La “ronde” delittuosa di Ozon. “Mon crime – La colpevole sono io”

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La “ronde” delittuosa di Ozon. “Mon crime – La colpevole sono io”

@ Lucia Tempestini, 14 maggio 2023

Voglio giocare la mia vita a testa o croce! Cantava con seducente spudoratezza Emmanuelle Béart in Otto donne e un mistero. Venti anni dopo Ozon torna a una disamina corrosiva e divertita dell’idea di esistenza come scommessa e azzardo. Alla brama di denaro, che muove ogni azione e persino ogni pensiero, si unisce qui l’aspirazione alla fama come veicolo di immortalità spicciola, e soprattutto come prova tangibile del prestigio sociale, professionale o artistico.

Intorno all’uccisione di un produttore teatrale obeso e lubrico il regista muove una frenetica, coloratissima ronde di figurine dentro la costante sovraesposizione dell’iconografia anni ’30. Incrociamo giovani attrici d’incerto talento, potenziali ereditieri romantici e inetti, industriali in bancarotta, avvocatine caparbie e un poco suffragette, giudici istruttori disorientati e incapaci, poliziotti ottusi e presuntuosi, dive del muto in cerca di nuova gloria. Tutti impegnati ad afferrare l’occasione giusta e irripetibile, nel suo passaggio fugace.

Ozon si scatena, letteralmente, nel mostrarci l’impossibilità dell’amore, dell’arte, della giustizia e, in particolare, della verità, attraverso una fuga dialettica, dove ciò che accade si moltiplica e si contraddice in infinite, versioni, modulazioni, congetture, fino in fondo, fino a farci sembrare irrilevanti reali moventi e meccanica dei fatti. In questo susseguirsi di giochi di specchi risplendono il piccolo inquisitore attonito e incompetente di Fabrice Luchini e la diva dimenticata – altera, sarcastica e opportunista – di Isabelle Huppert. Proprio la grande Odette Chaumette della Huppert assume a poco a poco il ruolo di deus ex machina, portando il garbuglio di ipotesi a un finale altrettanto ipotetico, mentre la sua interprete costruisce un personaggio gigantesco, inventando piccoli vezzi insolenti, seduttività anche sottilmente saffiche, e una gestualità che ricrea gli atteggiamenti (persino la particolare camminata, melodrammatica e saltellante) degli attori del muto.

Non passano inosservati gli omaggi di Ozon alla scomparsa Danielle Darrieux – presente in Otto donne e un mistero – e alla stessa Huppert, con la citazione del caso Nozière che ispirò Violette Nozière di Chabrol e valse alla protagonista il Premio miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes del 1978.

Mon Crime – La colpevole sono io
Titolo originale Mon Crime
Lingua originale francese
Paese di produzione Francia, Belgio
Anno 2023
Durata 102 min
Dati tecnici B/N e a colori
rapporto: 2,39:1
1,33:1 (scene in B/N)
Genere commedia, giallo
Regia François Ozon
Sceneggiatura François Ozon
Produttore Éric Altmayer, Nicolas Altmayer
Casa di produzione Mandarin Cinéma, FOZ, Gaumont, France 2 Cinéma, Playtime, Scope Pictures
Distribuzione in italiano BIM Distribuzione
Fotografia Manuel Dacosse
Montaggio Laure Gardette
Musiche Philippe Rombi
Scenografia Jean Rabasse
Costumi Pascaline Chavanne
Interpreti e personaggi
·         Nadia Tereszkiewicz: Madeleine Verdier

·         Rebecca Marder: Pauline Mauléon

·         Isabelle Huppert: Odette Chaumette

·         Fabrice Luchini: Gustave Rabusset

·         Dany Boon: Palmarède

·         André Dussollier: sig. Bonnard

·         Édouard Sulpice: André Bonnard

·         Régis Laspalès: ispettore Brun

·         Olivier Broche: Léon Trapu

·         Félix Lefebvre: Gilbert Raton

·         Michel Fau: Maurice Vrai

·         Daniel Prévost: giudice Parvot

·         Evelyne Buyle: Simone Bernard

·         Myriam Boyer: sig.ra Jus

·         Franck de Lapersonne: Pistole

·         Jean-Christophe Bouvet: Montferrand

Author: Lucia Tempestini

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