Acrostico diabolico

@Antonio Castronuovo, 16 novembre 2023

Non solo Tartini e Paganini, tra i grandi virtuosi del violino. Capace di trarne sonorità e velocità diaboliche fu anche Arthur Saint-Léon, pseudonimo di Arthur Michel, figlio del mâitre à danser Léon Michel che, come pseudonimo, aveva scelto Michel Saint-Léon: un uso di famiglia, insomma. Nato nel 1821, Arthur fu – tra Germania, Belgio, Francia, Portogallo e Russia – febbrile coreografo, danzatore e virtuoso di violino. Oltre a saper magistralmente suonare “La campanella” di Paganini, aveva realizzato per il violino una specie di sordina metallica che applicata sul piano dello strumento faceva risuonare con chiarezza la terza nota dell’accordo di cui parlava Tartini.

Ma componeva anche cose sue: il 19 gennaio 1849 portò all’Opéra di Parigi il balletto “Le Violon du Diable”, esibendosi durante l’esecuzione nel ruolo di un giovane virtuoso dello strumento; il 10 agosto 1859 presentò nel castello di Pillnitz alla famiglia reale di Sassonia la composizione “Sainte-Cécile ou Le Violon orgue”, usando anche qui una speciale sordina che permetteva di imitare l’organo facendo emettere allo strumento suoni simili a quelli della viola. Essendo violinista e danzatore – uno che suonava mentre sul palco danzava – si potrebbe supporre che utilizzasse una “pochette”, il piccolo strumento tubolare ideato per esecutori-danzatori, e invece no: si esibiva con un violino Guarneri e un meno prezioso strumento marcato Thibout, oggi al Museo della Musica di Parigi.

Ammirato e invidiato, Arthur creava balletti capaci di esaltare il proprio virtuosismo violinistico e la sua fama crebbe. Nel 1850, sulla rivista parigina «La Renommée» apparve un acrostico le cui iniziali riproducevano il suo cognome:

Se è vero che un dì pizzicando la sua lira
Anfione spesso vide sorgere città,
Incredibili non son i miracoli: ne accadono ancor!
Non è fors’egli artista dal sublime delirio,
Talento doppio e divino… talento che sognare fa?
L’udirlo commuove e l’animo ridesta,
E silfo nell’aere, dell’aere segue le leggi,
Orfeo oppur Zefiro, duplice e rara meraviglia,
Novello miracolo, infine, di tutti egli è il re!

Semplici versi che cantano il virtuoso, come la sua pietra tombale nel cimitero di Montmartre porta scolpito un violino, lo strumento che accompagna Saint-Léon nell’aldilà, forse all’Inferno.