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Angelo PIZZUTO- Teatro. Estate Romana, “Invasioni dal futuro” (sino al 21 settembre)

 


Estate Romana

 



INVASIONI DAL FUTURO

Elio De Capitani


Si conclude il 21 settembre la tradizionale rassegna di teatro, cinema, danza e tanto altro

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Falcidiato tra i falcidiati, in  un paese che, non promuovendo la cultura, la formazione, l’informazione -e tutti gli affluenti che  ritemprano le potenzialità dell’homo sapiens- si avvia ad una desolante ‘vita vegetativa’, ad un deterioramento criminogeno del già -esistente,  il cartellone dell’Estate Romana s’impenna d’orgoglio e di ottima caratura per un fine-stagione che si appresta  a coniugare, quale atto di ‘resistenza’,  passato e futuro, patrimonio archeologico (che non sia solo cornice) a ribellistica vitalità delle risorse creative sceniche. Scenario attivo e co-protagonista degli ‘ultimi fuochi’ applicati all’arte della performance sarà dunque l’Auditorium di Mecenate, un capolavoro dell’archeologia romana discretamente disposto (quasi sino all’invisibile) nel quartiere Esquilino,palcoscenico per un lungo viaggio nei racconti, nelle immagini e nei suoni della fantascienza, mediante la piccola kermesse di “ IF / Invasioni (dal) Futuro”. Dubbiosi  noi tutti che abbia segno diverso dall’infernale babele di mercanzie e androidi previsti da , “Blude runner” o dal punto di non ritorno, orfani d’ogni futuro,  ipotizzato dal ciclo del “Pianeta delle scimmie”.


Un fine settimana (di settembre) incentrato su quattro serate tra letteratura, musica e teatro alla scoperta di mondi possibili, distopie, dimensioni parallele – il resto è da immaginare- , che tradurranno per lo spazio scenico, ed estemporanee incursioni nel ‘reading’ senza leggio,  le pagine di autori come Adams, Bradbury, Brown, Clarke, Dick, Scott Card, Sheckley e Simak. Racconti inediti, piccoli gioielli ancora sconosciuti della letteratura di fantascienza, che sveleranno il fascino criptico, appartato dell’Auditorium mediante il sopravvento di corpo e di voce   di due protagonisti della scena teatrale contemporanea  del calibro di Elio De Capitani (nella foto)  e Marco Foschi. Ad accompagnare lo spettatore nelle  atmosfere lunari del luogo saranno anche videoproiezioni e immagini sulle nicchie affrescate e nel cuore del ninfeo, in perfetto dialogo con la naturale scenografia architettonica. Allo stesso tempo il suono ridisegnerà lo spazio con rumori di sonde, tempeste magnetiche,  trasmissioni radio interrotte da jingle retrò, per sfociare in interferenze radar alternate da musica classica ed elettronica.


“Come un’astronave arcaica e pietrosa atterrata da un tempo passato che conserva tracce di pitture misteriose”- annoto dal programma- , l’Auditorium di Mecenate sarà liquido amniotico capace di dare  nuova (provvisoria)  vita a luoghi, personaggi,  linguaggi, avventure dell’intelletto ai limiti dell’ardimento e delle colonne d’ Ercole.  Elio De Capitani che inaugura il primo appuntamento dando humus  alle inquietanti, premonitorie  pagine di “Minority Repor”t, il racconto di Philip Dick (da cui il film omonimo) sulle conseguenze (nefaste) di un prossimo futuro “in cui è possibile prevedere i crimini prima ancora che vengano commessi”.
Secondo appuntamento sarà  una selezione di racconti dal titolo “Radio Recall”: liddove la  lo stile letterario,  l’universo minaccioso e visionario di Robert Sheckley, attraverso “Il prezzo del pericolo”, anticipa la moda dei reality- show, quando la posta in gioco è la vita umana; seguito da “La terza spedizione” e “Cadrà dolce la pioggia” che   Ray Bradbury  ‘utilizza’ per svelare le insidie nascoste dietro la rassicurante quotidianità della vita. Ed  infine,” Le bambinaie” della  narrativa sottile e sinuosa  di Clifford Simak. Tutte storie raccontate, lette, ascoltate, passate di voce in voce dalle interpretazioni  compartecipanti  di Simone Castano, Tania Garribba, Arianna Gaudio, Fortunato Leccese, Emiliano Masala, Alice Palazzi e Roberta Zanardo.


Lo stesso gruppo di attori ci consegnerà una selezione suppletiva  di racconti dal titolo “Canti della mutazione”: con  scrittura ironica, divertita e priva del terrore dell’ignoto, del non-umano, così come concepita da  Arthur Clarke (lo scrittore di “2001, Odissea nello spazio”) in “I prossimi inquilini” e  nel racconto profetico de” Il magazzino dei mondi”, concepito su  sfumature satiriche  e accadimenti paradossali da Robert Sheckley. Ed ancora,  il singolare e commovente arrivo degli alieni sulla Terra nelle pagine “Dei mortali” di Orson Scott Card e nel racconto brevissimo “ La Sentinella” ,  in cui Fredric Brown spinge a credere che a pensare e interloquire sia un uomo qualunque , per poi scoprire che il protagonista altri non può essere che un alieno. Conclusione ‘coram populo’ con le fantasie dell’impossibile (ormai possibilissimo) del grande ed enigmatico di Philip Dick, inventore de  “La formica elettrica”, in cui tocca ad un androide “ riflettere sulla natura e la consistenza della realtà”. Forse i misteri cui alludeva Amleto (“tra cielo e terra….”) o, più maldestramente, sul medioevo prossimo venturo cui, assuefatti al peggio, ci si avvia speditamente e a cavallo di Ronzinante.