecc.), le stesse ancora oggi ostracizzate nelle milonghe più tradizionaliste. Fu pure buon amico e coautore di un altro grande esponente del tango de vanguardia come Horacio Salgan. Candidato anni fa al Nobel per la letteratura, insignito del Premio Tenco, ha già una strada a Buenos Aires intestatagli in vita. In qualità di fondatore della Academia Nacional del Tango della Repubblica Argentina e in veste d’autore del Libro del Tango era solito venire in Italia, a dispetto dei problemi di salute che lo affliggevano, sempre accompagnato dalla splendida ed eccentrica moglie Lulù, pittrice di lontane origini italiane. Tra gli artisti di casa nostra Milva, Mina, Modugno e l’attrice Edmonda Aldini hanno interpretato brani del suo repertorio. Ma soprattutto molti tanghèri storici romani, gli stessi che trent’anni fa fondarono le loro scuole e aprirono le prime tangherie, lo elessero a loro nume tutelare.

Fu da alcuni di loro che ne sentii parlare per la prima volta. Ricordo ancora l’eccitazione che precedette la sua apparizione romana nel 2011, allorquando presentò nella Galleria Colonna il suo ultimo lavoro discografico, Tango y Gotan, titolo concepito in lunfardo, l’argot boarense e nato dalla collaborazione con la cantante Ana Karina Rossi, il pianista Alberto Magnone e il produttore Fabrizio Fiorini. In quella occasione rese omaggio di continuo ad Astor Piazzolla, spiegando con la sua voce sinuosa e la risata contagiosa, lo sguardo profondo e i modi cortesi, oltre al fervore ed alla figura da hidalgo che gli donava un innegabile magnetismo, il senso, anzi la quintessenza stessa del tango, un mondo fatto di passioni e di tristezze, di attrazioni e di abbandoni, di storie da barrio e di esistenze solitarie. Come canta Paolo Conte, non dimentichiamolo, il tango riassume la vita “come la lucertola è il riassunto del coccodrillo”. Tango y Gotan rappresentava proprio l’antinomia alla base del tango: arte e popolo, angelo e diavolo, messa e bordello.

Infine, le esequie dello scrittore si sono svolte nella natìa Montevideo alla presenza di molti esponenti del mondo del tango, mentre le ceneri saranno sparse nel Rio de La Plata. A quanti, incuriositi, volessero avvicinarsi a questo artista consiglio più che gli ormai rari e costosi tre volumi del suo Libro del Tango, il dvd Horacio  Ferrer. Poeta del tango. Contiene lo spettacolo El poeta y la musica, realizzato con la Orquesta Tipica Alfredo Marcucci e una coppia di ballerini nonchè la conferenza Tango. Arte y misterio, insomma un emozionante incontro tra musica, danza e letteratura per la durata di oltre tre ore dense di immagini, parole ed atmosfere.