Il peccato e il perdono. Anna Karenina in palco al Teatro Stabile di Catania
@ Anna Di Mauro, 5 novembre 2023
Inaugura la stagione una fedele trasposizione drammaturgica del capolavoro di Lev Tolstoj che, pur mantenendo e valorizzando l’origine letteraria, operazione alquanto ardua visto il ponderoso tomo che, mea quidem sententia andava ancora più snellito, assume il linguaggio del montaggio cinematografico nella regia di Luca De Fusco, curatore dell’adattamento insieme a Gianni Garrera; una sfida artistica che vede in scena una intensa Galatea Ranzi nei panni dell’infelice protagonista, accompagnata da un valido cast in sinergia, da una imponente scenografia di un palazzo pluriprospettico, da accurati ed eleganti costumi, da suggestive video proiezioni.
Considerato perfetto da Dostoevskij e da Nabòkov, nonostante le acerrime accuse di frivolezza da parte dei critici, il romanzo da cui è tratta l’opera teatrale, pubblicato inizialmente a puntate nel 1875 su un periodico russo, ispirato all’autore da “I racconti di Belkin” di Alexandr Puškin, mette a fuoco l’alta società russa e i suoi comportamenti, narrando l’illecita passione di Anna Karenina, moglie di Aleksej Karenin, ufficiale governativo, e madre di un bimbo, per Vronskij, un sedicente e seducente ufficiale dell’esercito. La stazione di Mosca, dove Anna arriva da San Pietroburgo, chiamata dal fratello Stiva in suo aiuto per dissuadere la moglie tradita che vuole lasciarlo, apre e chiude lo scenario drammaturgico in un cerchio narrativo dove le storie di tre coppie, Anna e Vronskij, Dolly e Stiva, Kitty e Levin, si intrecciano in un tormentato ensemble dai toni realistici, irrorato dagli ideali del grande scrittore di “Guerra e pace”. Le prime due coppie sono afflitte da tradimenti, gelosie e infelicità, la terza approderà a un matrimonio sereno nel rispetto e amore reciproco. In quella stazione dunque Anna incontra per la prima volta Vronskij, dopo avere assistito sconvolta all’uccisione accidentale di un operaio travolto da un treno. I due si incontreranno di nuovo a un ballo, dove l’uomo, affascinato dalla sua bellezza, corteggia la donna che turbata decide di rientrare a San Pietroburgo. Vronskij la segue. L’amore clandestino continua sotto gli occhi del marito, gradualmente insospettito, fino a quando Anna, rimasta incinta, rivela il suo amore segreto al marito che però rifiuta di separarsi, anzi la segrega in casa, per salvare le apparenze. Nasce la piccola Anna. Morente per complicazioni dovute al parto, la donna ottiene il perdono del marito e il rimorso dell’amante. Senza divorziare, Anna, che infine ha superato la malattia, parte con l’amato in giro per l’Europa, ma durante il viaggio si manifestano le prime insoddisfazioni di Vronskij, che si acuiscono al loro rientro. Anna decide di divorziare per legare a sé col matrimonio l’uomo che ama e che sembra sfuggirle, ma la relazione è sempre più tesa. Gelosia e privazione del figlio scatenano nell’infelice una depressione che la condurrà al folle gesto di gettarsi sotto un treno, che spettacolarmente invade l’ultima scena. Anna muore invocando il perdono di Dio, l’unico che può giudicare l’operato umano.
Qui il regista chiude la pièce, operando una precisa scelta estetica, mentre il romanzo ha un epilogo che segue i superstiti nella loro vita.
Opera tutt’altro che frivola, “Anna Karenina” ci mette di fronte a un tema nevralgico: peccato e perdono nella ricerca della vera felicità sono i due estremi tra cui oscilla il pendolo del dolore. L’opera non condanna e non redime la fragilità umana, ma mostra gli effetti di una scelta dominata dal piacere, dove non c’è spazio per i buoni sentimenti, dove il tormento del peccato e dell’infelicità che ne deriva assume la sfolgorante veste di un grande drappo vermiglio che cala sulla donna che ha partorito e che sul letto di morte invoca il perdono del marito, suggestiva scena del dramma che gravita costantemente in uno scenario oscuro, rischiarato da tagli di luce caravaggesca sui protagonisti. Peccare è umano, perdonare è divino. Luci ed ombre della nostra travagliata esistenza.
ANNA KARENINA
di Lev Tolstoj
adattamento Gianni Garrera e Luca De Fusco
regia Luca De Fusco
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
coreografie Alessandra Panzavolta
proiezioni Alessandro Papa
aiuto regia Lucia Rocco
Con Galatea Ranzi (Anna Karenina)
e con Debora Bernardi (Dolly), Francesco Biscione(Levin), Giovanna Mangiù (Betsy), Giacinto Palmarini (Vronskij), Stefano Santospago (Oblonskij), Paolo Serra (Karenin), MersilaSokoli (Kitty),Irene Tetto (Lidija).
Produzione Teatro Stabile di Catania/Teatro Biondo Stabile di Palermo
Al Teatro Stabile di Catania fino al 12 Novembre